La notte di Capodanno a Milano è stata teatro di gravi episodi di molestie sessuali in piazza Duomo e le forze dell’ordine stanno facendo affidamento sul Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini (SARI) per individuare i responsabili. Le indagini si basano su un’ampia analisi delle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza e dai video pubblicati sui social network. Grazie a questa tecnologia, i volti ripresi nei luoghi indicati dalle vittime vengono confrontati con quelli presenti nei database delle forze di polizia.
L’indagine
Le prime denunce sono giunte dalla ventenne belga Laura Barbier, che ha raccontato di essere stata aggredita insieme a tre amiche nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II. La giovane ha descritto un “muro umano” che l’ha immobilizzata pochi minuti dopo la mezzanotte.
Il numero delle segnalazioni è cresciuto nei giorni successivi. Oltre al gruppo di ragazze belghe, si sono fatte avanti altre vittime: una donna italiana, due turiste inglesi e una donna sudamericana. Il lavoro investigativo si concentra ora sui profili dei presenti in piazza, anche grazie alle numerose identificazioni effettuate durante i controlli di sicurezza.
SARI: come funziona il sistema di riconoscimento facciale
SARI, sviluppato dall’azienda italiana Parsec 3.26, è stato introdotto nel 2017 per supportare le forze di polizia nelle indagini. Questo strumento confronta i volti ripresi dalle telecamere con quelli registrati nel database AFIS, che raccoglie fotografie, impronte digitali e dati biometrici dei soggetti segnalati. In particolare, SARI Enterprise automatizza alcune operazioni di confronto, accelerando il processo di identificazione, ma lasciando agli operatori la verifica finale dell’affidabilità dei risultati.
La versione Real-Time del sistema consente invece un monitoraggio immediato durante eventi e manifestazioni, confrontando i volti rilevati con una “watch list” predefinita. In caso di corrispondenza, viene generato un avviso per le forze dell’ordine.
Le criticità
Nonostante i benefici, l’utilizzo del SARI solleva preoccupazioni legate alla privacy e ai diritti civili. In Italia, il dibattito si concentra sull’impiego del sistema nei confronti di migranti e richiedenti asilo, per i quali si propone una sorveglianza intensiva. L’uso di tecnologie simili nel mondo ha evidenziato problematiche: negli Stati Uniti, per esempio, alcune leggi limitano il riconoscimento facciale per evitare falsi arresti, mentre in India e Cina il dibattito si estende agli effetti su minori e diritti umani.
L’utilizzo del SARI a Milano rappresenta un banco di prova per la tecnologia e per la gestione di episodi come quello accaduto a Capodanno. E sebbene il sistema prometta efficienza e precisione, rimane cruciale bilanciare la tutela della sicurezza con il rispetto delle libertà individuali.