Berlusconi detta l’agenda ma non molla il centrodestra

84 anni e 2 mesi ma il centro della scena rimane suo. È intervenuto al telefono nella veste di “saggio” in varie trasmissioni, da Che Tempo che fa al Maurizio Costanzo Show; abbiamo temuto il peggio dopo il suo ricovero per Coronavirus; lo stiamo riscoprendo come il collante fra il centrodestra e il governo. Insomma, Silvio Berlusconi è l’uomo dalle mille risorse. Diversi colleghi parlano di Berlusconi come nuovo leader del centrodestra. Perché? Il sì compatto della coalizione composta da Berlusconi, Salvini e Meloni all’ultimo scostamento di bilancio ha cambiato leggermente lo scenario a cui eravamo abituati. In questo caso infatti è stato l’ex Cav a dettare l’agenda.

Scostamento sì, spostamento no
I tre leader della coalizione di centrodestra, (da sx) Meloni, Berlusconi e Salvini.

Non ci sono dubbi. Forza Italia non si staccherà dal centrodestra. Le ragioni per rimanere con Lega e Fratelli d’Italia sono molteplici e di certo non saranno sfuggite agli intellò forzisti. Innanzitutto, c’è la banale (ma fondamentale) questione elettorale: secondo l’ultimo sondaggio diffuso il 28 novembre 2020 da Ipsos, se si votasse ora Forza Italia avrebbe l’8% delle preferenze rappresentando così un bacino di voti fondamentale per chiunque avesse in mente di vincere le elezioni. Una Lega data al 25,5% e FdI al 15,5% potrebbero arrivare grazie a FI al 48%. Una maggioranza schiacciante per portare avanti agevolmente le battaglie del centrodestra: Salvini e Meloni non lo lascerebbero mai andare a costo di consegnargli dei ministeri chiave.  Un’altra ragione per ritenere che Berlusconi non passerà con gli storici “nemici” è che il centrodestra ha bisogno di una componente più centrista. Se Berlusconi abbandonasse il Carroccio e gli ex An non sarebbe più possibile parlare di centrodestra. Lo spirito moderato, liberale ed europeista del partito politico nato nel 1994 possono garantire alla coalizione un tipo di elettorato a cui né Salvini né Meloni potrebbero aspirare.
Infine, pensate davvero che Silvio Berlusconi potrebbe essere la stampella di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle? «Gli italiani sono diventati dei pazzi», direbbe il fondatore di Forza Italia.

Gli attacchi al M5S
La senatrice pentastellata Paola Taverna

Lo abbiamo capito. La coerenza non sembra essere un fattore necessario per essere un politico apprezzato. Non serve guardare troppo indietro per trovare qualche esempio calzante. Vi ricordate come si esprimeva la senatrice Paola Taverna (M5S) nei confronti degli attuali alleati di governo (Pd)? «Siete delle m***e, mafiosi! Dovete morire!». Qualche mese dopo il dietrofront: «Con il Pd si lavora bene». Un’abusata frase di una celebre canzone di Mia Martini dice: «La gente è strana prima si odia e poi si ama». Ma Silvio Berlusconi potrebbe davvero appoggiare il governo Conte? I precedenti non sembrano indicare un appoggio all’attuale esecutivo anche se questo Berlusconi dalla vocazione “istituzionale” mette in guardia. Nell’aprile del 2018 disse: «I 5 Stelle a Mediaset pulirebbero i cessi», e ancora: «(Il M5S, ndr) È il partito dei disoccupati, sono disgustato», per finire con la celeberrima critica agli elettori: «Siete tutti pazzi! Gli italiani sono usciti di testa! Siamo un popolo di matti». Ovviamente Berlusconi si riferiva al successo ottenuto dal Movimento 5 Stelle alle elezioni del 2018.

Fantapolitica, Berlusconi al Quirinale?

E se questo approccio dell’ex presidente del Consiglio non fosse altro che un tentativo di arrivare al Quirinale nel 2022? Qualche indizio in realtà sembra suggerire uno scenario simile ma resta comunque “fantapolitica”. L’avvicinamento alle forze di governo, l’apertura al dialogo, l’opposizione morbida e non furiosa e il processo di “riiabilitazione istituzionale” avviato in modo particolare dagli ambienti dem non escludono il più clamoroso dei ribaltoni politici. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte raramente si è concesso per interviste nelle reti Mediaset ma il 26 novembre 2020 si è presentato al Tg5 dove ha ribadito la soddisfazione per il dialogo instaurato con il centrodestra. Segnali di distensione quindi, in un rapporto tra esecutivo e Forza Italia che solo qualche mese fa sembrava irrimediabilmente compromesso.
Se Berlusconi appoggiasse il governo potrebbe dunque essere il nome a sorpresa scelto da Pd e M5S per il Quirinale? Difficile possa andare così, ma a 84 anni, dopo 26 anni di carriera politica, il ruolo di capo dello Stato potrebbe stuzzicare l’appetito del leader di Forza Italia…

Matteo Sportelli

La politica è ciò di cui amo scrivere e ciò che più mi appassiona. Ho conseguito la laurea triennale in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM di Milano e la laurea magistrale in Mass media e Politica all'Università di Bologna.

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