Si sono conclusi i gironi della Coppa d’Africa. Dodici giorni ricchi di sorprese e aneddoti curiosi. A partire dai verdetti del campo – con le incredibili eliminazioni di Algeria (campione in carica) e Ghana e il passaggio del turno delle debuttanti Gambia e Comore – fino a episodi grotteschi, al limite del tragicomico. Segno di un torneo che, nel bene e nel male, regala sempre emozioni.
Arbitro: che fai?!
Minuti finali di Mali-Tunisia. Punteggio di 1-0. All’85’ l’esperto arbitro dello Zambia Janny Sikazwe fischia clamorosamente la fine della partita. Le legittime (e incredule) proteste della panchina tunisina lo convincono a far riprendere il gioco, ma quattro minuti e mezzo dopo, 17 secondi prima del 90’, arriva nuovamente il triplice fischio. Questa volta, però, è definitivo.
Tutta la panchina della Tunisia entra furiosa in campo, mostrando il cronometro ad arbitro e assistenti e provando a chiedere spiegazioni (ci sarebbero dovuti essere almeno cinque minuti di recupero, frutto di nove sostituzioni, due rigori, un’espulsione e diversi interventi del Var).
Ma non finisce qui. Perché la Caf, Confederation of African Football, decide di richiamare le squadre dagli spogliatoi per far riprende il match, designando un altro arbitro. I tunisini però non ci stanno e decidono di non tornare in campo, presentando ricorso per la ripetizione del match. Ricorso che verrà poi respinto, decretando la vittoria del Mali.
L’inno sbagliato
Stesso stadio, qualche ore più tardi, e altro episodio incredibile. È il momento, solenne, degli inni nazionali di Gambia e Mauritania. Si parte con quello mauritano, ma i giocatori si accorgono subito che quello suonato non è il loro inno. Lo speaker annuncia quindi nuovamente l’inizio della musica, sperando che questa volta parta quella giusta. Niente da fare, altro brano sbagliato. A questo punto l’imbarazzo è generale. C’è chi la prende sul ridere, chi rimane sconcertato e chi fa finta di niente. Dopo l’ennesimo errore, lo speaker invita i giocatori della Mauritania a cantare l’inno da soli, a cappella.
Le due maglie del Sudan
Sfida tra Sudan e Guinea-Bissau. Durante l’intervallo, la squadra nordafricana cambia la divisa di gioco. Come riportato da Footy Headlines, nel primo tempo era infatti scesa in campo con il modello “Tiro 13”, mentre nella ripresa si è presentata con il “Tiro 17”. Il motivo non è chiaro, ma l’ipotesi più probabile è che non vi fossero maglie a sufficienza anche per i panchinari che sarebbero dovuti entrare.
Qualcosa che non Var
Nigeria contro Egitto. La nazionale biancoverde sta per battere un calcio d’angolo quando il Var interviene e cambia la decisione, assegnando la rimessa dal fondo agli egiziani. L’episodio non influisce sul risultato, ma la chiamata del Var per un corner è fuori da qualsiasi protocollo calcistico (il Var può intervenire solo nelle situazioni che coinvolgono gol, rigori o cartellini rossi).
La prima volta di un arbitro donna
Non solo gaffe ed errori. La Coppa d’Africa si sta distinguendo anche per episodi positivi. Come il fatto che per la prima volta nella storia del torneo una donna ha arbitrato un match maschile.
La sfida tra Zimbabwe e Guinea è stata infatti diretta da Salima Rhadia Mukansanga, affiancata da assistenti donne. «Siamo molto orgogliosi di Salima perché ha lavorato duramente per essere dov’è oggi» ha spiegato il capo degli arbitri della Caf Eddy Maillet.
«Sappiamo che in quanto donna ha dovuto superare seri ostacoli per raggiungere questo livello. Questo momento non è solo per lei ma per ogni ragazza africana che ha passione per il calcio e che in futuro sogna di fare l’arbitro». La Mukansanga, nata in Ruanda, aveva arbitrato ai Mondiali femminili di Francia 2019 e al torneo femminile delle Olimpiadi di Tokyo.
I verdetti del campo
Non sono mancate le sorprese neanche sul terreno di gioco. Da segnalare in particolare l’eliminazione dell’Algeria campione in carica (e fresca vincitrice dell’Arab Cup) e del Ghana, da 16 anni abituato a passare i gironi. Hanno rispettato i favori del pronostico le altre corazzate: Camerun, Senegal, Marocco e Nigeria hanno infatti vinto i rispettivi gironi. Sorprendenti invece le prestazioni di Gambia e Comore, capaci di qualificarsi agli ottavi alla prima storica partecipazione.
Domenica 23 gennaio 2021 si comincia a far sul serio: chi perde torna a casa. Si parte con Burkina Faso-Gabon, poi a seguire Nigeria-Tunisia, Guinea-Gambia, Camerun-Comore, Senegal-Capo Verde, Marocco-Malawi, Costa d’Avorio-Egitto (il big match più atteso) e, infine, Mali-Guinea Equatoriale.
La competizione è dunque pronta ad entrare nel vivo. La «magia» del calcio africano vuole continuare a stupire tutti.