Come previsto, anche al sesto scrutinio non è emerso il successore di Mattarella al Quirinale. I vari partiti hanno votato secondo le linee guida dettate dai leader nel pomeriggio, dopo le varie consultazioni. Il settimo o l’ottavo scrutinio sono ritenuti da molti quelli decisivi.
DOPO IL QUINTO SCRUTINIO: LE REAZIONI DEI PARTITI
Dalla riunione pomeridiana tra i leader e i capigruppo di Pd, M5S e Leu non era emersa alcuna dichiarazione. La situazione è sembrata fumosa già prima del voto. Alcune indiscrezioni lasciavano presagire che gli elettori della coalizione e di Iv avrebbero votato scheda bianca al sesto scrutinio. Altri tra i dem pensano che i voti per Mattarella al Quirinale siano un chiaro segnale di come andrà al settimo e ottavo scrutinio, quando non si potrà più evitare il suo bis al Quirinale. Durante la votazione è trapelata la notizia di un incontro tra Letta, Conte e Salvini, che si è tenuto negli uffici del M5S a Montecitorio e nel quale il leader del Carroccio avrebbe riferito il contenuto della sua conversazione con Draghi. I tre si sono poi visti nuovamente alle 20 circa, dopo che Salvini si era confrontato coi suoi.
Il centrodestra invece ha deciso di astenersi alla sesta votazione. Maurizio Lupi, di Noi con l’Italia, ha dichiarato a Rainews24 che un bis di Mattarella è improbabile e che «rimangono Casini e Draghi». Ha aggiunto che «centrodestra e centrosinistra devono trovare un punto di incontro e domani votare un Presidente della Repubblica». Tuttavia, molte voci lasciano intendere che le due opzioni siano ancora in campo e anzi siano diventate più probabili, dopo gli esiti degli ultimi due turni. Fonti della Lega hanno parlato anche di una telefonata tra Salvini e Draghi, che si sarebbe svolta nel pomeriggio, mentre, secondo l’agenzia Ansa i due sono stati visti uscire dallo stesso palazzo in via Veneto, a distanza di pochi minuti.
Umberto Bossi è più diretto e sostiene che, dopo la sconfitta, Salvini «farà quello che gli dice Berlusconi», ossia che «la sinistra vuole uno dei suoi alla presidenza». La dichiarazione è arrivata poco prima dell’annuncio di Anna Maria Bernini (Fi) dell’apertura di una trattativa con il centrosinistra.
IL QUINTO SCRUTINIO
La giornata è iniziata con la sconfitta di Casellati e la rottura del centrodestra durante la votazione del quinto scrutinio. La presidente del Senato arriva a 382 voti, lontana dalla maggioranza assoluta (505). Già prima dello spoglio, sembrava improbabile che la candidata del centrodestra raggiungesse il quorum con soli 528 votanti, 74 assenti e 406 astenuti. Sul podio nuovamente Mattarella con 46 voti e Di Matteo con 38. Le schede bianche scendono a 11.
Dalle dichiarazioni di alcuni elettori, subito dopo lo spoglio, sembrerebbe sfumata la possibilità di eleggere la Casellati nelle prossime tornate. Il centrodestra dunque, non essendo riuscito a raccogliere un largo consenso, potrebbe aver bruciato il nome della seconda carica dello Stato.
Di conseguenza, Matteo Salvini è il grande sconfitto di giornata, poiché si è dimostrato incapace di controllare i voti della sua coalizione. Infatti, ci sono stati circa settanta franchi tiratori che non hanno supportato l’ascesa di Casellati al Quirinale e che provengono probabilmente dalle file di Forza Italia. Di questi, 8 hanno votato Berlusconi, 7 Tajani, uno Galliani. I rimanenti sono probabilmente confluiti nelle schede bianche o nell’astensione.
LE REAZIONI DOPO IL QUINTO SCRUTINIO
Il fallimento dell’operazione Casellati al Quirinale porta degli strascichi all’interno del centrodestra. Pur senza nominarli direttamente, Giorgia Meloni ha lanciato una chiara stoccata agli alleati di Forza Italia: «Fratelli d’Italia, anche alla quinta votazione, si conferma come partito granitico e leale. Anche la Lega tiene. Non così per altri». Sulla stessa linea Ignazio La Russa: «Dove sono i franchi tiratori? Scegliete voi, non certo in Fratelli d’Italia e credo nemmeno nella Lega. C’è qualcuno che se ne frega dei valori del centrodestra».
