Ritardi, strutture ancora da edificare o addirittura da abbattere. Questo è lo stato in cui versano i cantieri milanesi di Milano Cortina 2026. Anzi, già definirli cantieri è una forzatura. Mancano meno di tre anni all’inizio dei Giochi e circa due alla scadenza per completare i lavori, ma per ora tutto tace. La situazione è preoccupante un po’ ovunque, eppure nessuno sta lanciando l’allarme. L’unico a farlo è stato il giornalista di Eurosport Massimiliano Ambesi, che lo scorso 2 febbraio ha documentato i ritardi sui propri profili social. Ma il suo appello non sembra aver sortito alcun effetto.
Tutto fermo a Santa Giulia e Lampugnano
A Santa Giulia, dove dovrebbe sorgere la Cts Eventim Arena da 16.000 posti per l’hockey maschile, deve ancora essere posata la prima pietra. A Lampugnano, sede del torneo di hockey femminile, l’ex Palasharp deve addirittura essere abbattuto per fare spazio al nuovo impianto. La struttura è abbandonata da anni, come dimostrano le montagne di rifiuti presenti all’esterno del complesso. Gli unici essere viventi presenti sono i roditori e i piccioni che si cibano degli avanzi. Con il passare degli anni il sito è stato invaso dalle piante che si intrecciano con gran parte della recinzione.
Inoltre, alcuni rom, che frequentano la vicina stazione dei bus, hanno occupato il padiglione antistante trovandovi rifugio. L’unica notizia positiva è proprio l’adiacenza con la M1, distante solo 2 minuti a piedi. Il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana negli scorsi giorni hanno assicurato che i tornei di hockey si disputeranno a Milano, ma allo stato attuale è davvero difficile prevedere se e quando i lavori arriveranno a compimento.
L’ipotesi Torino
Torino è alla finestra. Il capoluogo piemontese ha già messo a disposizione l’Oval per il pattinaggio di velocità e nelle ultime ore si è reso disponibile a ospitare anche l’hockey. L’idea potrà non piacere ai due amministratori milanesi, ma al momento sembra essere la soluzione migliore. Anche perché lo stesso Sala, durante la cerimonia di alzabandiera in piazza Duomo per il meno tre anni dall’inizio dei Giochi, ha ammesso che i costi di costruzione sono aumentati del 30-40%. Il problema riguarda anche la Cts Eventim Arena di Santa Giulia per la quale l’iniziale spesa di 180 milioni di euro, secondo fonti comunali, crescerà a 243 milioni.
Iniziati i lavori per il Villaggio Olimpico
Stessa musica per il Villaggio Olimpico di Porta Romana. La struttura tra Viale Isonzo e Via Brembo, che ospiterà circa 1.400 atleti tra Olimpiadi e Paralimpiadi, è l’unica attualmente in costruzione. Dopo la bonifica terminata a settembre 2022, i lavori sono iniziati lo scorso 27 gennaio. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, in compagnia del sindaco Sala, nei giorni scorsi ha visitato il cantiere per rendersi conto di persona dello stato dei lavori. Il leader della Lega è stato accolto con entusiasmo dagli operai, che hanno apprezzato l’interesse del governo.
Ad oggi, però, non sono neppure state completate le fondamenta. L’edificio più vicino a via Ripamonti è l’unico dove sono state posate le casse formi, nelle quali a breve verrà gettato il cemento. Le altre strutture attendono ancora la creazione dell’apposito vano. I camion sono all’opera e attualmente stanno liberando l’area dalla terra in eccesso, trasportando il materiale utile a edificare le fondamenta. Come indicato dal cartello all’entrata del cantiere, la scadenza è fissata per il 30 giugno 2025. Il tempo non manca, ma è il peggior nemico di Milano Cortina.
Il precedente di Expo 2015
Oltretutto, non sarebbe la prima volta che Milano non rispetta un termine per un grande evento. In occasione dell’Expo 2015, infatti, i lavori furono completati circa un mese dopo l’apertura dell’Esposizione. I visitatori dovettero attendere settimane per poter esplorare la fiera nella sua integrità. Una situazione spiacevole che il capoluogo lombardo non vuole rivivere. Per evitarlo, però, è necessario trovare soluzioni immediate sciogliendo in fretta i nodi politici. L’Italia non può sprecare un’occasione così importante come le Olimpiadi Invernali. Il CIO, cinque anni fa, ha affidato all’Italia l’organizzazione dei Giochi 2026 perché ha creduto fortemente nel progetto di Milano Cortina, preferendolo a quello di Stoccolma-Are. La Lombardia, il Veneto e tutte le località coinvolte non possono permettersi di finire le opere all’ultimo minuto. Sarebbe una figuraccia tale da oscurare la magia dei cinque cerchi.