
Nella notte di lunedì 31 marzo è divampato un rogo in un concessionario Tesla a Roma, nel quartiere di Torre Angela. Nell’incendio sono state distrutte 17 auto della casa di produzione di Elon Musk. Le autorità stanno indagando sul legame con gli atti di vandalismo contro i veicoli dell’azienda compiuti negli scorsi mesi negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Il rogo e l’ipotesi dolosa
Per Elon Musk non ci sono dubbi. Si tratta di «terrorismo», come ha scritto in un post su X. La Digos di Roma, intanto, non esclude alcuna pista. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato esplicitamente di una traccia «anarchica antagonista», ricordando il movimento globale “Tesla takedown”, che il 29 marzo si è riunito negli Stati Uniti per vandalizzare la sede dell’azienda di Musk.
Se le indiscrezioni venissero confermate, si tratterebbe del primo atto contro Tesla avvenuto in Italia. Finora, infatti, gli anti-Musk si erano solamente limitati a rigare le fiancate di alcuni dei veicoli tra le 50mila Tesla immatricolate nel Paese.
A far pensare al dolo, interviene un fattore non trascurabile. Le Tesla a Torre Angela condividevano lo spazio con l’azienda Triumph e nessuna delle moto è risultata danneggiata. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intanto, ha parlato di un «fatto di estrema gravità che se venisse confermato sarebbe inaccettabile e da condannare nella maniera più ferma».
It’s not a store fire; it’s a terrorist attack. pic.twitter.com/GCI5tSIzhv
— DogeDesigner (@cb_doge) March 31, 2025
Gli altri attacchi contro Tesla
Le auto elettriche di Elon Musk sono sotto attacco in tutto il mondo. Molte sono state imbrattate, altre danneggiate, mentre altre concessionarie ancora sono state colpite da spari o incendiate.
I casi si sono verificate principalmente negli USA e nelle aree più progressiste. Come in Oregon, dove un uomo è stato arrestato dopo aver lanciato 8 molotov contro un concessionario Tesla. In Colorado, invece, una donna è stata incriminata per aver tirato delle molotov contro una concessionaria per poi scrivere sui muri: «macchine naziste».
Inn Francia, un incendio doloso ha distrutto 12 auto di un Tesla Center vicino Tolosa con danni per oltre 700mila euro rivendicati dagli anarchici. Ancora, in Germania è stato sabotato a Berlino un traliccio dell’elettricità, provocando un blackout nella factory di Tesla a Grunheide, rivendicato dagli ambientalisti di Vulkangruppe.
Eppure, fino a poco tempo fa, Tesla godeva di un’ottima reputazione tra i movimenti ambientalisti e progressisti. L’azienda è stata tra le prime a dimostrare che i veicoli elettrici potevano essere sia esteticamente attraenti che performanti. Tra il 2008 e il 2020, Musk ha sostenuto apertamente i candidati democratici alle elezioni presidenziali americane.
Oggi, invece, la situazione è cambiata radicalmente. Musk si è allineato a Donald Trump e sostiene candidati di destra in Germania e Romania, appoggia conservatori in Italia e critica pubblicamente i laburisti nel Regno Unito. Un cambiamento politico che ha contribuito a trasformare Tesla da simbolo ecologista a bersaglio per oppositori ideologici e movimenti radicali.