L’Università degli Studi di Milano Bicocca ha deciso di cancellare il corso del docente Paolo Nori su Dostoevskij. Dopo le polemiche montate sui social, l’ateneo ha ritirato il provvedimento, scusandosi e scrivendo su Twitter quanto segue:
— Milano-Bicocca (@unimib) March 2, 2022
Ma perché prendersela con Dostoevskij? Cos’ha fatto Dostoevskij per essere (bis)trattato in questo modo? Qui di seguito sei motivi per continuare a leggerlo.
Il mistero dell’uomo
Grande ammiratore di Balzac, Dostoevskij legge e interpreta a modo suo l’Eugénie Grandet e Papà Goriot, opere che rappresentano un mondo povero, tisico, fatto di pietà e disperazione. C’è però una grande differenza fra questi due autori:
- Balzac rappresenta quel mondo per fornire un ritratto della società francese. L’idea di fondo è che l’ambiente sia determinante nella vita dell’individuo. Il metodo scientifico, utilizzato in precedenza per comprendere il comportamento animale, è per Balzac cruciale per comprendere scientificamente l’uomo, la società, il mondo. L’ambiente determina quindi il comportamento degli individui, e l’uomo è conseguenza matematica dell’ambiente in cui vive.
- Dostoevskij, pur cogliendo la profondità universale e senza tempo di Balzac, non vede l’uomo come frutto dell’ambiente in cui è nato e cresciuto. Dostoevskij cerca di cogliere l’uomo nella sua universalità, come faceva Shakespeare. L’uomo è più della semplice somma delle circostanze del proprio vissuto, e l’ambiente non spiega mai completamente il comportamento dell’individuo. C’è qualcosa di più, c’è un mistero, un enigma che giace in ognuno di noi.
Socialista cristiano
Dostoevskij è:
- Socialista perché frequenta il circolo rivoluzionario di Petraševskij. Dostoevskij simpatizzava per il socialismo utopistico di Charles Fourier, imperniato su una visione materialistica senza idealismi. Non ci sono gerarchie né servitù della gleba. Tutti devono avere gli stessi mezzi, tutti devono vivere in una società pacifica e felice in cui regni l’uguaglianza fra gli uomini. Il fourierismo è un sistema basato sulla condivisione dei mezzi e sulla filantropia. Per semplificare, potremmo dire che è una sorta di marxismo senza la conflittualità prevista da Karl Marx.
- Cristiano perché, pur credendo ai principi del fourierismo, rimane affascinato dal cristianesimo. Esso, infatti, presenta alcuni tratti in comune con la dottrina di Fourier: ad esempio, l’idea che gli ultimi saranno i primi.
La condanna, la grazia e la lettera al fratello
La polizia segreta del governo, dopo avere scoperto la sua adesione al circolo di Petraševskij, lo arresta. Portato alla fortezza di Pietro e Paolo, viene condannato a morte ma graziato il giorno stesso della condanna. Il 22 dicembre 1849 scrive al fratello Mikhail una lettera dal forte slancio vitalistico. Questo è un estratto:
Quando guardo al passato e penso a quanto tempo è stato sprecato invano, quanto tempo fu perso in illusioni, in errori, nell’accidia, nell’ignoranza di come vivere, quanto poco valore diedi al tempo, quanto spesso ho peccato contro il mio cuore mio spirito, il mio cuore sanguina. La vita è un dono, la vita è felicità, ogni minuto potrebbe essere stato un’epoca di felicità. Ora, mentre la mia vita cambia, rinasco in una nuova forma. Fratello! Ti giuro che non perderò la speranza, e che conserverò il mio spirito e il mio cuore nella purezza. Rinascerò in una cosa migliore. Questa è tutta la mia speranza e tutto il mio conforto!
Le scoperte di Dostoevskij dopo la grazia
Dopo la grazia, Dostoevskij viene deportato a Omsk e condannato ai lavori forzati. Tre sono le scoperte rintracciabili nella lettera al fratello:
- La fede in Cristo
Questo Dio, però, non è trascendente, bensì un uomo tra gli uomini. Passa quindi dalle posizioni socialiste a una fede davvero originale: Dio esiste, ma la sua natura è umana, non divina. - L’epilessia
Già da giovane Dostoevskij soffriva di attacchi epilettici, che lui considerava dei momenti di ottenebramento della ragione e di perdita di controllo della realtà. Con la grazia ottenuta, rivaluta anche l’epilessia, considerandola un momento di fusione armonica con il mondo. - Il popolo
Anche con i suoi crimini e i suoi criminali, il popolo è l’unico detentore dei valori cristiani. Scopre, quindi, la grandezza morale dei russi.
Memorie da una casa morta
Opera in parte autobiografica, è un resoconto del mondo dei lavori forzati in Siberia, un affresco della vita carceraria russa. Descrive con precisione etnografica:
- la vita nei campi di lavoro, la corruzione delle sentinelle, l’importanza del denaro, l’alcol, le prostitute;
- l’importanza del lavoro, che nei campi di prigionia è fondamentale per la dignità umana.
Emerge un’idea del criminale atipica. Il detenuto, infatti, non è un criminale di natura, e il crimine commesso non è trattato come il frutto di cattive intenzioni o una colpa individuale, ma una disgrazia. I delinquenti vengono trattati senza giudizi. C’è quindi una scoperta del valore spirituale del popolo russo. Dostoevskij trova infatti nei criminali un forte senso della vita, le forze migliori del popolo russo. Nel complesso, quindi, accusa il sistema dei campi di lavoro, ma ne rivela anche i valori morali di onestà e generosità che da lì emergono.
L’interpretazione di Bachtin
Filosofo e critico letterario russo, Michail Bachtin cerca di leggere le opere dostoevskiane attraverso due categorie:
- dialogismo
I romanzi di Dostoevskij sono un incontro di idee, l’ideologia dostoevskiana non è mai stabile, ma si sviluppa a contatto con altre ideologie. - polifonia
pluralità di voci indipendenti dal punto di vista dell’autore.
Una varietà di voci e di coscienze, insomma, che si esprimono attraverso il dialogo. Secondo Bachtin, Dostoevskij è come Dio. Come Dio ha creato l’uomo lasciandolo libero di scegliere fra bene e male, così Dostoevskij lascia liberi i personaggi che ha creato. Sono coscienze totalmente indipendenti dal punto di vista dell’autore.
L’identikit tracciato fa di Dostoevskij un guerrafondaio? Verrebbe forse da pensare che chi ha preso la decisione di cancellare il corso di studio di Paolo Nori non ha letto la lettera di Dostoevskij al fratello Michail.