Il presidente americano Joe Biden ha confermato che gli Stati Uniti non invieranno i cacciabombardieri F-16 «Fighting Falcon» alle forze aeree di Kiev. L’annuncio, che si unisce al no analogo del cancelliere tedesco Olaf Scholz, frena le mire ucraine in fatto di armamenti, dopo la svolta della scorsa settimana sulle forniture di carri armati.
Un rapace molto versatile
Entrato in servizio negli anni ’70, l’F-16 nasce come caccia leggero. Prodotto dalla General Dynamics, l’aereo doveva essere principalmente dedicato all’attività di intercettamento e scorta dei bombardieri. La piattaforma, però, si dimostrò rapidamente molto affidabile anche a velocità e quote basse. Questo fattore convinse l’Air Force a sviluppare nuove versioni, questa volta maggiormente votate al ruolo «strike» (attacco al suolo). Da qui derivò la grande famiglia «Fighting Falcon», ancora oggi colonna portante di molte aeronautiche militari, che è arrivata a contare oltre 4500 velivoli.
Economico, aggiornato, minaccioso
Sono 25 gli stati che impiegano l’F-16 come principale cacciabombardiere delle proprie forze aeree. Le chiavi del successo sono essenzialmente tre:
- basso costo di acquisto (tra i 15 e i 27 milioni di dollari, a seconda della versione) e manutenzione;
- disponibilità continua di aggiornamenti nella sistemistica e nell’avionica;
- carico bellico decisamente elevato, a fronte di dimensioni e pesi ridotti.
Nonostante sia entrato in servizio per la prima volta nel 1978, l’aereo mantiene ancora oggi un altissimo livello di adattamento al tempo e alle innovazioni tecniche. Basti pensare che nel 2013, a scopo di test, una fusoliera inattiva da 15 anni venne riattivata e pilotata remotamente, come un normale drone, con successo.
Cacciatore di missili
Perché l’Ucraina vorrebbe arruolare l’F-16? Come abbiamo detto, il caccia era nato per scortare bombardieri d’alta quota. Questo, unito alla sua alta velocità (che può superare i 2.000 km/h) e alla disponibilità di 11 agganci per missili e bombe, di cui almeno sei dedicabili ad armi aria-aria, ne fa un candidato perfetto per riempire i vuoti nelle forze aeree di Kiev. Attualmente, infatti, l’aviazione ucraina è impegnata soprattutto nella difficile attività di intercettazione e distruzione dei missili da crociera russi. Un velivolo come l’F-16 potrebbe contribuire in maniera significativa alla difesa dello spazio aereo ucraino. Ma, almeno per ora, gli Stati Uniti sono contrari. La migrazione dei «Falcon» è ancora lontana.