Il 31 marzo si è chiuso lo stato d’emergenza proclamato dal governo Conte il 31 gennaio 2020. Proprio in quei giorni molte attività erano pronte ad aprire per la prima volta, ignare di ciò che stava per accadere in tutto il mondo a causa della pandemia. Il covid ha messo in ginocchio soprattutto il settore della ristorazione. Oscar e Valentino Catelli, due giovani fratelli ristoratori di Campobasso, sono riusciti a riaprire la loro attività esattamente due anni dopo la chiusura.
APERTURA E CHIUSURA
«Abbiamo aperto lunedì 9 marzo 2020 ed è stato annunciato il primo lockdown, il giovedì della stessa settimana, dopo tre giorni, abbiamo chiuso per restare chiusi in casa. Siamo riusciti a riaprire intorno al 20 maggio con la fine del primo lockdown». Oscar e Valerio Catelli avevano scelto il periodo sfortunato per aprire il loro nuovo locale a Milano, «Ristoreat», in zona Garibaldi. «Non ricordiamo neanche quante volte abbiamo aperto e chiuso a causa delle varie zone colorate».
LA NASCITA DEL PROGETTO BELLE-POKE
Dopo un anno di affitti a vuoto Oscar e Valentino avevano deciso di chiudere la loro attività: «Non abbiamo ricevuto alcun aiuto da parte dello Stato perché avevamo appena aperto. Inoltre a causa del bonus vacanze Milano era vuota, non avevamo più fondi e abbiamo deciso di chiudere, il compagno della nostra commercialista ci è venuto incontro e ci ha aiutato a ripartire». Così il 28 marzo 2022 è nato «Belle-Poke».
UN MIX DI INNOVAZIONE E TRADIZIONE
«Abbiamo cercato qualcosa di tendenza, abbiamo affidato la gestione marketing ad una giovane società di comunicazione leccese e ora siamo pronti a ripartire». Ora il locale, situato in Via Carlo Farini n.53, è pronto ad offrire un’esperienza gastronomica tutta nuova, che abbina alla freschezza del poke la tradizione della tipica puccia salentina. Nicolò Carratta, figlio del commercialista dello studio BCM in società con i ragazzi, ha voluto sposare il progetto: «Puntiamo molto sulla comunicazione, sulla pubblicità e sul marketing. Abbiamo dato carta bianca per sviluppare un marchio che magari un giorno potrà diventare un franchising. Il locale non è molto grande per cui punteremo tanto sulla consegna a domicilio, vista anche la grande presenza di uffici nelle vicinanze».