Il 4 maggio è iniziata ufficialmente la fase 2. Secondo i dati diffusi dal Governo sono circa 4 milioni gli italiani tornati al lavoro. Tra le zone più interessate dalle aperture decretate dal Dpcm del 26 aprile c’è indubbiamente il Veneto con circa 1 milione di lavoratori tornati operativi. A testimonianza della fine del lockdown ci sono i dati sulla mobilità presentati dal governatore Luca Zaia nel corso del consueto punto stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera (VE). Zaia ha sottolineato che «1,2 milioni di veneti sono tornati al lavoro e lo dimostra l’aumento importante del traffico: oggi sull’autostrada Padova-Brescia rispetto a lunedì scorso la crescita è stata del 32%; sulle autostrade venete gestite dalla CaV il traffico è aumentato del 35%; mentre sui mezzi dell’Actv di Venezia la crescita è stata del 15%. Quindi – ha ricordato il governatore – è necessaria una sorveglianza estrema, grande prudenza e rispetto delle regole, e prima di tutto dell’uso della mascherina, perché se ci fosse una recrudescenza e un aumento dei ricoveri e delle terapie intensive non possiamo che ricorrere a nuove misure restrittive».
Manifestazione a Venezia
Anche a Venezia, nelle prime ore successive all’avvio della fase 2, si è registrato un movimento di persone ben superiore rispetto alle settimane scorse. Si è svolta anche una manifestazione, ordinata e con tutte le precauzioni previste dal Dpcm e delle ordinanze regionali, che si è spostata da San Marco in varie zone della città, organizzata dagli esercenti lagunari, preoccupati dalla data di riapertura ipotizzata per le attività horeca (hotel, ristoranti e caffè) e quelle legate al turismo.
Il ponte di Rialto non è più deserto
Il flusso maggiore di cittadini si è invece visto vicino al ponte di Rialto dove decine di persone si sono dedicate all’attività motoria rispettando l’obbligo decretato dal governatore Zaia di indossare la mascherina.
In molte zone però, Venezia sembra ancora in pieno lockdown e senza il flusso di turisti e visitatori sembra profondamente cambiata. Per qualcuno, potrebbe un’occasione per chiedere nel capoluogo veneto un turismo più controllato e selezionato mentre per alcuni, soprattutto per coloro profondamente colpiti economicamente dal blocco dei flussi fra paesi europei ed extraeuropei, non c’è niente per cui essere sollevati.