La holding giapponese Fast Retailing, proprietaria di Uniqlo, ha raggiunto un valore record di 103 milioni di dollari, posizionandosi al primo posto nella classifica dei brand di fast fashion più forti sul mercato. È la prima volta che Fast Retailing supera il gruppo spagnolo Inditex, proprietario di Zara, che invece ha subito un calo del mercato interno del 2,93% scendendo così in seconda posizione.
La motivazione del sorpasso è da cercare principalmente nella capacità del mercato cinese di riprendersi in poco tempo dall’impatto della terza ondata della pandemia grazie a politiche di contenimento del virus tempestive ed efficaci.
Le ragioni del sorpasso
Azionisti come Fast Retailing hanno il focus del loro mercato nel continente asiatico, in particolare in Cina: si tratta del primo Paese colpito dalla pandemia che è stato però il primo a risollevarsi recuperando presto il ritmo delle vendite. Uniqlo, brand principale del gruppo, ha il 60% dei negozi (260 punti vendita in tutto) proprio in Cina, mentre altri 703 negozi si trovano in Giappone, dove l’azienda è nata nel 1984. Lo stato di salute del mercato orientale ha permesso quindi una ripresa molto più significativa di quella di Zara, che in Cina conta solo il 20% degli store totali.
Oltre a questioni legate ai mercati, a essere vincente è anche il modello proposto da Uniqlo, il cosiddetto «Lifewear»: abbigliamento minimal e confortevole basato sulla qualità delle materie prime. Una formula che ha riscosso molto successo in tempi di pandemia, quando lo smartworking ha reso sempre più richiesti capi comodi ed essenziali per affrontare le giornate di lavoro da casa.
Prospettive future
Sarà interessante seguire gli sviluppi di mercato dei due leader del fast fashion considerando che, in seguito alla pandemia, le abitudini dei consumatori sono cambiate: la tendenza è sempre più a favore dell’acquisto online e non è detto che la localizzazione dei punti vendita possa continuare a differenziare in modo significativo i ricavi.