Durante il discorso di lunedì 21 febbraio, Putin ha firmato il decreto con cui riconosce le due Repubbliche secessioniste filorusse (Donetsk e Lugansk) come entità indipendenti.
COME SI È ARRIVATI A QUESTO DECRETO
Il 14 febbraio nella Duma, la Camera Bassa del parlamento russo, si è iniziato a parlare di questa eventualità, e la mozione è passata a larga maggioranza. Il 17 febbraio a Donetsk e Lugansk è stato dichiarato lo stato di emergenza ed il giorno dopo sono evacuati i primi civili. Nel frattempo a Lugansk quasi un milione di residenti hanno chiesto la cittadinanza russa. La crisi del Donbass ha avuto inizio nel 2014, anche a causa delle nuove politiche filo occidentali ucraine (come l’eliminazione del russo come lingua ufficiale).
LE PAROLE DI PUTIN
«Ritengo necessario prendere questa decisione che era matura da molto tempo». Con queste parole il Presidente Vladimir Putin ha dato l’ordine alle sue truppe di entrare nella regione del Donbass, che include le due Repubbliche. Putin ha quindi violato gli accordi siglati con l’Ucraina nel Protocollo di Minsk, che fissava i confini tra governativi e separatisti. Le due Repubbliche, geograficamente parte dell’Ucraina, si erano proclamate indipendenti nel 2014, anno del protocollo che pose fino alla guerra nell’Ucraina orientale.
LE TRUPPE RUSSE SI MUOVONO SUL CONFINE
Nella notte tra lunedì e martedì, dei cingolati Russi si sono mossi nei territori di Lugansk e Donetsk. Nel decreto firmato ieri sera, Putin ha inserito anche un ordine per le forze armate russe: dovranno assicurare la pace nei due territori. Come riporta il ministero della Difesa ucraino, due soldati ucraini sono stati uccisi dai bombardamenti avvenuti nella notte e altri 12 sono rimasti feriti. Circa 90mila residenti delle autoproclamate Repubbliche popolari sono entrati nella regione russa di Rostov.
I cingolati russi entrati nella regione del Donbass
LE REAZIONE DELL’OCCIDENTE E DELL’UCRAINA
La conseguenza più importante della scelta di Putin è stata sicuramente il via libera alla presenza ufficiale di truppe russe nel territorio del Donbass. L’ occidente si dice pronto a reagire con delle sanzioni. L’obiettivo è quello di isolare la Russia ed indebolire la sua economia. Il presidente Ucraino Zelensky ha parlato alla nazione subito dopo il discorso di Putin: «Non abbiamo paura di niente e di nessuno, non dobbiamo niente a nessuno, non cederemo niente a nessuno». Nella mattinata di martedì la Germania ha sospeso l’autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe garantire il passaggio di 55 metri cubi di gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Finora era bloccato in attesa del via libera dall’Unione Europea.