Al grido di «defend the 2nd» (“difendiamo il 2° emendamento”), sostenitori e amanti delle armi statunitensi si sono riuniti nel 153° incontro annuale dell’Nra (National Rifle Association). Il meeting si è tenuto dal 17 al 19 maggio 2024. La cornice è stata Dallas, metropoli nel cuore del Texas nota all’estero soprattutto per l’omicidio di JFK.
Lo stesso Texas in cui dal 2021 è in vigore una legge firmata dal governatore repubblicano Greg Abbott, che ha messo fine all’obbligo del porto d’armi, consentendo a chiunque abbia almeno 21 anni di possedere un’arma. Una febbre del mitra che coinvolge tutti, persino i bambini.
Ospiti illustri
All’evento ha partecipato anche Donald Trump, l’ex presidente che corre per le elezioni Usa 2024 contro l’attuale inquilino della Casa Bianca, il Democratico Joe Biden. The Donald è in cerca dell’«appoggio degli orgogliosi patrioti della NRA. Questi sono grandi patrioti. Queste sono persone fantastiche. Faremo cose che nessuno può credere». Queste alcune delle dichiarazioni del suo discorso.
«Se il regime di Biden avrà altri quattro anni, verranno a prendervi le armi», ha aggiunto Trump. «Il corrotto Joe Biden ha un record di 40 anni di tentativi di strappare armi da fuoco dalle mani di cittadini rispettosi della legge». Nel 2016 l’Nra lo aveva sostenuto nella campagna elettorale con 30 milioni di dollari. Un sostegno riconfermato sabato 18 maggio, durante il suo discorso.
Il tycoon negli anni scorsi ha espresso più volte la volontà di proporre una legge che obblighi i singoli Stati Usa a riconoscere i permessi di portare armi nascoste ottenute da altri Stati. Armare i docenti e finanziare programmi per insegnare loro come sparare bene è anche la sua risposta alle frequenti stragi scolastiche che piagano gli Stati Uniti.
Voci di dissenso
La vice di Biden, Kamala Harris, ha attaccato Trump poco prima dell’intervento alla convention Nra: «In un momento in cui le armi da fuoco sono la prima causa di morte per bambini e adolescenti in America, Donald Trump asseconda la lobby delle armi e minaccia di peggiorare la crisi se verrà rieletto».
Dopo la sparatoria nella scuola di Uvalde nel 2022, democratici e repubblicani hanno votato a favore del Bipartisan Safer Communities Act, la prima legislazione sulla sicurezza delle armi in 30 anni. Una legge firmata dallo stesso Joe Biden e considerata una sconfitta storica dall’Nra.
Battaglie legali e dissidi interni hanno da quel momento minato i fondi dell’Nra. Fondi che potrebbero non riuscire a fornire le stesse risorse dell’ultima campagna elettorale al candidato Repubblicano.
«Non importa quello che avete sentito, siamo forti. Siamo sani. Siamo risoluti, impegnati e uniti come sempre», ha affermato Andrew Arulanandam, amministratore delegato ad interim e vicepresidente esecutivo della NRA, prima del discorso di Trump, cercando di mettere a tacere le voci di un momento di difficoltà.
Il secondo emendamento Usa
«Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata Milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare Armi non potrà essere violato». Questo è il secondo emendamento alla base della Costituzione americana, la Bill of Rights del 1791.
Un sondaggio condotto dal Pew Research Center nel 2017 ha rilevato che il 30% degli adulti americani possiede personalmente un’arma da fuoco, mentre il 42% vive in una casa dove è presente almeno un’arma. La ragione principale dichiarata per possedere un’arma è la protezione personale.
Una protezione che è uscita fuori da ogni misura. Secondo una stima del Small Arms Survey del 2018, infatti, negli Stati Uniti ci sono circa 393 milioni di armi da fuoco in possesso di civili, superando di gran lunga la popolazione del paese, che è di circa 331 milioni. Questo significa che ci sono più armi da fuoco che persone negli Usa.
Occorrono delle limitazioni più severe? Secondo un sondaggio Gallup del 2020, il 57% degli americani è favorevole a leggi più severe sul controllo delle armi. Ma ancora più di un americano su tre (34%), vorrebbe che la legislazione in materia rimanesse invariata.