E’ ufficiale: l’autonomia di Hong Kong è sempre più a rischio. E’ stata approvata oggi la legge sulla sicurezza nazionale che darà alla Cina un controllo ancora maggiore sulla regione amministrativa speciale.
Il provvedimento, che è stato votato dal Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, il massimo organo legislativo cinese, ha lo scopo di “evitare atti di sedizione, sovversione e secessione” e le “interferenze straniere negli affari locali”. In sostanza, è confezionato su misura per arginare l’ondata di proteste contro l’interferenza del governo cinese che a Hong Kong prosegue quasi ininterrottamente da giugno 2019.
La legge, infatti, prevede l’istituzione di una commissione per la gestione della sicurezza nazionale, che risponda direttamente al governo di Pechino.
“I sospettati saranno sottoposti a detenzione non specificata, senza processo, dentro a strutture speciali in località sconosciute”, ha dichiarato l’attivista politico di 23 anni, Joshua Wong, conosciuto in tutto il mondo per le sue battaglie a favore dell’indipendenza della sua città, che gli sono costate il carcere per ben due volte. “Io e chi ama la libertà di questa città saremo sottoposti a processi segreti, tortura, imprigionamenti e confessioni tv.”
In una lunga nota, la poco amata governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha ringraziato la Cina e ha auspicato che i “i disordini sociali che ci hanno turbato per quasi un anno si allentino”