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Oscar 2025: 13 nomination per Emilia Pérez. Assente Vermiglio, ma c’è Isabella Rossellini

L’Academy ha diffuso le nomination per gli Oscar 2025. La candidatura italiana, Vermiglio, non ha centrato la shortlist, mentre il film francese in lingua spagnola Emilia Pérez concorrerà per 13 categorie.

Emilia Pérez (quasi) da record

Batte Trump, risponde l’Academy. Lunedì 20 gennaio, nel suo discorso di insediamento, il neo-rieletto presidente Usa affermava senza mezzi termini «che ci sono solo due generi: uomini e donne». Tre giorni dopo l’Academy ha diramato i film nominati agli Oscar. A correre per il maggior numero di statuette sarà Emilia Pérez, che per protagonista ha una donna transgender. Così come la sua interprete, la prima ad essere candidata come miglior attrice protagonista.

Alla cerimonia, che si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 2 marzo, il film di Jacques Audiard proverà ad aggiudicarsi l’ambito premio in ben 13 categorie. Tra queste, miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Karla Sofìa Gascòn) e non protagonista (Zoe Saldana), miglior sceneggiatura non originale, miglior film internazionale (è infatti una produzione francese in lingua spagnola) e due candidature per la miglior canzone originale.

Il successo di questo film si accompagna alle difficoltà nell’incasellarlo. Emilia Pérez è la storia di un boss della droga che vuole lasciare il narcotraffico e iniziare una nuova vita. A completare i suoi conti con il passato un intervento di riassegnazione del sesso, a lungo desiderato, che mette fine all’esistenza di Juan “Manitas” Del Monte per cominciare quella di Emilia Pérez. Il tutto in un thriller che è anche musical, retto da un cast al femminile che comprende anche la cantante Selena Gomez.

Il cast di Emilia Pérez. Da sinistra: Selena Gomez, Karla Sofìa Gascòn, Adriana Paz e Zoe Saldana.

Un film così singolare fa registrare un ulteriore primato. Con le sue 13 nomination Emilia Pérez avvicina il primato di 14, condiviso da tre pellicole: Eva contro Eva (1950), Titanic (1997) e La La Land (2016). Ma a differenza di questi titoli, Emilia Pérez non è un film in lingua inglese. In questo senso è il film con il maggior numero di candidature nella storia degli Oscar, battuti La tigre e il dragone (2000) e Roma (2018).

Fuori Vermiglio, ma c’è un pezzo di Italia

Per il miglior film internazionale Emilia Pérez se la giocherà con altri quattro film. Uno è la favola ambientalista Flow – Un mondo da salvare, film lettone candidato anche come miglior film d’animazione e già vincitore dell Golden Globe e il premio Un certain regard a Cannes. Seguono il brasiliano Io sono ancora qui, il danese Pigen med nålen (in bianco e nero) e Il seme del fico sacro, produzione tedesca del regista iraniano Mohammad Rasoulof.

Una scena di Vermiglio

Non ha raggiunto la selezione finale la candidatura italiana, Vermiglio, che racconta il dramma di una famiglia a ridosso della fine del secondo conflitto mondiale. Scritto e diretto da Maura Delpero, il lungometraggio è stato presentato al Festival del cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’argento.

Le speranze dell’Italia, per così dire, saranno allora tutte rivolte a Isabella Rossellini. L’attrice italiana, da tempo stabilitasi negli Stati Uniti, è candidata come miglior attrice non protagonista per il ruolo di suor Agnese in Conclave, diretto da Edward Berger e in gara per altre sette categorie. Per l’attrice, figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, è la prima nomination agli Oscar.

Dal brutalismo alla fiaba
Adrien Brody è candidato all’Oscar per il miglior attore protagonista.

In termini di nomination, dietro a Emilia Pérez si collocano due film che non potrebbero essere più diversi, entrambi a 10 candidature. Il primo è The Brutalist di Brady Corbet, con protagonista il premio Oscar (ora ricandidato) Adrien Brody. Il film racconta la storia di un ebreo-ungherese, l’architetto László Tóth, che all’indomani della Seconda guerra mondiale emigra negli Stati Uniti, trasportando nella propria sensibilità umana e artistica l’esperienza dell’Olocausto. In Italia uscirà il 6 febbraio, ma l’anteprima a Venezia ha ricevuto un’ovazione lunga 12 minuti.

