Il New York Times ha pubblicato una foto-shock che ritrae una madre riversa sull’asfalto vicino alla figlia di 8 anni e al figlio di poco più grande. Nello scatto, la bambina ha ancora sulle spalle lo zainetto, il bambino, invece, ha accanto a sé un trolley.
Madre e figli morti, padre in gravi condizioni
Scattata dalla freelance Lynsey Addario, la foto è destinata a diventare uno dei simboli dell’orrore del conflitto Russia-Ucraina. Un pugno allo stomaco, un fotogramma che racconta la tragedia di una famiglia che invano ha cercato di fuggire dal villaggio di Irpin, attraverso un ponte danneggiato, verso la capitale, per sottrarsi all’avanzata russa. Immortalato anche il marito della donna, gravemente ferito e con il volto insanguinato, mentre viene soccorso dai militari ucraini. Ora lotta tra la vita e la morte in ospedale: ancora non sa di aver perso tutti i suoi cari. Addario, inoltre, racconta che la famiglia aveva con sé anche un trasportino verde, da cui un cane abbaiava disperato.
La ricostruzione
La famiglia stava abbandonando Irpin per raggiungere Kiev. Nel farlo, ha percorso una strada parallela a un ponte già danneggiato dai soldati ucraini per rallentare i carri armati russi. Decine di persone stavano percorrendo a piccoli gruppi quel tratto, lungo circa 100 metri. All’improvviso, i russi hanno aperto il fuoco con colpi di mortaio. Nonostante la fuga generale, la zona non offriva alcun riparo. Nulla da fare, quindi, per la donna e i bambini. Anche Andriy Dubchak, freelance del quotidiano Usa, ha documentato l’attacco. «Nei paraggi», ha riferito, «c’erano solo una decina di soldati ucraini che stavano aiutando i bambini a portare i bagagli». Il comandante delle forze ucraine a Irpin, nella mattinata, aveva avvertito in televisione che le strade non erano sicure e che senza un cessate il fuoco non si poteva uscire dal paese. Molti civili, però, hanno scelto di tentare la sorte, nella speranza di raggiungere dapprima Kiev, poi un posto sicuro più a ovest.
I russi avanzano
«Putin sperava di occuparci rapidamente con operazioni lampo, ma ha fallito», racconta il comandante di una brigata ucraina. Pur non rivelando il suo nome, riferisce quello di battaglia, Znakhar. «Il nostro timore è che, non riuscendo ad avanzare, i russi inizino a sparare indiscriminatamente sull’intera città, come hanno già fatto a Kharkiv o Mariupol», aggiunge. «Ci sono tanti altri cadaveri dietro di noi», hanno raccontato i testimoni. Tra questi, ci sono parecchie persone ferite da proiettili o raffiche di mitra dei soldati russi.