Prima della Scala, chi manifesterà quest’anno fuori dal teatro?

Proteste davanti al Teatro della Scala per la Prima

A Milano il 7 dicembre si festeggia Sant’Ambrogio, il patrono della città. Per l’occasione, la metropoli si immerge in un’atmosfera suggestiva di luci natalizie, mercatini, tradizioni e spettacoli. Ma non è tutto oro quel che luccica. Fuori dalle boutique e dagli eventi di lusso si avverte il malessere di chi si sente lasciato indietro. Un disagio che si sfoga proprio al di fuori dell’appuntamento più atteso della giornata: la Prima della Scala. L’evento che inaugura la stagione artistica e teatrale si dimostra infatti, ogni anno, un’occasione di rivendicazione sociale.

Lo spettacolo

Simbolo della città di Milano, è dal 1951 che il Teatro alla Scala alza il sipario proprio nel giorno di Sant’Ambrogio. Quest’anno per la rappresentazione del Don Carlo di Giuseppe Verdi, diretto dal Maestro Riccardo Chailly. Ancora una volta si tratterà di un appuntamento cardine del calendario culturale italiano. Un evento mondano cui saranno chiamate ad assistere le più alte cariche della città e dello Stato. Insieme a loro, fotografi, giornalisti, imprenditori, intellettuali, personaggi glamour della moda e dello spettacolo. Tra i vari politici, prevista la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa, del ministro dei Trasporti Matteo Salvini e del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Al contrario dello scorso anno saranno invece assenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La protesta

Ma lo sfarzo del mondo patinato che affolla il foyer si contrappone a quanto accade fuori dal teatro. La Prima della Scala si è infatti rivelata, negli anni, un’occasione per contestazioni e proteste d’ogni tipo. Lo scorso anno gli slogan contro il Governo Meloni e la vernice sul teatro lanciata dagli ecoattivisti di Ultima Generazione. Nel 2021 le proteste contro il Governo Draghi, la richiesta di vaccini per i Paesi più poveri e una decina di ragazzi cosparsi di farina a sostegno degli “invisibili”. Nel 2019 le tute da lavoro bianche imbrattate di rosso con la scritta “Morto per inquinamento”. L’anno prima le contestazioni contro il Governo gialloverde, con il lancio di uova contro la location della cena di gala e i manifestanti travestiti da detenuti che simulano un arresto di immigrati.

I sindacati

«La ricorrenza della Scala nasce per contestare i politici e i potenti che partecipano a quell’iniziativa», ci spiega Mattia Scolari, segretario di Cub Milano, il sindacato che ogni anno è in prima linea nelle proteste. «Queste contestazioni esistono da trent’anni. Ogni volta cerchiamo di caratterizzarle su un qualche peggioramento delle condizioni dei ceti popolari. Quest’anno», continua Scolari, «abbiamo già convocato un presidio, per protestare contro la finanziaria del governo e, in particolare, contro la diminuzione delle pensioni dei dipendenti pubblici». Diversa la posizione di altri sindacati: ad esempio, Cobas Lavoro Privato annuncia che non ci sarà. «Storicamente alla Prima della Scala non partecipiamo come Cobas», dichiara il sindacalista Andrea Motti. «A queste liturgie laiche preferiamo contrapporre una mobilitazione quotidiana. Le proteste davanti alla Scala hanno perso significato reale e ormai prende parte quasi solo la Cub».

I centri sociali

Per quanto riguarda i centri sociali, attesa la partecipazione del Cantiere, che ogni anno figura tra i promotori della manifestazione. «Al momento non è ancora definito nulla e dobbiamo ancora fare le assemblee», afferma la militante Elena Fusar Poli. «Comunque il Cantiere ci sarà». Posizione più cauta quella di Gabriele Marsilli, attivista del Baraonda: «Le ultime voci dicono che non succederà granché il 7 dicembre a Milano. Anche perché molti saranno in Val Susa per la tre giorni contro la Tav».

La Polizia locale

Previsto poi uno sciopero della Polizia locale. «Per noi è una tradizione: lo facciamo quasi ogni anno dal 1998», sottolinea Giuseppe Aurea, delegato Rsu della Polizia locale di Milano. «Ci rifiuteremo di effettuare il servizio di controllo del traffico, così da creare un disagio reale e concreto. Sappiamo infatti che quel giorno serviranno tantissimi agenti in strada, per la fiera degli Obej Obej e per la Prima della Scala. Anziché effettuare questo servizio», continua Aurea, «ci uniremo alle manifestazioni fuori dal teatro, alle quali parteciperemo come sindacati, tutti insieme e uniti: Cgil, Cisl, Uil, Adpl, Usb, Sulpl, Csa». In questo caso le critiche sono indirizzate al sindaco Sala, accusato di voler cancellare le tutele sindacali: «Vuole mandare gli agenti ultracinquantenni a fare i turni di notte. Anche perché le poche assunzioni che ha fatto sono a malapena sufficienti a coprire i pensionamenti».

Una giornata di contestazione

Insomma, il 7 dicembre davanti alla Scala ci sarà una contestazione, seppur – forse – di minore entità rispetto agli scorsi anni. Ci saranno militanti dei centri sociali, collettivi studenteschi, sindacalisti e persino agenti di polizia. Si potrebbe ipotizzare anche un blitz di Ultima Generazione, come lo scorso anno, oppure una serie di azioni sui temi caldi del momento, dalla Palestina ai femminicidi. E così, il prossimo 7 dicembre a Milano non si inaugurerà solo la stagione teatrale. Ma anche, come ogni anno, la stagione delle proteste.

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