Iran contro Charlie Hebdo: «Farete la fine di Rushdie»

Una Fatwa – la condanna a morte per blasfemia della fazione sciita dell’Islam – da parte del capo dei Pasdaran, Hossein Salami, è stata emanata contro la rivista Charlie Hebdo. L’annuncio del Comandante del Corpo di guardia rivoluzionario della Repubblica Islamica avviene in seguito alla pubblicazione speciale del 7 gennaio, incentrata sulla satira contro il regime teocratico iraniano.

Le vignette al centro della vicenda
copertina del numero speciale di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2023

«Mullah, ritornate da dove siete venuti», titola la copertina della rivista satirica francese. L’immagine (figura 1) ritrae una donna nuda dai capelli blu (un probabile riferimento alla Francia?) che divaricando le gambe permette l’ingresso dei Mullah – gli studiosi di teologia mussulmana – dentro il suo utero, come se fosse un parto alla rovescia. La vignetta, secondo la rivista Micromega potrebbe simboleggiare che: «Quella vagina è natura e da lì sono venuti e lì devono essere risucchiati perché indegni del della vita che è donna». Nell’immagine in copertina, successiva a questa, i Mullah ritrovano l’uscita dal corpo della donna dopo una settimana, dal suo sfintere.

un esempio delle vignette contenute del numero

In un’altra vignetta (figura 2) viene raffigurato un Mullah che commenta “quale orrore!” leggendo il numero della rivista, in una sorta di meta-narrazione. Sullo sfondo si vedono i corpi lapidati di due donne e cinque cadaveri condannati a impiccagione. Tutto ciò a sottolineare il paradosso tra lo sdegno per le immagini satiriche che – per quanto forti – non saranno mai paragonabili alle esecuzioni dei manifestanti iraniani.

Le reazioni dal mondo

«L’Islam presto o tardi si vendicherà. Potreste arrestare i vendicatori, ma i morti non torneranno in vita», sentenzia dopo la Fatwa il leader dei Pasdaran Hossein Salami. Nel frattempo giovedì 5 gennaio le autorità iraniane hanno annunciato la chiusura dell’Istituto francese di Ricerca in Iran (Ifri). L’intento era di scatenare un caso diplomatico, a seguito delle 35 vignette pubblicate nei giorni precedenti. Queste illustrazioni commemoravano le vittime dell’attentato a Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015. Tre giorni dopo gli iranani bruciano bandiere francesi di fronte all’ambasciata di Francia.

Il popolo francese fa quadrato attorno alla redazione di Charlie Hebdo, difendendone la libertà di espressione: «È una libertà al centro della nostra democrazia, costitutiva della nostra Repubblica – dichiara il presidente Emmanuel Macron – e dobbiamo continuare a difenderla. Non cederemo nulla della libertà espressione, inclusa la libertà di fare le caricature».

Il mondo arabo non è altrettanto unito contro la rivista satirica francese. Omid Memarian, giornalista freelance per numerose riviste statunitensi – tra cui il New York Times e il Wall Street Journal – ha twittato sarcasticamente: «Un regime infanticida che depreda i corpi delle vittime dalle loro tombe, uccide centinaia di protestanti in tre mesi e non ha rispetto per nessuna forma di libertà, ha la presunzione di chiamare le vignette di Charlie Hebdo su Khamenei un “insulto”. Questa si chiama libertà di espressione».

il tweet di Omid Memarian
I tragici precedenti

Charlie Hebdo non è nuova alle minacce. In un’occasione si sono tramutate nella famosa strage del 2015, in cui persero la vita dodici elementi della redazione. L’attentato terroristico, rivendicato dalla branca yemenita di Al-Qaida, è solo quarto in Francia per numero di vittime, dopo quello del Bataclan, quello allo Stade de France e la strage di Nizza. «Farete la fine di Rushdie», ha minacciato Salami, riferendosi a Salman Rushdie, uno dei più importanti scrittori indiani, accoltellato nel 2022 – ma poi sopravvissuto – a seguito di una Fatwa emessa dopo la pubblicazione del suo romanzo “I versi satanici”.

Di Andrea Carrabino e Ivan Torneo

 

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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