In tempi di crisi globale saper intercettare per tempo gli imprevisti e i relativi costi è sintomo di una buona visione imprenditoriale che adattandosi al cambiamento riesce allo stesso tempo a preservare ciò che la mantiene in competizione, ovvero la sua tradizione.
Queste dinamiche sono ben conosciute dalla Brawo S.p.A, dal 1976 azienda di riferimento situata in provincia di Brescia, che si occupa di stampaggio a caldo e lavorazione meccanica di particolari in ottone, alluminio e altri materiali, servendo svariati settori a livello mondiale tra cui l’industria automotive. A partire dagli anni ’90 la crescita dell’azienda ha conosciuto un’accelerazione sotto la guida di Giorgio Gnutti e al momento circa seicento dipendenti lavorano nella sede produttiva bresciana, a cui si aggiungono altre due sedi, una negli Usa e una in Canada, generando un fatturato annuo di circa 141 milioni di euro.
MATERIE PRIME SEMPRE PIÙ COSTOSE
Negli ultimi due anni a causa della rapida ascesa dell’inflazione, che per il mese di dicembre in Italia si attesta al 3,9%, tutte le aziende hanno dovuto fare i conti con l’aumento dei prezzi delle materie prime e soprattutto con quelli dell’energia che si stima continueranno ad aumentare anche nel 2022, con serie implicazioni sulla produttività delle imprese. Il direttore generale di Brawo S.p.A, il Dott. Francesco Musig spiega come la sua azienda sia riuscita ad attenuare l’aumento dei costi scaricando l’incremento sul cliente finale: «Questa è una caratteristica di mercato tipica del nostro settore in cui sostanzialmente i prezzi vengono generati dalla composizione tra materia prima e valore aggiunto, cioè tutti quei costi che il nostro settore non è abituato ad assorbire».
L’aumento dell’inflazione influisce infatti anche su tutte le componenti necessarie alla catena produttiva che per un’azienda come la Brawo S.p.A consistono ad esempio nelle attrezzature in acciaio, nel costo di imballaggi e dei grassi lubrificanti. Questi sono materiali di consumo fondamentali per la produzione e l’aumento del loro prezzo è un margine che deve essere adeguatamente calcolato.
Sul fronte energetico Musig sottolinea che si tratta di una crisi che investe tutto il settore in quanto «La stragrande maggioranza dei nostri competitors sono italiani e quindi hanno il nostro medesimo problema. La difficoltà sta nel farlo capire ai nostri clienti che sono invece prevalentemente esteri e sono delle multinazionali che non hanno la percezione della crisi europea».
VARIANTE OMICRON E RALLENTAMENTI NELLA LOGISTICA
Se la difficile situazione economica in cui si trovano le aziende italiane non è un elemento facilmente comprensibile dai clienti esteri, lo è invece il dilagante aumento dei contagi da Coronavirus a causa della variante Omicron che vede il 15% della forza lavoro della sede produttiva canadese della Brawo S.p.A, la Brawo Lofthouse Manufacturing nell’Ontario, impossibilitata a lavorare a causa di positività al virus.
Le nuove ondate di contagi stanno compromettendo in particolare un altro anello della catena produttiva ovvero la categoria degli autisti, sempre più ridotta. «I prodotti della Brawo S.p.A viaggiano su strada, via area e navale» ci spiega Simone Abbiati, responsabile della logistica per Brawo Italia che continua «Dall’inizio della pandemia molti Stati europei hanno impedito ai loro autisti di raggiungere l’Italia, essendo uno dei paesi più a rischio, mentre negli Usa assistiamo a continui rallentamenti del traffico navale e alla diminuzione dei container disponibili, con conseguente aumento dei costi». Le grandi compagnie navali, a causa anche della diminuzione del personale, hanno sempre meno container a disposizione che automaticamente aumentano il loro prezzo di carico. «Se prima della pandemia spedire un container in America costava alla Brawo S.p.A circa quattromila euro, ora ne costa più di dodicimila» riferisce Abbiati.
Il quadro congiunturale mostra vari fronti di rallentamento dell’attività delle imprese che però si scontrano con il vigoroso andamento della produttività, in particolare del settore metalmeccanico, di cui fa parte Brawo S.p.A, che deve sostenere una richiesta sempre intensa. Sul rendimento dell’azienda Musig infatti conclude dicendo che «L’anno scorso abbiamo registrato un +30% rispetto all’anno precedente, la domanda è sempre stata altissima e l’inizio del 2022 sembra confermare il trend, ma bisogna rimanere flessibili davanti a una situazione che richiede dinamiche e interventi continuamente nuovi».