Le tinte fosche di uno dei momenti più cupi della storia cambiano completamente tonalità nei colori vivaci di Wicked, prima parte del musical che adatta l’omonimo successo di Broadway. Prequel del Mago di Oz, il film di Jon M. Chu racconta l’amicizia tra Elphaba, la futura Perfida Strega dell’Ovest, e Glinda, la Buona Strega del Nord. Sorretto dalla bravura delle sue protagoniste, Cynthia Erivo e Ariana Grande, candidate rispettivamente come migliore attrice protagonista e non protagonista, il film è stato un successo al botteghino, già premiato con un Golden Globe.

Il cast di Wicked
Candidati ed esclusi notevoli

Come sempre, esaurire la panoramica dei film in competizione sarebbe impossibile. Vale la pena, però, almeno citare qualche altra pellicola che ha suscitato o susciterà interesse per varie ragioni. Forte di una candidatura come miglior attore protagonista per Timothée Chalamet, A Complete Unknown, biopic dedicato a Bob Dylan prosegue il lavoro sulle star della musica che tanto sta premiando Hollywood in questi anni. Da Bohemian Rhapsody a Elvis, passando per Rocketman e il più datato Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, la commistione di biografia romanzata e grandi canzoni continua a riscuotere applausi.

Sebastian Stan nei panni di Donald Trump in The Apprentice.

Non solo Bob Dylan: Chalamet è protagonista (ma non candidato all’Oscar) anche in Dune – Parte due, seguito del riadattamento che Denis Villeneuve ha proposto nel 2021. La fantascienza lascia spazio alla realtà fino al grottesco: è il caso di The Apprentice, film biografico su Donald Trump, interpretato da Sebastian Stan (candidato come miglior attore protagonista). Indimenticabile anche The Substance: la riflessione sulla bellezza ad ogni costo nella società dell’apparenza ha guadagnato a Demi Moore una candidatura come miglior attrice protagonista.

Non è passata inosservata l’assenza di nomination per film che avevano lasciato il segno nel 2024, ottenendo anche diverse candidature ai Golden Globes. Tra questi Giurato numero 2, Queer, Megalopolis e Challengers. Proprio il film sportivo era stato acclamato dalla critica sia per la performance di Zendaya sia per la colonna sonora firmata da Trent Reznor e Atticus Ross, che ha trionfato ai Golden Globes. Non è la prima volta che le decisioni degli Oscar fanno discutere, portando centinaia di fan a riversare il loro disappunto su X, Instagram e TikTok.

RAZZIE AWARDS: i candidati per il premio al peggior film

Mentre Hollywood celebra il meglio del cinema nazionale e internazionale, i Golden Raspberry Awards mostrano nessuna pietà nell’assegnare i premi al “peggio”, almeno secondo loro, proiettato nelle sale del 2024. Meglio conosciuti come Razzie Awards, questi premi sono una parodia degli Oscar, votati da 1202 membri tra appassionati di cinema, critici e giornalisti. Tra i riconoscimenti meno ambiti ci sono peggior film, peggior attore protagonista e peggior attrice protagonista. Quest’anno Joker: Folie à Deux domina la scena con sette nomination. Un bello scivolone, visto che agli Oscar 2019 il primo capitolo aveva ottenuto una candidatura come miglior film. Rischiano il premio anche Madame Web, Megalopolis, Borderlands e Reagan. Tra i nomi più celebri nominati in questa edizione ci sono Lady Gaga, Cate Blanchett, Dakota Johnson, Jennifer Lopez, Joaquin Phoenix, Jack Black e Zachary Levi. La cerimonia di premiazione sarà il 1°marzo.

Il premio assegnato ai Razzie Awards

I Raspberry Award sono stati creati nel 1980 da John Wilson per svelare il lato meno brillante del cinema. Se pur scomodo e dissacrante, negli anni l’evento ha guadagnato importanza e copertura mediatica. Il trofeo è un lampone dipinto in oro dal valore di appena 4,97 dollari. La scelta del lampone (raspberry) fa riferimento all’espressione “blowing a raspberry”, ossia fare una pernacchia derisoria. Emblematico il caso del 2022 quando, dopo aver consegnato a Bruce Willis l’award, il premio è stato ritirato dopo la notizia delle sue gravi condizioni di salute.

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