Non è la prima volta che tra Arianna Fontana e la Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (Fisg) i rapporti sono tesi. Le prime frizioni risalgono addirittura al 2014, anche se la vicenda salì alla ribalta dopo le Olimpiadi Pechino 2022, ma ora la situazione sembra aver superato il punto di non ritorno. L’atleta italiana più medagliata nella storia dei Giochi olimpici invernali mercoledì 25 gennaio con un post su Instagram ha attaccato la Fisg minacciando di cambiare nazionalità.
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La pattinatrice azzurra, che gareggia nello short track, ha parlato di «fiducia irrecuperabile» nei confronti della federazione. Tanto da intimare il cambio di casacca e il passaggio agli Stati Uniti, Paese natale del marito e allenatore Anthony Lobello. La bi-campionessa olimpica e vincitrice di 11 medaglie totali ai Giochi è tornata alla carica, nonostante dopo Pechino pareva esserci stata una “tregua”, dovuto probabilmente all’intervento del presidente del Coni Giovanni Malagò. Invece, Fontana non ha dimenticato le presunte aggressioni subite da alcuni compagni di squadra in allenamento e, soprattutto, le storie tese con la Fisg. Tanto che questa stagione non ha ancora preso parte a competizioni con la maglia azzurra. E ora ha deciso di sfogarsi sui social, scatenando l’immediata risposta della federazione.
L’accusa di Fontana
«Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e Salt Lake City nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico», ha esordito la campionessa.
Il punto cruciale, però, è la partecipazione o meno alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 per l’Italia. A tal proposito Fontana ha dichiarato: «Purtroppo, non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi Olimpici del 2026 da parte della FISG dopo che, dall’aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile. La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersi la responsabilità di queste decisioni».
Successivamente la pattinatrice azzurra ha spiegato le ragioni del suo attuale stop. «Questo non è mai stato un “anno sabbatico”, non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché quelle decisioni e azioni saranno approvate, non tornerò».
L’azzurra a Milano-Cortina arriverebbe all’età di 36 anni, ma considerato il suo palmarès e la sua esperienza l’ipotesi che possa raccogliere medaglie anche in quella rassegna non è da escludere. Peraltro, la lombarda potrebbe superare il primato italiano di 13 medaglie olimpiche, tra Giochi invernali ed estivi, dell’ex schermista Edoardo Mangiarotti. Fontana, però, sembra avere intenzioni diverse. «Se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarà completamente separato da quello che il direttore tecnico e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile. Ho davanti a me decisioni importanti da prendere e tutte le carte sono sul tavolo, anche quelle che pensavo non avrei mai preso in considerazione».
La risposta della Fisg
Quello che pare una sorta di ultimatum non è passato in sordina e poche ore più tardi è arrivata la dura risposta della Fisg. «La Federazione Italiana Sport del Ghiaccio – si legge nella nota – esprime stupore e rammarico per le gravi esternazioni espresse da Arianna Fontana sui propri profili social. Dichiarazioni riportate, una volta di più, senza che ne fosse dato avviso e il cui contenuto per nulla giova alla ricerca di una soluzione comune e condivisa per il prossimo futuro in avvicinamento ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026».
La Fisg ha poi svelato come alla pattinatrice sia stati offerti 200.000 euro l’anno per coprire le spese di allenamento e preparazione. Cifra che però – sempre secondo l’organo sportivo – è lontana dalla richiesta di Fontana. «Preso atto della volontà di Fontana, la Fisg si è nuovamente resa disponibile a prendersi carico dei costi di allenamento e preparazione dell’atleta, insieme allo staff da lei scelto, nel luogo che più avrebbe ritenuto adatto e consono alle proprie esigenze. – si legge ancora nel comunicato – Tutto ciò a condizione che Fontana prendesse parte alle competizioni internazionali con la Nazionale italiana, accompagnata a bordo ghiaccio dal proprio tecnico durante le gare individuali e dal tecnico federale nelle gare a squadra. La FISG ha così comunicato ad Icelab, società di appartenenza dell’atleta, l’impegno a garantire la somma di 200mila euro a stagione a copertura di tutte le spese di preparazione e allenamento di Fontana. Una cifra, tuttavia, neanche lontanamente vicina alla somma irraggiungibile richiesta da Fontana per il quadriennio in corso».
La Federazione italiana Sport del ghiaccio ha poi voluto ritornare sulle presunte aggressioni subite da Fontana in allenamento. «Quanto al nuovo riferimento alla vicenda già denunciata ai Giochi di Pechino, si vuole sottolineare la recente archiviazione da parte della Procura Federale e della Procura Generale del Coni. Un episodio sul quale la Fisg si era immediatamente adoperata chiedendo agli organi di giustizia competenti di indagare, come da prassi, in modo autonomo e indipendente. Quel che è certo è che d’ora in avanti la Fisg non tollererà ulteriori accuse, avvertimenti o intimidazioni da parte di Fontana. L’interesse federale è la tutela e la salvaguardia del lavoro di un’intera Nazionale e di un intero movimento, che verranno sempre prima degli interessi di un singolo atleta, per quanto vincente. Le medaglie sono e restano importanti, ma non lo saranno mai più del rispetto, dell’educazione, della professionalità e della correttezza».
Il precedente di Pechino
L’intera polemica era emersa dopo Pechino 2022 quando Fontana, reduce dall’aver conquistato tre medaglie di cui una d’oro, aveva – appunto – denunciato le aggressioni subite da alcuni compagni di squadra in allenamento. In un’intervista al Corriere della Sera, la campionessa azzurra aveva affermato: «è dal 2010 che vivo male certe situazioni con gli allenatori. Un giorno a Baselga di Pinè Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli hanno fatto tracce pericolose davanti a me, cambi di direzione, accelerando e decelerando. Roba pericolosa. Era palese a tutti: volevano farmi cadere. Diventando sempre più aggressivi, io mi sono tenuta a distanza e finito l’allenamento me ne vado. Alla riunione tecnica del giorno dopo, hanno ammesso: non ci sta bene che ti alleni con noi. Mi aspettavo conseguenze, invece la Federazione ha buttato il problema su mio marito dicendo che dà fastidio vederlo sul ghiaccio».
Oltre a queste accuse, Fontana paventò la volontà di cambiare nazionalità e passare agli Stati Uniti per le Olimpiadi del 2026, definendo l’ambiente dello short track italiano «tossico». L’ipotesi ora è tornata alla ribalta e le parti sembrano aver creato un solco incolmabile che rischia di far perdere all’Italia una delle atlete più rappresentative della sua storia sportiva.