La prima fusione nucleare in grado di produrre stabilmente più energia di quanta ne consuma. È questa l’indiscrezione che – secondo Washington Post e Financial Times – sarà annunciata martedì dal Dipartimento dell’Energia USA.
Una notizia storica in quanto la fusione nucleare (o “fusione fredda”) è un metodo per produrre energia attraverso l’idrogeno in maniera pulita, sicura e virtualmente illimitata. La teoria esiste già dagli anni ’50, e si basa sul replicare le reazioni nucleari che avvengono nel Sole e nelle altre stelle. Durante il processo di fusione, due atomi d’idrogeno si scontrano a velocità elevatissime. L’impatto genera energia plasmatica che può, in teoria, essere convertita in energia elettrica.
I dettagli dell’esperimento
Due dei ricercatori coinvolti nel progetto avrebbero rivelato al Financial Times – a condizione di rimanere anonimi – i dettagli dell’esperimento. Sono stati utilizzati 2,1 megajoules di energia concentrata tramite uno dei più potenti laser al mondo. Da essa si sono prodotti stabilmente circa 2,5 megajoules: un guadagno di quasi il 20% sull’energia immessa, equivalente a poco più di un kilowatt/ora.
«Sarà per noi un grande orgoglio dire che ciò è avvenuto per la prima volta negli Stati Uniti», ha dichiarato David Edelman, direttore degli affari globali alla TAE, grande azienda privata nel campo della fusione, «è una pietra miliare importante sulla strada che porta all’energia a fusione».
L’impatto sulla società
È un risultato di dimensioni modeste, lontano dai numeri necessari per giustificare la creazione d’impianti energetici di grandi dimensioni. Nonostante i passi avanti, gli ingegneri devono ancora capire come creare dei macchinari in grado di sopportare la mole di stress necessaria per mantenere attivo un impianto a fusione, e come collegarli alla rete energetica.
L’avvento della fusione nucleare, prospettato entro la fine del secolo, potrebbe essere la principale arma contro il cambiamento climatico. Avere energia pulita in maniera illimitata e senza emettere carbonio, sarebbe la soluzione alla più impellente sfida del nostro secolo.
Difficoltà e investimenti futuri
Due sono i problemi legati al sogno della fusione nucleare: il primo sono i materiali richiesti per tali macchinari, rarissimi sulla Terra; il secondo l’avvio stesso degli impianti, che richiederebbe quantità al momento impensabili di energia.
Gli investimenti in questo campo sono ingenti da parte di tutte le potenze della Terra. Le missioni Artemis, tra le altre cose, hanno anche l’obiettivo di estrarre elio-3 dalla superficie lunare. Si tratta di uno degli isotopi più efficienti per questo tipo di reazione, con cui si potrebbero attivare impianti a fusione in grado di soddisfare il bisogno energetico delle basi lunari.
Articolo a cura di Ivan Torneo