Una giornata all’insegna delle incertezze per le Borse europee, Milano compresa. Il 27 settembre tutti i principali indici non mostrano accenni di risalita. Pesano i timori sulla tenuta dell’economia e sui tassi d’interesse, ma anche il rincaro delle materie prime e l’indebolimento dell’euro.
Come se non bastasse, è scoppiato il caso MPS (Monte dei Pasci di Siena), con il Tesoro che sarebbe pronto a vendere una quota consistente delle azioni della banca in attività più antica al mondo. La notizia ha allarmato i mercati, affossando il titolo nella seduta odierna.
Borse europee deboli
Le piazze del Vecchio Continente chiudono tutte intorno alla parità, reduci da quattro sedute negative.
Sotto la parità Milano, con il FTSE MIB al -0,29%. Ma anche Francoforte, con il DAX 40 al -0,26%. In sostanziale parità Parigi, con il CAC 40 allo -0,05% e Amsterdam, che registra un +0,04%. Debole invece Madrid, con l’IBEX 35 -0,36%.
A preoccupare gli analisti sono sia l’inflazione che le future mosse delle banche centrali. Tutti guardano alle prossime decisioni sui tassi della Federal Reserve e della Banca Centrale europea. Nel frattempo avviene oggi a Roma la presentazione del Nadef (la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza). Il testo rielabora e aggiusta le previsioni formulate nel Documento di economia e finanza presentato nel mese di aprile e fornisce le prospettive d’investimento future del Paese.
Borsa italiana e crisi Mps
I titoli in Borsa a Milano sono stati influenzati dal quadro europeo e internazionale. La peggiore di tutte, oggi, è MPS che perde quasi sette punti percentuali. Nel settore bancario vendite anche per Banco Bpm (-1,64%) e Bper Banca (-1,13%), mentre resiste Unicredit (+0,16%).
Si distinguono in positivo Tenaris, migliore di giornata con un +2,51% e Saipem, che trainata dagli aumenti del prezzo del petrolio cresce dell’1,57%. Giornata in verde anche per Eni e Leonardo, che guadagnano rispettivamente l’1,28% e l’1,52%.
Il caso Mps
Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica al mondo ancora in servizio, sarà gradualmente privatizzata. Sono sempre più martellanti le indiscrezioni secondo cui il Mef (Ministero economia e finanza) sarebbe disponibile a cedere una percentuale di quote che oscilla tra il 5 e il 10%. Non più a ottobre come si pensava, i rumors propendono per giugno 2024.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nelle scorse settimane aveva già replicato alle ipotesi di un’accelerazione dell’uscita dello Stato: «Su Mps non ci faremo dettare i tempi da nessuno, tantomeno dalla fretta».
Il 64,2% delle azioni della banca in mano pubblica verranno cedute nel momento ritenuto migliore e più redditizio per l’interesse pubblico. Così fonti dal Mef, confermano che la privatizzazione di Siena ci sarà e avverrà nelle modalità decise dal Parlamento.
Intanto il titolo, in preda agli speculatori, è in caduta libera. Oggi a Piazza Affari MPS ha ceduto il 6,71%. E la situazione peggiora se si guarda alle prestazioni dell’ultima settimana, con un tonfo di più del 12%.
Spread in salita, euro sempre più giù
L’allarme per ora pare rientrato. Lo spread tra BTp e Bund, che oscillava sulla soglia dei 195 punti base, adesso è rientrato a 190. Stabile il rendimento del decennale, che si ferma al 4,72%.
Sul fronte valutario l’euro continua a indebolirsi nei confronti del dollaro. Il biglietto verde si mantiene fortissimo, sempre ai massimi da marzo di quest’anno, e pone l’euro a quota 1,0521 (-0,45%).