In aula gli emendamenti al decreto salva-casa, ecco tutte le novità

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Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 maggio con l’anonimo codice 69/2024, il decreto salva-casa ha investito quasi più del 50% del patrimonio immobiliare italiano. Pochi giorni dopo, la Lega ha proposto una serie di emendamenti che saranno discussi in commissione Ambiente della Camera dei Deputati a partire da martedì 11 giugno.

Benvenuti micro-appartamenti

Cavallo di battaglia delle modifiche sostenute dal Carroccio è una leggera modifica alla definizione di ‘abitabilità’. Dai 28 metri quadri per una persona ai 20, o dai 38 ai 28 nel caso della presenza di due inquilini. L’abbassamento dei limiti di metratura per i cosiddetti micro-appartamenti sarebbero, secondo il leader del partito Matteo Salvini, «la presa d’atto della realtà esistente, pur assicurando le condizioni di agibilità».

Sarebbe incluso anche la diminuzione dell’altezza minima dei soffitti (da 2,7 a 2,4 metri). Sottotetti, seminterrati e altri piccoli spazi potrebbero così entrare di prepotenza nel mercato delle case. Sugli interventi realizzati prima del 1977 la Lega prevede «forme semplificate di regolarizzazione delle parziali difformità presenti».

All’ombra dei grattacieli milanesi

Un altro emendamento, da quanto emerge ne Il Sole 24 Ore, avrebbe come obiettivo il cambio di destinazione d’uso di alcuni locali per ottenere un appartamento. In particolare, dopo che la prima versione del decreto 69/2024 aveva previsto questa possibilità per i piani superiori, mirerebbe ad ampliarla anche al piano terra.

Nelle proposte del Carroccio è presente anche la cosiddetta norma ‘salva-Milano’. Lo scopo è quello di approfondire la situazione di alcuni grattacieli del capoluogo lombardo, che la Procura ritiene abusivi. Sarebbero 150 le opere sotto la lente di ingrandimento. Il Comune le avrebbe trattate come «demolizioni e ricostruzioni», sebbene si trattassero di costruzioni nuove di zecca. L’intento dell’emendamento «è quello di trovare soluzioni al problema», ha spiegato Matteo Salvini. «Sono problemi che nascono dalla sovrapposizione tra normativa statale, normativa regionale e provvedimenti adottati da alcuni Comuni». Per ora però a Milano rimangono a rischio 38 miliardi di euro in investimenti.

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