Il Savoy Ballroom, la sala da ballo simbolo della Harlem degli anni ‘20

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Un gioco interattivo sulle note delle canzoni swing anni ’20. Così Google ha deciso di celebrare oggi, giovedì 26 maggio, la storica sala da ballo del Savoy Ballroom. Il nuovo Doodle ha cercato di rispecchiare quelle che erano le vibrazioni e l’atmosfera di quel periodo. Una Harlem tra gli anni ’20 e gli anni ’50 che ha simboleggiato il momento di massima affermazione della cultura afroamericana. Attraverso la danza e la musica, il Savoy Ballroom è stato testimone della cosiddetta Harlem Renaissance.

La storia

Inaugurato il 12 marzo 1926, tra la 140° e la 141° street di New York, il Savoy Ballroom è diventato fin da subito centro culturale e artistico del quartiere. Conosciuto meglio come “the Home of Happy Feet”, ovvero la Casa dei Piedi Felici, la sala da ballo ha coinvolto intere generazioni di ballerini, musicisti, cantanti e persone del posto. Una casa vera e propria che si è contraddistinta come uno dei primi locali ad accogliere clienti non soltanto neri o sudamericani, ma anche bianchi. Un punto di riferimento multiculturale che, a differenza delle leggi del tempo, non concepiva alcuna discriminazione razziale.

Migliaia di persone si ritrovavano al Savoy Ballroom per ballare swing, jazz e jive. Accese competizioni di ballo che prendevano vita grazie alle numerose band che ogni sera suonavano da vivo sul palco del locale. A ritmo di giravolte, prese e salti in aria è stato inventato anche un ballo inedito: il Lindy Hop. Un misto tra boogie boogie e swing afroamericano, è diventato immediatamente marchio di riferimento per l’intera comunità di Harlem. Tra i nomi più importanti della musica black troviamo Chick Webb, Count Basie ed Ella Fitzgerald. Artisti affermati della storia americana che si sono esibiti al Savoy Ballroom nel pieno della loro carriera artistica e musicale.

 

Oltre 30 anni di attività fino all’ottobre 1958, quando il locale è stato chiuso definitivamente e successivamente demolito. Per conservarne la memoria, il 26 maggio 2002, è stata affissa una targa commemorativa proprio sul luogo dove sorgeva la storica sala da ballo. Da qui la scelta della data dell’anniversario. L’eredità del Savoy Ballroom è viva, continua a respirare sui passi di danza.

«Il pavimento sussulta, e il locale sembra una dinamo, e l’aria fumosa si innalza a onde… È una musica che anche i sordi riuscirebbero a sentire»

Una notte al Savoy, di Otis Ferguson (giornalista del The New Republic, 1936)

 

Greta Dall'Acqua

Nata e cresciuta a Torino, ma viaggiatrice compulsiva. Amo guardare la realtà con gli occhi degli altri, raccontando storie e culture differenti attraverso le immagini. Come aspirante reporter cerco sempre di cogliere il fotogramma perfetto che possa dar voce alla diversità e al cambiamento. Laureata in comunicazione, media e pubblicità all'università Iulm e attualmente giornalista praticante per Masterx.

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