Un aereo bianco, con una livrea rossa-gialla-blu che gli squarcia il fianco, atterra in tarda serata all’aeroporto di San Salvador, capitale di El Salvador. È il 15 luglio 2023 e i 300 passeggeri – tutti indiani – a bordo di quell’Airbus A340 della compagnia romena Legend Airlines arrivano da 18 ore di volo. Più precisamente da Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, con breve scalo a Parigi. L’aereo si avvicina alla struttura principale dell’Aeropuerto Internacional San Óscar Arnulfo Romero, ma nessun funzionario dà cenno di muoversi. I membri dell’equipaggio si guardano tra loro attoniti: alla porta d’ingresso dell’Airbus non viene attaccato neanche un manicotto d’imbarco.
Rimangono lì. Non è ammesso a bordo nessun addetto alle pulizie, non sono offerte cure a un passeggero che soffriva di calcoli renali. Cibo e acqua, a razioni iper ridotte, sono fatti passare attraverso un finestrino aperto della cabina di pilotaggio. L’immondizia raccolta durante quel giro di mezzo mondo è gettata dall’equipaggio del volo direttamente sull’asfalto della pista.
Dopo otto ore il pilota riprende la cloche in mano e decolla in direzione Fujairah. I sogni dei 300 passeggeri si infrangono in El Salvador. Molti di loro intendevano proseguire a nord e attraversare il confine con gli Stati Uniti. Altri si erano limitati a preannunciare una vacanza nella città messicana di Tijuana, al confine con la California.
È la nuova fase dell’immigrazione illegale in America. Sempre più spesso migranti provenienti da altri continenti comprano “pacchetti viaggio” comprensivi di volo (charter o di linea), autobus e pernottamenti fino al confine tra Stati Uniti e Messico. Secondo un’investigazione della Reuters sarebbero due le principali rotte intercontinentali: dall’India e dall’Africa Occidentale.
Da New Dehli a New York…
Biglietto aereo e trasporto via bus per una modica cifra che si aggira tra i 6 e gli 8 milioni di rupie, tra i 72mila e i 96mila dollari a persona. «Sono prezzi da estorsione per sfruttare e trarre profitto da migranti vulnerabili» sostiene Eric Jacobstein, vice segretario aggiunto dell’Ufficio del Dipartimento di Stato americano per l’Emisfero Occidentale. Il pagamento completo solo una volta giunti a destinazione, oltre il muro di cinta che separa il Centro dal Nord America. È solo la punta di un enorme iceberg fatto di trafficanti di umani, ufficiali governativi collusi e compagnie aeree. Il punto di partenza è l’India, da cui ogni anno 42mila persone migrano negli Stati Uniti (nazionalità più numeroso al di fuori dei latinos).
Viaggiano leggeri, si fanno spesso bastare un piccolo zaino per settimane. In cerca dell’American dream: «Mi hanno detto che in un anno guadagnerà più soldi di quanti ne avrebbe guadagnati in sei o sette anni qui», racconta la madre di un migrante a Reuters. «Così ho accettato i suoi piani di fuga». Le destinazioni sono due: El Salvador e Nicaragua, i due Stati che tagliano precisamente a metà il lungo continente americano. Il Messico ormai ha sviluppato controlli eccessivamente rigidi. Arrivare invece in Sud America – dove il regime dei visti è ben più lasco – li costringerebbe alla pericolosa traversata della Darien Gap, la giungla tra Panama e la Colombia.
… passando per Bucarest
Tra chi funge da «tassista» in questa tratta, non si sa ancora per mandato di chi, ci sarebbe la compagnia aerea Legend Airlines. Registrata in Romania dal 2020, tra giugno e luglio 2023 avrebbe effettuato tre voli charter (cioè al di fuori dei programmi dei voli di linea) per El Salvador. Tra cui quello del 15 luglio. Già il primo atterraggio aveva sollevato qualche sospetto nelle forze dell’ordine centramericane. «Ci hanno fatto un sacco di domande», ha raccontato un membro dell’equipaggio. «Da dove veniamo? Da dove viene la compagnia? Dove, quando è stata fondata la compagnia?».
Poi un silenzio di quattro mesi, fino a cinque ulteriori voli nel dicembre 2023. Questa volta verso l’Aeropuerto Internacional Augusto C. Sandino a Managua, in Nicaragua. Uno di questi, il 21 dicembre, è fermato all’aeroporto di scalo Parigi-Vatry e rispedito a Fujairah. Numerosi passeggeri iniziano uno sciopero della fame in protesta: avevano venduto auto e case per potersi pagare il sogno americano. Spesso affidandosi anche a ‘agenti’ di viaggio, cui viene versato un anticipo di circa 12mila dollari. I restanti 60mila arriveranno dagli Stati Uniti.
