Il 2021 è un anno importante per gli appassionati di italianistica di tutto il mondo: ricorre il 700° anniversario della morte di Dante, l’autore che forse più di tutti ha lasciato un segno indelebile nel patrimonio letterario e artistico dell’umanità. Così, da un’idea del giornalista del Corriere della Sera Paolo Di Stefano e con il supporto dell’AdI (Associazione degli Italianisti), è stato istituito il Dantedì: una giornata dedicata al poeta che ha raggiunto importanza nazionale per decisione del Consiglio dei ministri.
La data è fissata per il 25 marzo, giorno riconosciuto dalla critica come il primo del viaggio ultraterreno del 1300 narrato nella Divina Commedia, quel famoso nel mezzo del cammin di nostra vita.
Sarà accompagnata da eventi in tutta Italia e in tv, gli appuntamenti principali sono in fondo a questo articolo.
Non solo la «Divina Commedia»
La Divina Commedia (così chiamata secondo la titolazione data da Boccaccio, caduta in disuso e poi ripresa dagli studi critici più recenti) è senza dubbio un’impresa straordinaria, alla quale Dante deve la fama che lo ha accompagnato nei secoli. Esiste però un’opera che gli avrebbe permesso comunque di restare nella storia della letteratura e che spesso passa in secondo piano: la Vita nova. Scritta probabilmente tra il 1293 e il 1295 – una decina d’anni prima dell’Inferno – può essere considerata una vera e propria palestra letteraria, senza la quale l’autore non avrebbe avuto le conoscenze per avvicinarsi alla stesura del Paradiso.
Dante utilizza consapevolmente gli stili ereditati dagli autori a lui precedenti (i trovatori e i siculo-toscani) e contemporanei (gli stilnovisti) ma arriva alla consapevolezza che non sarebbero stati adatti ad una materia alta come quella che rappresenterà il culmine della sua scrittura.
L’importanza della «Vita nova»
La Vita nova narra la storia dell’amore per Beatrice, dall’infanzia fino alla sua morte, e lo fa con l’alternanza di brani in prosa e componimenti in versi (è quello che si definisce un prosimetro). Il suo immenso valore è racchiuso nei due filoni narrativi in essa presenti: quello di Dante-uomo, che matura sperimentando l’esperienza amorosa, e quello di Dante-poeta, che sviluppa una nuova consapevolezza come autore grazie alla quale potrà affrontare la stesura delle tre cantiche della Divina Commedia.
Considerate in una prospettiva globale, le due opere sono parti di un unico grande viaggio che vede Dante protagonista e lo mette alla prova nel suo percorso di redenzione e accesso al Paradiso. Perché lo scopo del Sommo Poeta è proprio questo: arrivare alla visione di Dio e avere gli strumenti linguistici, filosofici e teologici per poterla raccontare.
Non si può prescindere dal fatto che Dante sia uomo del Medioevo e che, come tale, riponga il suo obiettivo finale proprio nell’avvicinamento al divino. Secondo il principio medievale della reductio ad unum, infatti, tutto quello che accade nel mondo per essere compreso deve essere ricondotto all’Unico, al Signore. Comprendere gli eventi e le entità che circondano l’uomo significa cercare di comprendere la Trinità. Un proposito ardito per non dire irrealizzabile, che però il poeta ha sempre presente nel momento in cui si accinge a scrivere.
Per riuscire in uno scopo così alto è necessaria una guida straordinaria. Non si tratta di Virgilio, il maestro per eccellenza, che pure ricoprirà un ruolo centrale nel viaggio negli Inferi e sul monte purgatoriale. La guida, il punto di riferimento, il termine da raggiungere che Dante sceglie per sé è Beatrice, colei che dona beatitudine con la sua esistenza.
Beatrice
La vera rivoluzione dantesca ha inizio proprio con la Vita nova e la figura di Beatrice. Nel periodo storico che stiamo vivendo, nel quale le battaglie per i diritti e la tutela delle donne sono all’ordine del giorno, è significativo pensare che un uomo di settecento anni fa abbia deciso di affidare la propria redenzione a una donna.
