Temperature record e precipitazioni sempre più scarse. Dopo i cento giorni senza pioggia registrati a inizio anno, anche l’estate 2022 si conferma uno dei periodi più secchi per la Lombardia e tutto il Nord Italia. Rispetto ad appena due anni fa, la regione si è ritrovata con il 61% in meno di risorse idriche. Un dato allarmante, che ha provocato danni enormi – sia ambientali che economici – in città e in campagna.
L’emergenza siccità, dal Po al “Triangolo del riso”
Il simbolo di questa emergenza è senz’altro il fiume Po, che da anni sta andando incontro a una progressiva riduzione della portata d’acqua. «Se andiamo avanti così, questo fiume è destinato a sparire entro una decina d’anni», si sfoga Giuliano Landini, capitano della Motonave Stradivari, costretto ad interrompere la navigazione proprio a causa della siccità. «L’unico modo per uscirne è la bacinizzazione – suggerisce Landini –. È da anni che si fanno incontri, promesse e convegni, ma finora non è stato fatto nulla di concreto. È una vergogna».
I fiumi, però, non sono gli unici a risentire dell’emergenza siccità. Tra le categorie più colpite ci sono anche gli agricoltori del cosiddetto “Triangolo del riso”, il lembo di terra compreso tra Novara, Vercelli e Pavia dove si coltiva il 50% del riso prodotto in Italia. «Quest’anno possiamo contare sul 15% della dotazione d’acqua che avevamo a disposizione negli anni scorsi», rivela Luca Ridone, proprietario di un’azienda agricola a Robbio, in provincia di Pavia. «Di fronte a questa situazione, molti di noi sono stati costretti a decidere quali coltivazioni portare avanti e quali lasciar morire».
Il ruolo dei cambiamenti climatici
Una situazione tutt’altro che imprevedibile, su cui scienziati e climatologi ci avvertono da tempo. «Dieci o vent’anni fa era difficile che qualcuno di noi si potesse sentire direttamente toccato dai cambiamenti climatici, oggi invece queste eventualità sono sempre più presenti», chiarisce Giorgio Vacchiano, professore dell’Università degli Studi di Milano ed esperto di cambiamenti climatici. «Oggi siamo in piena ondata di calore e siccità, ma domani potrebbe trattarsi di una precipitazione che inonda Milano o di una qualunque altra situazione di emergenza». Gli eventi di questi mesi, dunque, non sono altro che i primi campanelli d’allarme. «Sempre di più le nostre vite saranno impattate dalla crisi climatica – conclude Vacchiano –. Forse questo ci aiuterà a renderci conto di cosa c’è da fare».