Prysmian e Saipem trascinano Piazza Affari verso il segno più. Dopo giorni in terreno negativo e incertezze, il 5 ottobre 2023 i mercati danno i primi segnali di ripresa. La giornata è all’insegna del verde nonostante alcuni segnali poco incoraggianti dal mercato e dalle imprese. Primo fra tutti il tonfo di Alstom.
Ovviamente Prysmian, Saipem e Alstom non sono state le uniche protagoniste della giornata finanziaria di oggi. Analizziamo la situazione più da vicino.
Gli indici europei
L’Europa chiude la penultima giornata della settimana con una prestazione corale positiva. A Piazza Affari il FTSE MIB – letteralmente trascinato da Prysmian e Saipem – sale del +0,21%. Altalenanti quasi tutte le altre Piazze europee.
Debole il DAX di Francoforte (-0,2%). Parigi tentenna, con il CAC 40 (+0,02%) scosso dalla crisi del big dei treni Alstom. Madrid e Amsterdam viaggiano in positivo, con un rispettivo +0,59% e un +0,12%. Bene anche Londra, con il FTSE 100 al +0,53%.
La seduta è stata influenzata dagli ultimi dati su produzione e servizi. L’indice Pmi composito dell’Eurozona è salito a 47,2 punti a settembre, più dei 47,1 punti previsti, contro i 46,7 punti di agosto. In rialzo a 48,7 punti anche l’indice dei direttori d’acquisto del settore dei servizi, contro i 48,4 previsti e i 47,9 punti registrati in agosto.
L’indice Pmi composito italiano è salito a 49,2 punti a settembre, contro i 48,2 di agosto. In rialzo a 49,9 punti l’analogo indice dei servizi, contro i 50 punti previsti i 49,8 del mese precedente.
L’indice Pmi (Purchasing manager index) comunica la capacità di acquistare beni e servizi da parte delle aziende. Tiene conto di nuovi ordini effettuati dai manager, produzione, consegne e giacenze. Un indice Pmi sotto il 50 indica un calo nella produzione e una flessione del mercato.
Piazza Affari
Aldilà del grande risultato di Prysmian e Saipem, fuori dal listino principale chiude col botto Maire Tecnimont (+4,43%). Alla base del risultato un contratto da 8,7 miliardi di dollari negli Emirati Arabi, all’interno della stessa cornice progettuale di Saipem.
Male Banca MPS (-2,27%) e Telecom (-2,69%) che continuano a oscillare tra risultati positivi e negativi in vista di novità, rispettivamente dal Tesoro e da parte di Kkr. Giornata no anche per Finecobank (-2%).
La giornata d’oro di Prysmian
Prysmian svetta a Piazza Affari e sale del 4,23% a 37,17€ ad azione. Il titolo è stato influenzato dalla rivelazione dei target al 2027 nel primo Capital Market Day del gruppo a Napoli. Prysmian punta a un margine operativo lordo (uno dei principali indicatori di redditività) di 2 miliardi nel 2027 dal miliardo e mezzo del 2022. Il gruppo prevede di chiudere il 2023 con un margine operativo lordo rettificato di 1,625 miliardi da 1,488 nel 2022.
Ma di cosa si occupa Prysmian, e perché se ne parla sempre di più? La società, con stabilimenti in Campania, Finlandia e Norvegia, opera nel business dei cavi e sistemi terrestri e sottomarini per la trasmissione e distribuzione di energia, cavi speciali per applicazioni in diversi comparti industriali e cavi di media e bassa tensione nell’ambito delle costruzioni e delle infrastrutture.
Tra gli elementi interessanti del piano, Equita (la principale banca d’investimento indipendente italiana) ha sottolineato l’aumento della generazione di cassa e Roce (rendimento del capitale investito) anche in presenza di flussi di cassa leggermente più alti. Il titolo sta trattando a 13,2 volte il rapporto prezzo/utili 2025 con un free cash flow yield (l’indicatore della capacità di un’impresa di generare liquidità) del 6%. Equita ha sul titolo un giudizio hold – vale a dire che consiglia di non vendere – con un target per il prezzo fissato a 41,5 euro.
Saipem chiude nuovi contratti miliardari
Proprio come Prysmian, brilla anche Saipem a Piazza Affari, con un guadagno del 4,13%, a 1,42€ ad azione. Il colosso dell’energia si è aggiudicato un nuovo contratto da 4,1 miliardi di dollari, in consorzio con National Petroleum Construction Company (NPCC), negli Emirati Arabi Uniti.
Saipem è leader nel campo della prestazione di servizi per il settore dell’energia e delle infrastrutture. Il suo portafoglio di ordini è da sempre legato a progetti nel settore del del gas, delle rinnovabili e della transizione energetica.
Il progetto siglato con la Adnoc (Abu Dhabi National Oil Company) è finalizzato allo sviluppo delle risorse dei giacimenti di gas naturale nei siti situati al largo di Abu Dhabi. L’ambito di lavoro comprende l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione di quattro centri di perforazione e di un impianto di trattamento da costruire su isole artificiali. A ciò vanno aggiunte varie strutture offshore e oltre 300 km di condutture sottomarine.
Ad agosto il gruppo si era accaparrato un contratto da Mellitah Oil & Gas B.V. Libyan Branch per un valore di circa 1 miliardo di dollari. Saipem ha anche messo le mani su altri due progetti offshore in Costa d’Avorio e in Italia, per un valore complessivo di 850 milioni di euro.
Il caso Alstom
Alstom è in picchiata alla Borsa di Parigi dopo l’avvertimento sui conti del primo semestre 2023-2024, per cui ora è previsto un flusso di cassa pesantemente negativo, pari a -1,15 miliardi di euro. Il titolo del costruttore di treni e infrastrutture ferroviarie ha accusato una flessione del 37,58%, da 21,70€ per azione a 13,40. È la maglia nera sia dell’indice CAC 40 in Francia, sia in Europa nello Stoxx Europe 600.
Ieri sera Alstom aveva avvertito che il flusso libero di cassa sarebbe stato tra -500 e -750 milioni di euro. Prima era stato previsto come significativamente positivo. Oggi, il tonfo da oltre un miliardo. Il tutto sarebbe dovuto, secondo quanto riporta la società in una note, a un ritardo di un programma di materiali rotabili nel Regno Unito e il rinvio di alcune commesse.
La notizia arriva con un pessimo tempismo, dopo il lancio del primo treno a idrogeno a Milano, in collaborazione con il gruppo italiano FNM. Il treno avrà un’autonomia di 600 km, trasporterà 260 passeggeri e sarà ad emissioni zero. Dovrebbe essere operativo tra fine 2024 e inizio 2025.
Valute, spread e materie prime
Sul fronte valutario, l’euro vale 1,051 dollari in linea con la chiusura precedente, mentre il prezzo del petrolio non recupera. Il Brent di dicembre è adesso a 84 dollari al barile, come nella vigilia. Invece il Wti novembre è a 82,50 dollari confermando un trend in discesa. In forte calo il prezzo del gas ad Amsterdam, con il TTF giù del 6% a 36 euro per megawattora.
Lo spread chiude stabile a 199 punti. Il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è sempre poco al di sotto della fatidica soglia dei 200. Il rendimento decennale invece segna una leggera flessione dai massimi di ieri, andando a toccare il 4,9%.