Amava divertirsi e stare con gli amici. Non pensava di certo al biathlon la giovane Dorothea Wierer. «Quando ero Junior dedicavo poco tempo all’allenamento perché mi mancavano le motivazioni», racconta la campionessa altoatesina. Tutto è cambiato dopo le Olimpiadi di Sochi 2014.
L’inverno della svolta
Il bronzo olimpico nella staffetta mista assieme a Karin Oberhofer, Dominik Windisch e Lukas Hofer ha stravolto la carriera di Wierer facendole capire che con il giusto impegno poteva ambire a traguardi importanti. «Dopo i risultati dell’inverno 2014, ho avuto maggiori stimoli che mi hanno portato a fare del biathlon il mio lavoro con più dedizione». È proprio quell’anno a segnare la svolta per la biathleta azzurra. Sul finire dell’inverno la 32enne di Rasun conquista il suo primo podio in Coppa del Mondo. E dal quel giorno in poi è un crescendo. Nella prima prova della stagione 2015/2016, Wierer vince la sua prima gara e a febbraio ottiene la prima medaglia ai Mondiali. L’azzurra indossa anche il pettorale giallo, il simbolo della leader della classifica generale di Coppa del Mondo. Dorsale che vestirà più volte in carriera. «È stato un inverno straordinario, nel quale ho avuto moltissime interviste e sono arrivate le prime richieste degli sponsor», ricorda.
L’avvento della popolarità
La notorietà non tarda ad arrivare e da lì a poco sempre più brand vogliono avere come testimonial Dorothea Wierer. «Quell’estate ho partecipato a un sacco di eventi, tra cui foto shooting. All’interno di essi parlavo di me stessa, ma cercavo anche di promuovere il biathlon perché tantissima gente non lo conosceva. Inoltre, sono diventata una figura di riferimento per l’IBU che ha iniziato a coinvolgermi per campagne di promozione della disciplina a livello internazionale». La federazione mondiale del biathlon (IBU) capisce subito che Wierer può rappresentare un’enorme risorsa per rendere più popolare la disciplina. Di conseguenza, fa dell’azzurra una sua paladina sfruttandone anche l’estroversione e la bellezza. Fiducia che Wierer ripaga.
La rivalità con Lisa Vittozzi
Nell’inverno 2018/2019 l’altoatesina è protagonista di una lotta tutta italiana con Lisa Vittozzi per la conquista della Sfera di Cristallo, il trofeo che viene assegnato all’atleta vincitrice del circuito di Coppa del Mondo. Dopo una battaglia serrata punto a punto, Wierer si aggiudica la classifica. È la prima azzurra a riuscirci. «Dopo quel trionfo la mia fama è cresciuta molto. Però, per essere personaggio il carattere è fondamentale. Io ho la fortuna di avere un’indole vivace e aperta che mi ha aiutato tanto da questo punto di vista, anche perché mi viene naturale. È il mio stile di vita».
Il capolavoro di Anterselva 2020
L’apice della carriera, però, deve ancora arrivare. E non tarda. Nella stagione successiva, il 2019/2020, l’altoatesina sale definitivamente nell’Olimpo degli sport invernali azzurri. Dopo aver dominato la prima parte di inverno, Wierer si presenta ai Mondiali con il pettorale giallo indosso. «I giorni precedenti sono stati molto stancanti perché ero sempre impegnata con delle interviste. Inoltre, le aspettative sia dei media italiani che di quelli stranieri erano altissime».
La rassegna iridata di Anterselva è il momento più alto della storia del biathlon italiano. La padrona di casa – Rasun, paese Natale di Wierer si trova a 5km da Anterselva – conquista quattro medaglie di cui due d’oro. Il capolavoro si spalma in due date: il 16 e il 19 febbraio. Nel primo caso la finanziera vince il titolo nell’inseguimento recuperando dal settimo posto di partenza. Nel secondo si impone nell’individuale in un finale al cardiopalma in cui ha la meglio della tedesca Vanessa Hinz per soli 2 secondi. «Quel Mondiale rappresenta il punto più alto della mia carriera, perché è stato molto complicato gestire pressione e impegni considerato che gareggiavo in casa e tutti avevano aspettative altissime su di me». Come se non bastasse, in quell’inverno straordinario Wierer conquista anche la seconda Sfera di Cristallo, tra l’altro consecutiva. Fatto che non accadeva dal 2002 nel settore femminile.
La consacrazione olimpica
Manca solo una cosa all’altoatesina: la medaglia olimpica. Ma anche questo alloro non si fa attendere. Ai Giochi di Pechino 2022 l’azzurra ottiene il bronzo nella sprint, chiudendo il cerchio di una carriera stupenda. «Sono contentissima di aver ottenuto una medaglia individuale olimpica perché era tanto richiesta dai giornalisti e sembrava un qualcosa che dovesse succedere a tutti i costi. È stato difficile, ma avendo raggiunto anche quell’obiettivo ora sono più serena». E come darle torto. Se esiste una persona che ha fatto conoscere il biathlon agli italiani, questa è Dorothea Wierer. Le sue vittorie, il suo carattere e la sua naturalezza permettono a uno sport di nicchia di cavalcare l’onda della popolarità.