Subito dopo il quinto voto si sono parlati anche Letta, Conte e Speranza per fare il punto della situazione. Gli esponenti politici hanno deciso di trincerarsi nel silenzio stampa. Uno dei pochi ad esporsi è stato Ettore Rosato di Iv. Su Twitter ha commentato: «Il fallimento del tentativo di Elisabetta Casellati impone di chiudere subito su un nome diverso».
RIASSUNTO DELLA MATTINATA
In mattinata, il centrodestra ha candidato ufficialmente Casellati per il Quirinale. La Presidente del Senato era la carta segreta che Matteo Salvini contava di giocare da giorni, dopo che i nomi di Pera, Moratti, Nordio e Cassese sarebbero stati bruciati.
Tuttavia, il centrodestra, al di là delle dichiarazioni di facciata, rimane molto diviso. La Casellati ha passato la notte al telefono in cerca di voti. Questa mattina, alcuni esponenti di Fi hanno avviato una raccolta firme per convincere Silvio Berlusconi a tornare in campo per il Quirinale. Il Cav, da parte sua, ha smentito tale ipotesi, e ha espresso sui social il proprio endorsement: «Io conosco Elisabetta Casellati da oltre 30 anni e posso garantire sulla sua assoluta adeguatezza a questo eventuale nuovo ruolo super partes. Per tale motivo mi rivolgo ai Parlamentari di tutti gli schieramenti, per chiedere loro di sostenere la Casellati».
Parallelamente, il leader della Lega aveva invitato Letta, Speranza e Conte a un incontro pre-votazione. Gli esponenti del centrosinistra, però, lo hanno evitato per tutta la mattina. Le motivazioni risiedono innanzitutto nel tempismo della candidatura (annunciata ufficialmente solamente a poche ore dalla votazione); e nel fatto che quest’ultima è considerata «unilaterale», come scritto in una nota congiunta dei tre leader. Secondo Letta il centrodestra ha tentato di dividere la sua coalizione piuttosto che di trovare una soluzione per il Paese. Inoltre, sin dai giorni scorsi, egli aveva espresso perplessità sulla candidatura della Presidente del Senato. Riguardo alla quinta votazione, i grandi elettori del centrosinistra si sono astenuti.
Salvini, in una conferenza stampa che si è tenuta intorno alle 12:00, ha detto che Casellati «non è un nome di bandiera» e l’ha definita «il miglior candidato possibile dopo Mattarella». Ha poi rivolto un appello al centrosinistra proponendo «un nuovo incontro nel pomeriggio».
LA PROTAGONISTA DEL GIORNO: MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI
Maria Elisabetta Alberti Casellati è nata a Rovigo nel 1946. Il papà, Vincenzo Alberti, è stato partigiano e liberale, partecipò anche alla liberazione del 25 aprile. Erede di questo patrimonio storico, Maria Elisabetta potrebbe adesso essere anche lei un personaggio di rottura, diventando la prima donna al Quirinale.
La sua carriera inizia come avvocata, poi l’incontro con Silvio Berlusconi, suo cliente, e l’approdo in politica nel 1994 come co-fondatrice di Forza Italia. Diventa subito senatrice e vice dirigente nazionale dei Dipartimenti di FI. Nel 2004 è sottosegretaria alla Sanità nel governo guidato da Silvio Berlusconi e nel 2008 alla Giustizia. Nel 2018 succede a Pietro Grasso come Presidente del Senato, diventando la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire questo ruolo. Nello stesso anno è anche la seconda donna, dopo Nilde Iotti, ad avere un mandato esplorativo, assegnato da Mattarella, per la formazione di un nuovo governo.
La sua attività politica è stata da sempre caratterizzata da un indirizzo europeista ed atlantista. Casellati, sebbene attaccata a valori tradizionali (nel 2016 si è opposta alla legge Cirinnà sulle unioni civili), si espone anche su temi di forte attualità, come l’ambiente e la questione femminile.
Negli ambienti di Palazzo, è nota con l’appellativo di “seconda scarica dello stato”, a causa del gran numero di collaboratori e portavoce che ha cambiato: 26 dal 2008 al 2011, 7 dal 2018.
PERCHÈ SI È VOTATO DUE VOLTE
Negli ultimi giorni, varie forze politiche hanno chiesto di procedere con due scrutini al giorno per eleggere il successore di Mattarella al Quirinale. La decisione andava presa dal presidente della Camera, in accordo coi capigruppo del Parlamento. La dichiarazione di Roberto Fico su un sesto scrutinio, fissato per le 17:00 della stessa giornata, è arrivata ancor prima di iniziare il quinto turno. Sabato 29 gennaio si voterà alle 9:30 e alle 16:30.