A tenere banco nell’attualità politica sono le fake news. Tutto parte dalle inchieste di New York Times e BuzzFeed che mostrano come delle pagine Facebook contenenti notizie false siano riconducibili al Movimento 5 Stelle e alla Lega. La replica dei grillini è arrivata attraverso il blog di Beppe Grillo, che ha spiegato come quello del movimento sia «un network enorme che ha più di dieci milioni di like e raggiunge ogni giorno milioni di italiani nella massima trasparenza ed è composto da persone fisiche facilmente rintracciabili e pubbliche. I giornali e i telegiornali, su input del Pd, parlano da giorni di due pagine Facebook che non sono assolutamente riconducibili alla comunicazione ufficiale del Movimento 5 Stelle e gestite da uno talmente grillino che ha gestito anche dei siti della Lega per soldi».
Non poteva mancare, dunque, l’intervento del segretario della Lega, Matteo Salvini. «Per me siamo alla follia: che il segretario del partito al Governo in Italia si preoccupi di curiosare su Facebook o Twitter è da ricovero. Le vere bufale le abbiamo al Governo”, afferma. “Noi non abbiamo guadagnato una lira mentre loro già occupano giornali, radio e tv. Le bufale in Italia vengono propagandate col megafono del Governo da tutti i tg e poi vogliono imbavagliare la rete? Ma siamo seri! Il segretario del Pd dovrebbe preoccuparsi di pensioni, lavoro sicurezza e giustizia”, aggiunge Salvini.
Per contrastare il fenomeno delle bufale è stato presentato un ddl firmato dal capogruppo al Senato, Luigi Zanda, e da Rosanna Filippin. Il progetto prevede “norme generali in materia di social network e per il contrasto della diffusione su internet di contenuti illeciti e delle fake news”. A proseguire la polemica, infine, anche il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi: «Nessuno di noi evoca il Russiagate, nessuno di noi chiede leggi per la censura, nessuno di noi fa soldi sul web. Chiediamo semplicemente di difendere la libertà degli elettori e dei nostri figli». (FS)