«Un’amnistia selettiva». Queste le parole di Maria Nogueras, la portavoce del leader del partito indipendentista catalano Junts (o Junts per Catalunya) Charles Puidgemont, in merito alla legge sull’amnistia per gli attivisti indipendentisti della Catalogna, votata in Congresso il 30 gennaio. Il testo normativo, proposto dal governo socialista di Pedro Sanchez, ha trovato il muro degli alleati, oltre che dei partiti all’opposizione, Vox, Partito Popolare e altri gruppi minori.
Junts, un alleato scomodo
Fin dalla sua formazione, il governo guidato dal PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) di Pedro Sanchez ha dovuto fare importanti concessioni a Junts per Catalunya, uno dei partiti che gli hanno permesso di vincere le scorse elezioni e confermarsi alla guida della Spagna.
Si tratta di una coalizione politica che sostiene la causa indipendentista della Catalogna. È guidata da Charles Puidgemont, che nell’ottobre del 2017 è andato “in esilio volontario” a Bruxelles. Il leader di Junts aveva deciso di lasciare il Paese a seguito del referendum per l’autonomia della regione Catalogna, da lui indetto in veste di Presidente della regione. L’iniziativa non era però stata permessa dal governo di Madrid. Per questo motivo, la Catalogna venne commissariata e Puidgemont fu destituito, prima di essere querelato per reati di ribellione, sedizione e diffamazione.
Ora Junts è un partito alleato del PSOE e Puidgemont si trova ancora in Belgio. L’impressione è che, da quando è al governo, il partito indipendentista catalano abbia il coltello dalla parte del manico per ricattare il gruppo di maggioranza, quello dei socialisti, e raggiungere i propri obiettivi . In vetta ai quali c’è la liberazione dei prigionieri politici accusati di vari reati connessi alla causa indipendentista.
Una proposta di legge di amnistia formulata dal PSOE lo scorso novembre andava in questa direzione. E fu la moneta di scambio con cui Sanchez ottenne l’appoggio di Junts per la formazione di una maggioranza parlamentare. Un passaggio indispensabile per restare alla guida del Paese per un secondo mandato. I voti degli indipendentisti per confermarsi al governo in cambio di un “liberi tutti” che accontentasse gli alleati. Un compromesso ideale, o almeno così sperava il primo ministro iberico.
Perché Junts ha bloccato la legge sull’amnistia
La legge avrebbe portato alla cancellazione della «responsabilità penale, amministrativa e contabile» per oltre 300 attivisti indagati. A questi si aggiungono 73 poliziotti incriminati per eccessive violenze nei confronti dei manifestanti in occasione del referendum del 2017. Inizialmente, a novembre, Junts si era mostrato favorevole all’iniziativa e aveva votato sì alla proposta di legge in Commissione di Giustizia. Settimana scorsa le varie componenti dell’esecutivo hanno redatto il testo di comune accordo. Martedì 30 gennaio, però, in Congresso Junts si è opposto, impedendo al testo legislativo di arrivare in Senato. Il disegno di legge tornerà quindi in Commissione e i partiti dovranno apporre eventuali emendamenti entro 15 giorni.
Secondo El Pais, Junts reclama l’inclusione all’interno della legge di modifiche che garantiscano la libertà per Puidgemont e altri capi indipendentisti incriminati per grave delitto di terrorismo o alto tradimento. Dall’amnistia sarebbero infatti esclusi coloro sui quali gravano queste due categorie di accuse.
Il veto messo dalla destra indipendentista alla proposta del PSOE è la prima sconfitta interna del secondo governo Sanchez. I socialisti, assieme alla coalizione alleata di Sumar, hanno accumulato 171 voti, contro i 179 di Junts, Vox, Partito Popolare, Unione del Popolo Navarro e Coalizione Canaria. Il voltagabbana dei catalani è stato un fulmine a ciel sereno per il governo. Il ministro della Giustizia, Felix Bolaños, ha commentato l’accaduto con sgomento: «È incomprensibile che Junts voti contro una legge che ha concordato».
A pesare nella scelta dei parlamentari fedeli a Puidgemont la parzialità della misura, e quindi la sua insufficienza. Secondo Nogueras, le colpe vanno rintracciate nel PSOE che non ha accettato ulteriori emendamenti al testo in fase di dibattimento. Di fronte alle richieste di estensione dell’amnistia anche ai casi di grave delitto di terrorismo e alto tradimento, il partito socialista ha fatto presente che il Tribunale dell’Unione Europea avrebbe potuto mettersi di traverso.