Navalny, condanna a 9 anni: “Putin ha paura della verità”

Frode sul larga scala

Il principale oppositore di Vladimir Putin, che già sta scontando una pena detentiva di due anni e mezzo, è stato condannato a 9 anni di carcere per frode su larga scala. “Alexei Navalny ha commesso oltraggio alla Corte e frode, in particolare appropriazione indebita di beni di qualcun altro attraverso bugie e abuso di fiducia», ha dichiarato la giudice Margarita Kotova pronunciando la sentenza di condanna. Il giudice ha inoltre aggiunto una multa pari a 1,2 milioni di rubli, l’equivalente di 11.525 dollari.

Accuse fabbricate

Secondo l’accusa, che aveva chiesto una pena di 13 anni di detenzione l’imputato si sarebbe indebitamente appropriato dei fondi della Fondazione Anticorruzione da lui fondata, motivazioni che Navalny ha ovviamente respinto definendole false e che per gli avvocati della difesa, gli unici sostenitori di Navalny presenti in aula, sarebbero costruite ad arte con lo scopo di tenere il dissidente in cella il più a lungo possibile.

Arrestati gli avvocati della difesa

Il verdetto è stato annunciato in un’udienza del tribunale fuori sede nella colonia penale N2 nella città di Pokrov, nella regione di Vladimir, dove Navalny è detenuto. Sciolta l’udienza, la polizia russa ha arrestato i due avvocati dell’oppositore: del quotidiano Novaya Gazeta riferisce che i legali, Olga Mikhailova e Vadim Kobzev, sono stati portati via dagli agenti subito dopo aver finito di rispondere alle domande dei giornalisti. Il presidente russo Vladimir Putin “ha paura della verità”, ha commentato subito dopo la condanna Navalny che è stato tra l’altro inserito nell’elenco dei terroristi ed estremisti redatto dall’ente Rosfinmonitoring, il servizio federale per il monitoraggio finanziario.

Una sentenza per motivi politici

“Inorridita dalla notizia che il premio Sakharov Alexei Navalny è stato dichiarato colpevole in un nuovo processo farsa. Questa è una presa in giro della giustizia. Chiediamo il suo rilascio immediato”, scrive in un tweet la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Gli Stati Uniti ne chiedono il rilascio immediato come ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, condannando con forza la nuova sentenza. Ferma anche la condanna da parte dell’Unione europea: “Sentenza per motivi politici”.

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