Benzina e diesel, che hanno già sforato i 2 euro al litro, continuano a costare sempre di più. Il picco per la prima è arrivato a 2,52 euro, per il secondo invece a 2,61. Ma come mai il diesel sta aumentando così tanto da superare la benzina?
LA DIFFERENZA NELLA RAFFINAZIONE
Il processo di raffinazione del diesel è meno costoso di quello della benzina. Per questo nella maggior parte del mondo il gasolio costa storicamente meno. La benzina è spesso un’esclusiva delle automobili, il diesel invece viene utilizzato anche per i cargo, i tir, i mezzi pubblici e per il funzionamento di alcune fabbriche. La flessione del mercato, abbinata alla scarsità del prodotto, ha provocato l’aumento dei prezzi di raffinazione. C’è stato quindi un effetto domino che ha portato al soprasso del prezzo del diesel sulla benzina.
LE CAUSE DELL’AUMENTO
Uno dei fattori che hanno determinato il sorpasso è sicuramente l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. La Russia esportava molto gasolio che però non trova più acquirenti, perché nessuno rischia di acquistare né petrolio né prodotti raffinati per via delle sanzioni. Gli acquirenti sono sempre meno e nel mercato c’è meno gasolio, più bassa è l’offerta e più i prezzi salgono. Già a febbraio, il prezzo del gasolio aveva superato i massimi toccati nel 2014. La diminuzione delle scorte e il rallentamento delle forniture verso l’Europa dagli USA, Russia e Medio Oriente hanno provocato un aumento incontrollato dei prezzi, dato da questi tre fattori:
- Incremento del prezzo del petrolio
- Cambio tra dollaro e euro
- Combinazione dell’accisa e dell’Iva sul carburante
Se sui primi due la causa si può attribuire esclusivamente al conflitto in est-Europa, sul terzo il governo può tentare di risolvere la situazione.
LA VARIANTE ACCISE
Le accise sono delle imposte sulla fabbricazione e sulla vendita di prodotti di consumo. In passato i governi le hanno utilizzato per fronteggiare guerre e rimpinguare le casse dello stato. Per esempio negli anni Trenta il prezzo della benzina crebbe per finanziare le spese belliche in Etiopia. Dal 1995 non si fa più distinzione tra le varie componenti di questa imposta e le risorse che ne derivano non finanziano specifiche attività, ma tutto il bilancio statale. Secondo l’ultima rilevazione del Ministero della Transizione ecologica la combinazione dell’accisa e dell’iva pesa per il 55,3 % sul prezzo finale della benzina.
IL CONFRONTO CON IL RESTO DELL’EUROPA
Nell’ambito delle accise ci batte solo il Belgio, con 787,73 euro per mille litri di benzina contro i nostri 728,4 euro. Riguardo al diesel il nostro paese risulta essere quello con le accise più alte in Ue, con 0,62 euro per ogni litro fatto. Sul podio ci sono Belgio (0,60 euro al litro) e Francia (0,59 euro). I paesi dell’Est registrano le accise minori sui carburanti. La Bulgaria è il paese con l’accisa sulla benzina minore, 363,02 euro per mille litri. Sotto i 400 anche Polonia e Ungheria. Stessa cosa per il diesel, con la Bulgaria al primo posto tra i paesi con meno imposte.
LE SOLUZIONI PER IL FUTURO
Se la situazione internazionale si dovesse stabilizzare, si arresterebbe anche la fiammata dei prezzi energetici. Fare previsioni sul petrolio è impossibile, bisognerà quindi attendere gli sviluppi della situazione geopolitica. Intanto, di pari passo con la protesta degli autotrasportatori contro i rincari che bloccherà i Tir da lunedì 14 marzo, i gestori delle pompe di rifornimento chiedono di abbassare l’Iva dal 22 al 5%, mentre le forze di maggioranza propongono di sterilizzarla sugli aumenti. Nel frattempo il ministro delle Finanze irlandese Pascal Donohoe ha annunciato nei giorni scorsi un taglio temporaneo delle accise applicate su benzina e diesel: «L’accisa si ridurrà di 20 centesimi per litro di benzina e 15 centesimi per il diesel. Questo significherà un risparmio di circa 12 euro per un pieno di benzina e 9 euro per il diesel».