Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Quirinale questa mattina, martedì 26 gennaio, per rassegnare le dimissioni, poco dopo aver presieduto l’ultimo Consiglio dei Ministri.
Mattarella entrerà adesso nel buio della crisi: le consultazioni per il nuovo assetto governativo avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio.
Il piano
L’obiettivo dell’ex premier, per il momento, è quello di ricevere da Mattarella l’incarico di formare un nuovo esecutivo in grado di raccogliere la fiducia di una maggioranza più ampia. Il governo attuale, infatti, non disponeva dei voti sufficienti in Senato: il reclutamento dei “responsabili” non ha funzionato e Conte ha voluto evitare il no sulla riforma della Giustizia, prevista al voto questo giovedì. Adesso la corsa ai “costruttori”, nuovi fautori del governo auspicato da Giuseppe Conte, definito “di salvezza nazionale”.
Partiti in orbita
Nell’orbita del nuovo governo possibile, il cosiddetto Conte-Ter, i partiti di maggioranza, ma anche Italia Viva. Pd, M5S e Leu hanno ribadito ieri il loro sostegno al Presidente del Consiglio. Prevista domani alle 22.30 l’assemblea di Italia Viva, mentre i leader di Lega, FdI e il vicepresidente di Forza Italia si sono riuniti oggi. I partiti del centrodestra si presenteranno alle consultazioni con una delegazione unitaria, scartando l’ipotesi iniziale di un sostegno di FI al governo di salvezza nazionale.
Gli scenari della crisi
Oltre al Conte-Ter, sono almeno cinque gli scenari possibili da questo momento in poi. Non è esclusa la decisione di Mattarella su un altro premier. Nella prima ipotesi un nuovo Presidente del Consiglio sostenuto dalla maggioranza giallorossa, compresa Italia Viva: tra i papabili Di Maio, Zingaretti e Franceschini. Nel secondo caso un premier tecnico, il primo dopo il governo Ciampi del ’93.
Tra le scelte possibili anche il governo tecnico, sul modello Monti del 2011, ed uno a larghe intese, ovvero un esecutivo istituzionale con larga base parlamentare che comprenda anche partiti dell’opposizione.
Lontane ma non da escludere le elezioni anticipate, auspicate dai leader del centrodestra. A limitarle, oltre alla pandemia in crescita, il semestre bianco che parte da luglio, gli ultimi sei mesi di mandato del Presidente della Repubblica, in cui le Camere non possono essere sciolte.