L’Autorità aeronautica civile romena (CAA) ha allontanato qualunque responsabilità legale riguardo alle leggi migratorie applicabili negli Stati Uniti. Al contempo, però, ha riconosciuto preoccupazione per la presenza «di alcuni passeggeri indiani che viaggiavano verso l’America centrale su voli charter con l’intenzione di migrare irregolarmente». Dall’incidente di Parigi, Legend Airlines sembrerebbe non aver più volato sopra l’Atlantico. Il flusso di persone, però, non diminuisce.
A Managua nel 2023 sarebbero atterrati 879mila passeggeri, il 56% in più rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid. Solo 573mila sono decollati dalla stessa pista. Le tasse per i visti di atterraggio e transito sono valsi alle casse del Nicaragua una cifra record di 1,9 miliardi di cordobas (52 milioni di dollari), cinque volte tanto rispetto alle entrate del 2019). Secondo alcuni funzionari americani, oltre il 10% dei passeggeri che si recano nel Paese hanno intenzione di migrare verso nord. Da qui la decisione dell’amministrazione Biden di imporre restrizioni sui visti a 250 funzionari nicaraguensi. Nonché sanzioni alle aziende filo-governative che sfruttano l’immigrazione irregolare, definite dalla vicepresidente Rosario Murillo «traditori, codardi e venduti al servizio degli imperialisti yankee».
“Mama Africa”
La seconda rotta è quella che parte dall’Africa Occidentale. Più economica (intorno ai 10mila dollari a pacchetto), per evadere i controlli dei visti i migranti compiono una serie infinita di scali prima di atterrare a Managua. Partendo dal Senegal, come il 30enne Ismail Diop, si fa tappa a Rabat, a Madrid, a Bogotà e a San Salvador. La compagnia aerea questa volta è la colombiana Avianca, principale linea di collegamento con l’Aeropuerto Internacional Augusto Sandino. Il costo dei voli, affidato in anticipo a un intermediario di biglietti dal Marocco, è di circa 3.200 dollari. Cui si aggiungono 160 dollari per il visto turistico – hanno 5 giorni per transitare legalmente dentro il Paese – e 50 dollari di taxi da Managua al confine con le Honduras. Ma si può arrivare a pagare 7mila per i voli e 3mila per il resto.
I migranti sono poi affidati a gruppi organizzati di trafficanti, che si fanno chiamare con l’appellativo Mama Africa. Questi li accompagnano all’hotel dove gli è dato cibo, un letto e un braccialetto giallo di plastica. Una sorta di lasciapassare per la polizia: «Se ti fermano, basta mostrare il polso e non hai problemi», racconta Diop. Di trafficante in trafficante fino a Sonoyta, al confine con gli Stati Uniti, dove ai migranti sono mostrate delle fessure nella recinzione attraverso cui passare.
Per i contrabbandieri di uomini è un vero e proprio business. Sono in contatto con agenti stanziati in Africa, che indirizzano verso di loro le persone disperate. Nell’ultimo anno hanno organizzato circa otto viaggi da venti persone a settimana.
Usa e immigrazione
Nell’ultimo anno sono stati 2 milioni gli arresti per immigrazione illegale lungo il confine con il Messico. Numeri che non bastano ad arginare quella che sembra un’ondata irrefrenabile da sud. E sembra essere fallimentare anche l’ultima misura in merito attuata da Joe Biden: dal 4 giugno, oltre una data soglia di attraversamenti non sarà più concesso il diritto d’asilo e i migranti saranno riportati in Messico.
Sono sempre più gli irregolari extra-Americhe, circa il 9% del totale quando dieci anni fa ne rappresentavano solo l’1%. E proprio il tema del confine meridionale è uno dei talloni d’Achille della campagna elettorale democratica, ora passata nelle mani di Kamala Harris. A marzo l’amministrazione ha revocato i visti statunitensi ai proprietari e ai dirigenti di compagnie aeree che si ritiene facilitino il traffico umano. Ha poi iniziato una collaborazione serrata con i governi d’oltreconfine. Il vice presidente di El Salvador Felix Ulloa ha sottolineato la presenza di un «permanente, costante ed efficace» aiuto da e per Washington. Tra cui la decisione di una tassa fissa pari a mille euro per il visto e il transito nel Paese, misura che avrebbe ridotto drasticamente il numero di accessi.
Diverso il discorso dell’immigrazione per il Nicaragua, il cui presidente Daniel Ortega è un ex guerrigliero dichiaratamente anti-americano. «È difficile quando si ha un governo che ha spalancato le porte e permette a chiunque di volare direttamente in cambio di un pagamento in contanti», sostiene Blas Nuñez-Neto del Dipartimento di sicurezza nazionale americano. «Il Nicaragua usa i migranti come arma».