Per Dante, Beatrice rappresenta non solo l’oggetto d’amore da lodare con le parole dello Stilnovo, ma anche il tramite per arrivare a Dio. Sarà lei ad aspettarlo sulla cima del Purgatorio prima dell’anelato accesso alle porte del Paradiso. E sempre grazie a Beatrice Dante-poeta riuscirà a superare i suoi contemporanei e sentire la necessità di uno stile nuovo per dire di lei quello che mai non fue detto d’alcuna. Beatrice è la donna del miracolo, non rientra più nella tradizione medievale della donna bella come un angelo. È lei stessa a farsi presenza angelicata al punto da conciliare la sua dimensione terrena di donna amata con quella celeste di donna salvatrice.
La salvezza nella poesia
Dante ha la sua salvezza nel saluto di Beatrice. Quando gli viene negato si abbandona al pianto, il suo amore non ha più senso. La straordinarietà dell’opera sta proprio in questo passaggio: il poeta riesce a superare lo sconforto e a ritrovare la beatitudine non più nel saluto della donna amata ma nelle parole usate per lodarla.
La poesia diventa lo strumento salvifico e celebrativo per eccellenza, come dichiarato nella canzone ‘Donne ch’avete intelletto d’amore’, al centro del libello. Beatrice morirà ma il fatto di averle dedicato i suoi componimenti consentirà a Dante di ambire a ritrovarla nel Regno dei Cieli.
Stiamo parlando di opere redatte nel Medioevo, ogni confronto con l’attualità sarebbe azzardato per non dire inopportuno. Ma la concezione della donna che Dante ci consegna è un esempio di devozione che merita di essere conosciuto anche oggi, soprattutto oggi. Beatrice è cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare, come recita il sonetto ‘Tanto gentile e tanto onesta pare’ racchiuso proprio nella Vita nova. Per parlare di lei occorre elevarsi a tal punto da inventare parole nuove.
Amare una donna significa lodarla, esaltarla, affidarsi a lei.
Uno spunto che anche al giorno d’oggi vale sempre la pena di ricordare.
Il Dantedì in tv
Per la giornata dedicata al Sommo Poeta sono state organizzate numerose iniziative sui canali Rai.
Alle 19.15 su Rai1 la diretta dal Salone dei Corazzieri al Quirinale della Celebrazione dell’Anno Dantesco: alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Dario Franceschini Roberto Benigni legge un Canto della Divina Commedia.
Benigni presente anche in prima serata su Rai3 per ‘Il Quinto dell’Inferno’ con introduzione di Corrado Augias.
Prima serata per Dante anche su Rai2, con uno spazio dedicato in ‘Anni 20’.
Rai Storia dedicata l’intera programmazione al Dantedì proponendo, oltre alle letture di Gassman e Carmelo Bene, il documentario ‘Dante, antico e onorevole cittadino di Firenze’ (alle 22:30) con il volto appena restaurato del poeta nel Paradiso affrescato da Giotto nella cappella del Podestà al Museo del Bargello.
Su Rai5, alle 21.15, ‘Visioni’ analizza l’attualità del pensiero dantesco dall’amore alla fede. A seguire, si chiude la lettura integrale della Divina Commedia fatta da Lucilla Giagnoni nei suoi ‘Vespri Danteschi’.
Il professor Alessandro Barbero, storico del Medioevo e autore del volume ‘Dante’ edito da Laterza nel 2020, è ospite su Radio1 di Giorgio Zanichini a ‘Radio anch’io’, alle 7.30.
L’offerta Rai si completa su RaiPlay e Digital con una serie di contenuti dedicati alla vita del poeta, all’esegesi della Divina Commedia e all’interpretazione che ne hanno fatto i grandi attori.
Dante sul web
Oltre alle proposte televisive, anche il web è ricco di iniziative per la Giornata nazionale dantesca.
Il Corriere della Sera, con la guida di Aldo Cazzullo, accompagna i lettori lungo il viaggio negli Inferi narrato dal Sommo Poeta.
Il sito 700 Dante segnala tutti gli eventi in programma in occasione del settecentenario di Dante Alighieri.
Dante a Verona propone alcuni video per illustrare aspetti noti e meno noti della vita del poeta, in particolare nel suo rapporto con la città di Verona.
Per tutte le iniziative legate alla città di Ravenna, dove si trova la tomba di Dante, è disponibile il sito Viva Dante.