El Salvador, 5mila arresti: Bitcoin possibile arma contro la criminalità

Ancora violenza in El Salvador. Alle decine di omicidi avvenuti la scorsa settimana sono seguiti migliaia di arresti. Ma la strategia di combattere il crimine organizzato con la repressione militare non sta portando i risultati sperati. Una nuova  soluzione potrebbe essere quella di minare le organizzazioni criminali indebolendo la valuta di cui si avvalgono: il dollaro. E i Bitcoin possono diventare un importante alleato. 

Il governo risponde duramente alla violenza

Cinquemila arresti in otto giorni. Siamo in El Salvador, el pulgarcido d’America – “il pollicino d’America” – il più piccolo tra i Paesi latinoamericani. Gli uomini fermati apparterrebbero alle gang MS-13 e Barrio-18, due delle organizzazioni criminali più violente del mondo. Sono accusati di essere coinvolti negli scontri tra bande che hanno avuto luogo il 26 marzo, il giorno più sanguinoso della storia di El Salvador dalla fine della guerra civile, terminata nel 1992. 

Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha dichiarato che gli ultimi giorni rappresentano una tappa fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata. Ma la storia di violenza del Paese dimostra l’insufficienza del contenimento delle bande da parte di esercito e polizia. Secondo le autorità sono circa 70 mila i membri delle gang criminali in El Salvador responsabili di estorsioni, traffico di droga e di centinaia di omicidi ogni anno. 

La de-dollarizzazione per emancipare El Salvador dal dominio Usa

In carica dal 1 giugno 2019 con l’appoggio del partito della Grande Alleanza per l’unità Nazionale, Bukele è salito alla ribalta del panorama internazionale come il presidente che per primo ha reso i Bitcoin una moneta nazionale. Così, il 7 settembre 2021 El Salvador è diventato il primo Paese a rendere la valuta digitale a corso legale, andando contro il parere negativo espresso dalla Banca Mondiale.

Come raccontato a MasterX da Federico Rivi, esperto di Bitcoin e autore della newsletter Bitcointrain: «El Salvador è un paese dollarizzato, non ha un controllo sulla moneta propria e sulle finanze dei cittadini. Di fatto El Salvador era succube della politica monetaria della Fed. Durante la pandemia la Fed ha stampato milioni di dollari per poter dare vantaggi fiscali ai cittadini statunitensi. La conseguenza è stata l’aumento dell’inflazione e tutti i Paesi che sono dollarizzati non hanno avuto i benefici fiscali dei cittadini statunitensi ma solo l’inflazione, la parte negativa. Il modo migliore per staccarsi dal dollaro è usare il Bitcoin».

Il Bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento valutario internazionale creato nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008

L’uso della criptovaluta è per Bukele un tentativo di emanciparsi dal potere che gli Stati Uniti hanno sul Paese. El Salvador, infatti, non possedeva alcuna moneta nazionale e viveva le sue transazioni esclusivamente attraverso il dollaro, per lo più in contanti, visto che la maggioranza della popolazione del paese non possiede un conto corrente. 

Questo meccanismo monetario avrebbe negli anni favorito la proliferazione delle gang criminali, che attraverso l’utilizzo indiscriminato e incontrollato del dollaro contante hanno avuto la possibilità di accrescere il loro potere. 

Bitcoin possibile alleato nella lotta al crimine organizzato?

La lotta alla criminalità in El Salvador non può passare solo attraverso la repressione poliziesca. Prima dei 5 mila arresti di questi giorni la popolazione carceraria in El Salvador sfiorava le 37.000 persone. Secondo il World Prison Brief del 2021, il numero di detenuti ogni 100 mila abitanti sarebbe di 564, uno dei più alti del mondo. I 62 omicidi avvenuti in sole 24 ore il 26 marzo scorso nel Paese, a cui è seguita l’istituzione dello stato d’emergenza, dimostrano che la strategia attuale non è sufficiente per arginare la grave crisi sociale. 

Il Bitcoin è stato uno strumento di successo nella de-dollarizzazione del Paese, ma ancora non è chiaro l’impatto che potrà avere nella lotta alle gang criminali, anche se è vero che il grosso del riciclaggio mondiale è fatto dal dollaro. «Il Bitcoin è uno strumento, come lo è l’energia nucleare: può essere utilizzata per alimentare le città o per costruire la bomba atomica», spiega Rivi, «Può essere usato in modo libero, quindi per fini benevoli o malevoli».

Francesco Lo Torto

Giornalista praticante fiorentino trapiantato a Milano. Leggo, ascolto, parlo e scrivo di politica e geopolitica. Da quando è arrivata l'adolescenza scrivo e compongo musica, da prima ancora mi emoziono con lo sport. Laureato in Editoria e Comunicazione all'Università degli Studi di Milano.

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