Un nuovo sciopero generale in Francia

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Una nuova giornata di sciopero generale in Francia. Martedì 7 marzo il Paese scende in piazza contro la riforma delle pensioni proposta dal governo. Una decisione che nelle scorse settimane aveva già portato molte proteste. Il provvedimento è stato presentato a gennaio e ora è in discussione al Senato. Esso sancisce innanzitutto l’innalzamento dell’età minima per la pensione da 62 a 64 anni. Per questo motivo, organizzazioni sindacali, l’opposizione e gran parte parte dell’opinione pubblica francese hanno manifestato le loro divergenze.

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Il comunicato dei sindacati francesi che dichiarano lo sciopero

La proposta di legge prevede altresì l’anticipazione dal 2035 al 2027 della legge Touraine. La normativa aumenterebbe in tal modo di un anno il periodo per cui è necessario versare contributi per andare in pensione. È prevista poi l’abolizione di alcuni regimi pensionistici speciali, oltre a una serie di altre misure.

I sindacati: “La Francia sarà completamente bloccata”

Lo sciopero di martedì 7 marzo dovrebbe essere il più affollato. Già tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio c’erano stati grosse manifestazioni. Stavolta però i sindacati che proclamano lo sciopero auspicano che “la Francia venga completamente bloccata”. Trasporto ferroviario, aereo e locale, gli impianti energetici, le raffinerie, le scuole sono coinvolte nello sciopero generale. La polizia ha stimato che più di un milione di persone scenderanno in piazza in più di 250 città francesi.

È la seconda volta che il presidente francese Emmanuel Macron prova a riformare le pensioni. Già nel 2019 c’era stato un tentativo, cui erano seguite numerose proteste. In Francia esiste da anni un dibattito sul sistema pensionistico, spesso definito anacronistico e inefficiente. È anche molto costoso. Meno caro di quello italiano in proporzione, che equivale al 15,6 per cento del PIL, ma comunque più che nella media europea. Il  sistema pensionistico francese rischia di tornare in deficit.

BFM Patrimoine ha parlato di dialogo dei sordi per descrivere lo stallo tra sindacati e governo. Il primo ministro francese Elisabeth Borne afferma che sarà necessario lavorare più a lungo per salvare un sistema pensionistico “strutturalmente in deficit“. Sindacati e membri dell’opposizione ribattono che l’equilibrio finanziario del sistema è tutt’altro che in pericolo e che la riforma è de di fatto inutile.

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