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Dal cortile alla Kings League: il viaggio di Berto tra scuola, pallone e il sogno Mondiale

Educatore di giorno, calciatore sempre. Davide “Berto” Bertocchi racconta il suo percorso nel calcio. Dagli esordi tra i pali con qualche infortunio di troppo, al 10 sulle spalle e il ruolo di capitano dei Circus FC.

Cosa fai quando non sei in campo?

Nella vita sono un educatore scolastico. Durante la giornata sono a scuola e il pomeriggio vado ad allenarmi e gioco a pallone.

Quali sono i valori che questo lavoro ti lascia e che impatto possono avere sulla tua carriera sportiva?

Pazienza, amicizia e condivisione. Stare a contatto con ragazzi che hanno bisogno di me, sia a scuola che negli allenamenti, mi ha fatto capire quanto sia fondamentale mettersi a disposizione degli altri. Sono valori essenziali anche nello sport, dove il gioco di squadra e il supporto reciproco fanno davvero la differenza.

Come bilanci vita privata e impegni sportivi?

È una bella sfida, ma per ora riesco a gestire tutto. Da sempre concilio calcio e lavoro, quindi sono abituato a gestirmi gli impegni, compresa la vita privata e il tempo con la mia fidanzata. Per ora procede bene. Poi la Kings League è appena iniziata, vedremo come andrà con eventuali trasferte all’estero.

Davide Bertocchi con il padre
Come è iniziato il tuo percorso nel calcio? 

Ho iniziato a giocare a sei anni, nella squadra del mio paese, spinto dalla passione che mi ha trasmesso papà. Ovunque fossi, in vacanza o a casa, c’era sempre un pallone con cui giocare. All’inizio ero portiere, ma dopo essermi rotto il braccio e riportato una cicatrice sulla testa, ho pensato che forse era meglio cambiare ruolo. Così mi hanno spostato in attacco, e da allora ho sempre giocato lì.


C’è un momento particolare della tua infanzia che ti ha fatto capire che il calcio sarebbe stato importante nella tua vita?

Sì. Il momento decisivo è stato il mio primo anno tra i grandi in Serie D, quando sono stato premiato come miglior giovane della categoria. Ero a un passo dal Napoli in Serie A, ma l’accordo non è andato in porto per questioni economiche. Quella però è stata la prima vera occasione in cui mi sono reso conto di poter fare del calcio un lavoro. Poco dopo ho firmato un contratto triennale tra i professionisti, e da lì ho capito che questa sarebbe stata la mia strada.

Cosa ti ha spinto a intraprendere questa nuova sfida?

Sono arrivato alla Kings grazie ad alcune persone dello staff dei Cirus, che già avevo conosciuto nella Goa7 League. Lì mi avevano visto giocare e, oltre alle mie doti calcistiche, hanno apprezzato il mio spirito di squadra e la capacità di fare gruppo. Quando mi hanno proposto di unirsi a loro in questo nuovo progetto, non ho avuto dubbi e ho accettato subito.

Che differenze hai trovato rispetto al calcio tradizionale?

Il campo è molto più piccolo e gli spazi per muoversi sono ridotti, soprattutto considerando la presenza del fuorigioco, che nel calcio a 7 rende ancora più difficile trovare soluzioni di gioco. Per questo, però, è ancora più bello e divertente, con tante regole che lo rendono un formato unico. Per ora mi piace molto.

Come avviene la preparazione di una partita?
L’esultanza di Bertocchi dopo il gol con i Circus

Di solito ci troviamo qualche ora prima della partita, anzi, spesso siamo già lì fin dal primo incontro. Passiamo del tempo insieme e, circa un’ora e mezza prima, andiamo negli spogliatoi. Lì ognuno si prepara: chi fa i massaggi, chi si concentra, si parla tra compagni, il mister dà le ultime indicazioni. Poi ci spostiamo nell’area dedicata al riscaldamento e, cinque minuti prima dell’inizio, aspettiamo nel tunnel. Appena finisce la partita precedente, entriamo in campo.

Che obiettivi ti sei posto in questa nuova avventura?

L’obiettivo principale è qualificarci per il Mondiale, è un traguardo fondamentale. Ovviamente, non nascondiamo la voglia di provarci fino in fondo per vincere.

Com’è cambiato il tuo rapporto con i social dopo la Kings?

Sono sempre stato attivo sui social, ma con l’esperienza nella Goa7 League e poi nella Kings League ho visto crescere i follower. Onestamente mi interessa usarli per osservare i compagni e studiare gli avversari. Insomma, li sfrutto per restare sempre dentro il mondo del calcio… sono un po’ noioso!

Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

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