Insulto ad Erdogan, arrestata la reporter turca Sedef Kabas

Erdogan

Arrestata Sedef Kabas, nota giornalista turca e conduttrice televisiva, accusata di aver insultato il Presidente Recep Tayyip Erdogan. Nel corso di una trasmissione in diretta sul canale dell’opposizione Tele1, la reporter ha citato questo proverbio: «Il bue non diventa re entrando nel palazzo, ma il palazzo diventa una stalla». La stessa frase era anche comparsa sul suo account Twitter, che conta circa 900.000 follower.

La reporter è stata subito attaccata da tre esponenti dell’Akp, il partito di governo. Tra questi Numan Kurtulmus ha dichiarato: «Insultare il presidente con espressioni volgari è un attacco alla volontà nazionale». Ad oggi sono oltre 12.881 le condanne per i cittadini turchi per la stessa accusa. Il portavoce del Presidente, Fahrettin Altun, ha twittato: «Una cosiddetta giornalista sta insultando clamorosamente il nostro presidente su un canale televisivo che non ha altro obiettivo che difendere l’odio». Sui social sono arrivate anche le critiche del ministro della Giustizia Abdulhamit Gül: «Maledico le brutte parole che prendono di mira il nostro Presidente».

Sedef Kabas: chi è la giornalista che rischia fino a 4 anni di carcere

Prima giornalista turca a lavorare all’Atlanta CNN International, classe 1970, Sedef Kabas nasce a Londra. Nel 1998 ha ricevuto, sempre dalla CNN, il Best News Awards, un premio per la migliore notizia di economia. È stata conduttrice e creatrice di programmi tv per Ntv, Atv, Tv8, SkyTurk e Trt2. Nel 2007 ha fondato  la Sedef Kabas Communication & Consultancy: società di consulenza per imprenditori e politici. Kabas era nella sua casa di Istanbul quando la polizia l’ha prelevata; trattenuta in hotel fino all’udienza, al giudice ha negato ogni imputazione. Se condannata rischia fino a quattro anni di prigione.
Già nel 2014 Kabas era stata accusata per aver preso di mira delle persone coinvolte in operazioni antiterrorismo. La giornalista aveva criticato su Twitter il giudice Hadi Salihoglu, accusato di aver fatto cadere nel vuoto l’inchiesta sulla corruzione che nel dicembre 2013 ha portato all’arresto dei figli di alcuni ministri del governo Erdoğan.

«La giustizia tornerà di nuovo in Turchia»

«Ne uccide più la penna che la spada»: l’antico proverbio spaventa Erdogan. Da tempo le Ong denunciano le violazioni della libertà di stampa in Turchia. Emblematico il golpe fallito del 2016 quando decine di giornalisti sono stati arrestati e molti media giudicati ostili sono stati chiusi. Il direttore di Tele1, Merdan Yanardag, ha dichiarato: «Arrestare una persona in piena notte per un proverbio è del tutto inaccettabile, questo è un tentativo di intimidire i giornalisti, i media e la società».

L’opposizione si è schierata dalla parte della reporter. La leader del Partito Buono Meral Aksener ha lanciato l’hashtag pro-Kabas su Twitter e ha scritto: «Questo andazzo finirà e la giustizia tornerà di nuovo nel Paese». Per il sindacato dei giornalisti turchi «L’arresto di Sedef Kabas per insulti al Presidente è un grave attacco alla libertà d’espressione».

Eleonora di Nonno

Classe '99, pugliese ma abito il momento. Divoratrice di libri e inguaribile ficcanaso. Per descrivermi ecco le rime di Caparezza: "L'inchiostro scorre al posto del sangue; Basta una penna e rido come fa un clown; A volte la felicità costa meno di un pound".

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