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Dopo 45 anni di storia l’agenda che ha accompagnato i percorsi scolastici, e non solo, di migliaia di italiani potrebbe scomparire dagli scaffali.
Il gruppo finanziario Smemoranda è infatti fallito nel marzo del 2023 e, il 20 gennaio 2024, l’asta che si è tenuta a Milano per rilevare il marchio è risultata deserta.
Le origini del fenomeno
![Nico Colonna](https://masterx.iulm.it/wp-content/uploads/2024/01/Colonna-Smemoranda-194x300.jpg)
Inizialmente definita, per i valori ai quali il marchio si è sempre associato, “un diario di sinistra” Smemoranda è stata fondata nel 1979 da Luigi Vignali e Michele Mozzati (meglio noti come Gino & Michele, ideatori del programma Zelig), e Nico Colonna.
I tre hanno dato vita a un’agenda scolastica che, nel tempo, è diventata più di un semplice diario.
La agende sono divenute simbolo della cultura pop e di identità per una generazione nel corso di 45 anni, riscuotendo grande successo.
Il riscontro positivo delle agende è dovuto all’innovazione che rappresentavano. In un mercato costellato da agende tradizionali e semplici, i diari Smemoranda rappresentavano un prodotto mai visto. Al loro interno erano infatti ricche di notizie, articoli, opinioni, canzoni, saggi, quiz, disegni e vignette. Una scelta editoriale che ha garantito all’azienda un largo consenso soprattutto tra le giovani generazioni.
Consenso che si è tradotto anche nei grandi risultati economici raggiunti dal gruppo. A metà degli anni Novanta, Smemoranda vantava 1 milione e 200 mila agende vendute. A maggio 2023 è stato stimato che circa 25 milioni di italiani abbiano posseduto almeno un prodotto del brand.
![Luigi Vignali e Michele Mozzati](https://masterx.iulm.it/wp-content/uploads/2024/01/IM_Luigi_Vignali_Michele_Mozzati-1024x683.jpg)
Le collaborazioni
Nel corso degli anni sono oltre 300 le personalità che hanno collaborato con l’azienda. Tra queste figurano nomi del calibro di Federico Fellini, Gualtiero Marchesi, Roberto Benigni, Aldo Giovanni e Giacomo, Jovanotti e Luciano Ligabue.
Altan, Angelini, Maicol & Mirco, Marilungo, La Rosa sono invece solo alcuni dei moltissimi comici, fumettisti e disegnatori satirici italiani che, nel tempo, hanno contribuito alla realizzazione della agende. Ogni anno Smemoranda aveva un tema, un fil rouge che tutti i comici, fumettisti e disegnatori seguivano per creare, progettare e disegnare le proprie idee sull’agenda, facendo sempre riferimento al tema centrale.
La genesi del fallimento
L’avvento dei registri elettronici nelle classi ha contribuito a far diminuire l’interesse di genitori e studenti nell’acquisto di prodotti cartacei come diari e agende. Questo perché l’introduzione di tali strumenti nelle scuole ha permesso agli studenti di non doversi munire di un diario sul quale annotare compiti, verifiche e note giacché questi ultimi vengono scritti direttamente dal docente sul registro elettronico.
A questa situazione già delicata si è aggiunta un’ulteriore crisi dovuta alla pandemia. Durante il Covid-19 le copie di agende vendute sono radicalmente diminuite, allontanandosi dalla media di 300 mila diari venduti negli anni precedenti.
Anche l’utilizzo dell’e-commerce ha segnato in modo negativo l’andamento delle vendite di Smemoranda. I consumatori, con la possibilità di acquistare prodotti online, hanno spostato la propria attenzione su agende di brand più o meno conosciuti provenienti da tutto il mondo. Lo shop online ha quindi alimentato la concorrenza che ha, man mano, soppiantato Smemoranda.
I tentativi di salvare il brand
Per porre rimedio alla situazione, il gruppo leader nel settore dei giocattoli, Giochi Preziosi S.p.A, si è preso l’impegno di risollevare le sorti dell’impresa. Attraverso un contratto di ricerca, l’azienda, ha preso in affitto il marchio “Smemo” per un anno, con l’obiettivo e l’impegno di occuparsi delle spese di produzione, realizzazione e commercializzazione di agende, astucci e zaini per la scuola. Ma non è bastato.
L’asta
Il 20 gennaio 2024, a Milano, si è tenuta un’asta per risollevare i diritti del brand. Nessuno si è però presentato.
Il destino del gruppo sembra quindi ormai essere segnato: Smemoranda potrebbe scomparire per sempre dagli zaini di quegli studenti che, nonostante il registro elettronico, continuavano a sostenere il brand.