Il più grande nemico degli Stati Uniti è diventato TikTok

Il più grande nemico degli Stati Uniti è diventato Tiktok, questa settimana la Camera statunitense deciderà se imporre o meno a Bytedance di vendere. Il clima è agitato negli USA a causa delle elezioni presidenziali, sembra che la piattaforma di video sharing cinese TikTok ci sia finita di mezzo. In realtà non è la prima volta che TikTok si ritrova sul banco degli imputati in America. Donald Trump, il 45esimo Presidente degli Stati Uniti, aveva accusato la piattaforma di spionaggio tra il 2017 e il 2021. TikTok è controllato da Bytedance, una piattaforma cinese. Questa dinamica si inserisce in quelle frecciatine tra Cina e USA che ultimamente stanno aiutando a tenere in piedi la campagna elettorale di Repubblicani e Democratici.

Cos’è Successo?

Sembra assurda la diatriba attorno a TikTok perché Joe Biden, il presidente statunitense in carica, la sta utilizzando per la sua campagna elettorale. Tra le scaramucce di Biden e Trump c’è un aspetto sul quale i due si stanno supportando: spingere con le spalle al muro Bytedance. È lo stesso Biden che nel suo discorso sullo Stato dell’Unione aveva specificato che tra Cina e USA si volesse una concorrenza, non un conflitto, ma non sembra proprio reale questa affermazione. Martedì 12 marzo si è tenuto il voto della Commissione Energia e Commercio del Congresso. Si è trattato di 50 voti avversi a Bytedance. In settimana sarà il turno della Camera dei Rappresentati che dovrà votare una legge per imporre alla holding cinese di vendere a capitali occidentali. Se la legge dovesse passare, aspetto che si sta dando abbastanza per scontato in America, Bytedance avrà sei mesi per adattarsi alla richiesta. Nel caso in cui la holding asiatica non dovesse stare nei tempi stabiliti la posta in palio sarà la soppressione di TikTok negli USA.

Il braccio di ferro fra Cina e USA per TikTok

L’aspetto divertente è che in campagna elettorale Trump e Biden, i due rivali più importanti del mondo, si stanno dando manforte nel dichiarare guerra economica alla Cina. Unica parola d’ordine sembra essere: sicurezza. Bytedance e TikTok vengono accusate di essere un pericolo per la sicurezza del Nord America. Questo perché in Cina ogni azienda è obbligata a riferire di cosa si occupa e come. Spionaggio o non spionaggio? L’unica certezza è che gli Stati Uniti non ripongono alcuna fiducia nella piattaforma che conta la partecipazione di 170 milioni di utenti americani.

La risposta della Cina

Il governo di Pechino è stato irremovibile, la vendita sembra una follia. È stata proprio la Cina, con il suo governo non tanto liberale e democratico, ad accusare gli USA di violazione dei diritti fondamentali. I diritti presi in causa sono quello di espressione e di informazione, soprattutto nei confronti della popolazione più giovane. Bytedance ha attivato una protesta tramite TikTok, ha chiesto ai suoi utenti di tempestare di telefonate i rappresentanti parlamentari. È intervenuto anche il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, che ha descritto la soppressione di TikTok “Un atteggiamento da bulli che ha il solo scopo di disturbare la normale attività delle aziende”.

Wang Wenbin contro gli USA

La Cina sta facendo pelo e contropelo agli Stati Uniti, con accuse pesantissime. Sfortunatamente l’atteggiamento asiatico sta scaturendo l’effetto opposto a quello desiderato o quantomeno sperato. La smania delle reazioni cinesi induce la Camera degli USA a una maggiore convinzione. Il fatto che la Bytedance insista nel voler dichiarare la falsità delle accuse spinge i parlamentari americani ad avere prove lampanti della pericolosità della piattaforma. TikTok è diventato il più grande nemico degli Stati Uniti, che lo si voglia credere o meno.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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