Russia, Navalny scomparso dal carcere. E ora dov’è?

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Di Alexei Navalny non si sa più nulla da quasi una settimana. A denunciare la situazione i sostenitori del leader russo dell’opposizione, in prigione dal 2021 avendo sulle spalle una serie di condanne – tra cui frode e appropriazione indebita – la cui pena ammonta a 30 anni. Le comunicazioni con il mondo esterno sono state interrotte bruscamente. I suoi collaboratori non ricevono più le sue consuete lettere. E nemmeno i suoi avvocati sarebbero stati in grado di vederlo.

«Non sappiamo ancora nulla di come stia», ha commentato Kira Yarmysh, la portavoce di Navalny. «Sono ormai più di sei giorni che nemmeno i suoi legali lo vedono».

Le prime denunce

Un cortocircuito che era iniziato già l’8 dicembre, poco prima che il presidente Vladimir Putin ufficializzasse la sua candidatura – la quinta – alle elezioni presidenziali del prossimo anno. Sul social X arriva la prima denuncia da parte di Maria Pevchikh, presidente della Fondazione Anti-corruzione fondata da Navalny stesso nel 2011.

«Sono ormai tre giorni che è scomparso. Ai suoi legali è rifiutato ogni accesso alla struttura penitenziaria. Non si è presentato alle udienze programmate». Una preoccupazione crescente visti alcuni report di una settimana fa che raccontavano di un «grave incidente di salute» per il dissidente russo.

«Si è ammalato nella sua cella la settimana scorsa», ha raccontato Kira Yarmysh. «Ha avuto le vertigini e si è sdraiato sul pavimento. Il personale è arrivato immediatamente, ha steso Alexei e gli ha somministrato una iniezione tramite flebo». Essendo in isolamento completo è difficile per chi è all’esterno comprendere cosa stia accadendo dentro le mura della colonia penale IK-6 Melekhovo, dove il 47enne è tenuto sotto stretta osservazione dal 2022. I suoi sostenitori temono che i problemi siano legati a denutrizione e alla mancanza quasi totale di ventilazione della sua stanza.

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La colonia penale di regime IK-6, dove Alexei Navalny è stato trasferito nel marzo 2022, vicino al villaggio di Melekhovo a circa 175 miglia da Mosca.

«Non avrebbe mai dovuto essere incarcerato, e lavoreremo con la nostra ambasciata a Mosca per vedere quanto possiamo capire di questa situazione», ha detto John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano.

L’ipotesi di trasferimento 

La situazione esplode definitivamente lunedì 11 dicembre. Navalny, che avrebbe dovuto collegarsi in videoconferenza per una delle udienze schedulate, ancora una volta è assente all’appuntamento. Alla richiesta di spiegazioni i funzionari del carcere hanno risposto in maniera non soddisfacente, puntando il dito contro dei misteriosi «problemi di corrente elettrica».

Nel pomeriggio, gli avvocati del dissidente si sono recati alla prigione IK-6, senza però riuscire ad accedervi. Secondo quanto sostenuto dalle forze penitenziarie, infatti, il prigioniero Alexei Navalny non era più presente nell’elenco degli ‘ospiti’ della struttura. Il primo pensiero, esplicitato dalla stessa Yarmysh, è quello di un trasferimento.

«Partiamo dal presupposto che avrebbe potuto essere spostato», ha spiegato la portavoce al Guardian. «Probabilmente in direzione della IK-7», una colonia carceraria a regime speciale dove i prigionieri sono sottoposti a rigide limitazioni per quanto riguarda i contatti con l’esterno. Un trasloco forzato che era già stato stabilito, pur senza la specifica del carcere di destinazione. Gli avvocati si sono recati anche ai cancelli della seconda struttura. Solo per sentirsi ripetere la stessa frase: il nome di Navalny non compare neanche in quei registri.

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Alexei Navalny, scomparso dal carcere a pochi mesi dalle elezioni presidenziali

La mattina di martedì 12 dicembre un nuovo aggiornamento. Un funzionario della IK-6 avrebbe confermato l’avvenuto trasferimento di Alexei, pur non essendo a conoscenza della nuova posizione del prigioniero. E intanto la piccola telecamera davanti a cui Navalny compariva alle udienze continua a inquadrare il muro. Questa volta, però, non c’è spazio per ‘incidenti elettrici’. Come ha commentato Yarmysh: «Hanno mentito per sei giorni solo per guadagnare tempo».

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