Miu Miu e Steven Meisel ricordano la fotografa-suffragetta Yevonde

In questi giorni a Milano, ma non solo, a fare compagnia a pendolari e viaggiatori dei mezzi pubblici c’è stata un’ospite d’eccezione. La top model Gigi Hadid ha, infatti, invaso le maggiori città del mondo con la sua nuova campagna pubblicitaria per Miu Miu. Pose plastiche, colori pastello e un’atmosfera tra l’utopia e il sogno. Ma non l’avevamo già visto da qualche parte?

Gigi Hadid nella nuova campagna pubblicitaria per Miu Miu.
Steven Meisel x Miu Miu

Per celebrare l’iconico metallassé Miu Miu – un tipo di intreccio che ricorda un letteralmente un materasso, ndrMiuccia Prada ha affidato la campagna pubblicitaria a niente di meno che Steven Meisel.

Steven Meisel, fotografo icona degli Anni ’90.

Protégé di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia dal 1998 al 2016, al quale affidò la copertina del giornale per 15 anni; Meisel fu “il” fotografo di moda degli Anni ’90. Nato a New York nel 1954, scoprì modelle del calibro di Linda Evangelista e Coco Rocha, nonché lanciò truccatrici come Pat McGrath, la make-up artist più influente del mondo secondo Vogue e il Time. Meisel, però, in occasione della campagna di Miu Miu, ha voluto mescolare il suo stile fotografico, piuttosto rigoroso ed essenziale, con quello della fotografa-suffragetta Yevonde.

 

Madame Yevonde

Nata nel 1893, Yevonde Cumbers, lasciò la scuola per seguire le orme della sua eroina, Mary Wollstonecraft, scrittrice e avvocato per i diritti delle donne. Nel 1910 si unì al movimento delle suffragette, i cui valori sosterrà tutta la vita, anche dopo aver capito che la militanza non era per lei. All’età di 21, in un’epoca in cui l’indipendenza e l’emancipazione femminile non erano ben viste, aprì il suo studio fotografico a Londra. E cominciò la sua carriera da fotografa ritrattista, dapprima seguendo i canoni rigidi e formali degli Anni ’10, per poi iniziare a sperimentare uno stile più creativo. Ma la vera svolta fu nel 1930, quando Yevonde si avvicinò al nuovissimo mondo della fotografia a colori. Utilizzando il processo Vivex, inventato dal chimico Douglas Spencer, che, prodotto dalla britannica Colour Photography Ltd., rappresentò il 90% della fotografia a colori del Regno Unito fino al 1939.

Vivien Leigh fotografata da Yevonde nel 1936.

La chiave del suo successo fu, infatti, l’uso pionieristico della fotografia a colori – che secondo Yevonde meglio rappresentava le donne – e il suo stile formale, con pose quasi utopicamente rigide e statiche. Nonché l’utilizzo di oggetti posizionati secondo il gusto surrealista. Una donna, quindi, simbolo di indipendenza e innovazione, che firmava le sue foto solamente con il suo nome, per rivendicare la sua libertà e autorità in quanto donna. Perché come scrisse Yevonde stessa: «Facevo foto con lo scopo di rendermi indipendente, volevo guadagnare io i miei soldi».

Ritorno al futuro

Steven Meisel, quindi, ha deciso di riportare sul set lo stile della fotografa-suffragetta. La campagna pubblicitaria con cui Miu Miu vuole celebrare il metallassé e le borse simbolo di questo stile Wander e Arcadie, diventa, così, l’occasione perfetta per fotografie dai richiami cromatici pastellati e pose plastiche.

Gigi Hadid nella nuova campagna pubblicitaria per Miu Miu.


Pose che la top model Gigi Hadid sotto la direzione di Meisel non fatica a interpretare. Mani in posa studiata, tocchi leggeri alle borse e sguardo quasi mai rivolto in camera. E come insegna Yevonde, pochi oggetti di scena, ma curati nel dettaglio come tulipani rossi, fiori gialli e cuscini in seta. Quindi, se siete alla fermata del tram o dell’autobus, occhi aperti per non perdervi una campagna pubblicitaria di rara raffinatezza.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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