Mentre la Liguria cerca di rialzarsi dal terremoto politico e imprenditoriale che ha portato agli arresti domiciliari il presidente Giovanni Toti, è iniziata la fase di esame delle carte da parte degli avvocati dei 25 indagati, di cui 10 sottoposti a misure cautelari. Il governatore ligure verrà sottoposto a interrogatorio tra venerdì 10 e sabato 11 maggio.
Le accuse e gli indagati
«Giovanni Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione e i propri poteri per favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori». A scriverlo, il Gip di Genova Paola Faggiani nell’ordinanza emessa al termine delle indagini della Guardia di Finanza che hanno portato alle misure cautelari nei confronti del presidente ligure.
La tesi accusatoria della procura sostiene che tra Toti e gli imprenditori logistici Aldo e Roberto Spinelli ci siano stati scambi di favori e soldi con l’obiettivo di ottenere concessioni e appalti portuali. Al centro della collaborazione, ci sarebbero stati finanziamenti per le campagne elettorali del governatore. In particolare, Toti avrebbe accettato dai due uomini d’affari «promesse di vari finanziamenti e ricevuto 74.100 euro».
L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo di Genova Nicola Piacente, ipotizza un sistema di «mazzette coperte» da finanziamenti in chiaro, a cui è da aggiungere la presunta corruzione durante le elezioni regionali del 2020. In quell’occasione, il partito fondato da Toti (“Cambiamo!”) aveva ottenuto il 22%. Secondo gli inquirenti, infatti, il boom “totiano” sarebbe anche dovuto da pacchetti di voti garantiti da accordi con il clan Cammarata, un’organizzazione di Cosa nostra legata al Mandamento di Riesi. In particolare, è Matteo Cozzani Capo di Gabinetto di Toti ed ex sindaco di La Spezia a essere accusato di corruzione elettorale aggravata per agevolazioni a clan mafiosi.
Situazione diversa quella di Paolo Emilio Signorini, attualmente in carcere. Per l’amministratore delegato della società di distribuzione energetica Iren, l’accusa è di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio nel periodo in cui era presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. L’ex presidente avrebbe concesso appalti a Spinelli, in cambio di soggiorni di lusso a Montecarlo.