Il 28 ottobre Liliana Segre è stata ospite all’Università Iulm di Milano dove, durante il seminario ‘Dal binario 21 ad Auschwitz: il linguaggio dell’odio’ ha ricordato cosa accadde quanto fu costretta a lasciare la scuola, che cosa rappresentò quel viaggio sul carro merci con destinazione i campi di concentramento. Nell’ultimo periodo, la senatrice a vita ha raccontato di essere vittima di insulti sui social network e Internet.
E a tal proposito per fermare la deriva in cui il mondo online sta finendo è nata: Cop – ‘Chi odia paga’, una piattaforma virtuale che permette di difendersi dall’odio online e avere assistenza legale. L’iniziativa di Francesco Inguscio consente alle vittime di chiedere la rimozione degli insulti, svolgere tutte le fasi che precedono un processo penale fino ad arrivare all’invio di diffide, esposti al questore, denunce e querele.
L’odio online dilaga e i mezzi per offendere sono “a portata di clic” di chiunque, mentre gli attuali strumenti di tutela legale non permettono oggi di difendersi in modo altrettanto agevole e immediato. Proprio per colmare questo gap nel 2018 è nata COP. La startup esce oggi dalla sua fase stealth per invitare associazioni, aziende, influencer, professionisti del settore a registrarsi al sito www.chiodiapaga.it in vista del lancio ufficiale che avverrà a inizio 2020.
COP non nasce solo per iniziativa di Francesco Inguscio, imprenditore seriale in ambito tecnologico e CEO di Nuvolab, uno dei venture accelerator più attivi nel mondo startup italiano; ma anche grazie all’advisory dell’avvocato Giuseppe Vaciago e al suo team di giuristi. Secondo l’ultima “Mappa dell’intolleranza” redatta da Vox Diritti, oltre il 70% di 215 mila tweet analizzati nel 2019 contiene messaggi di odio.
“Mi sembra doveroso scendere in campo contro l’odio online mettendo al servizio della società le competenze e le risorse accumulate in questi 10 anni di attività nel mondo dello sviluppo di startup innovative – afferma Inguscio – tramite la nostra piattaforma puntiamo a ‘tassare chi odia’ per finanziare progetti di sensibilizzazione ed educazione ad un uso costruttivo della comunicazione sulla Rete”.
“Per me e il mio team – dice Vaciago – è una sfida professionale continuare a innovare il diritto penale tramite tecnologie legaltech e competenze sviluppate in 20 anni di esperienza in questo ambito”. Nel progetto ha creduto fortemente il fondo di impact investing Oltre Venture, che ha finanziato con un primo round seed da 200mila Euro l’iniziativa e ne sta supportando lo sviluppo.
“Il nostro obiettivo è investire in aziende economicamente sostenibili che sviluppino delle soluzioni concrete ai problemi della nostra società – spiega Luciano Balbo, presidente e co-fondatore di Oltre Venture – Chi Odia Paga, in questo senso, democratizza l’accesso ai servizi legali per tutti coloro che sono vittima di odio online”.
La società, con un core team tutto al femminile costituito dall’avvocato Nicole Monte sul fronte legale e Cristina Moscatelli sul fronte marketing, è stata creata nel 2018 anche grazie alla vincita del bando SIAVS per Startup Innovative a Vocazione Sociale della Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia.
Il video di lancio dell’iniziativa è ispirato al sermone del pastore Martin Niemöller contro l’apatia della società civile che portò all’ascesa del nazismo in Germania negli anni Trenta. L’augurio è che la risposta odierna contro il dilagare dell’odio online sia ben diversa. Il messaggio è: da oggi chi odia, paga!