Elezioni europee: gli ultimi sondaggi, le regole e come si vota

Le elezioni europee sono sempre più vicine, l’8 e il 9 giugno sono dietro l’angolo, e la prossima tornata elettorale si preannuncia più importante rispetto alle passate. Perché i cambiamenti che potrebbero avvenire dopo il voto all’interno dell’eurocamera appaiono significativi e potrebbero influenzare al contempo gli scenari nazionali e internazionali. Venerdì 25 maggio sono usciti gli ultimi sondaggi pubblicabili prima dell’appuntamento alle urne, e se ciò che è emerso troverà conferma, il mutamento di equilibri sarà evidente. Ci saranno partiti che potrebbero vedere il proprio numero di eurodeputati tagliato di netto, come nel caso della Lega. Mentre altri, come di Fratelli d’Italia, che potrebbero vedere il proprio numero di parlamentari a Bruxelles più che sestuplicato. Tuttavia, per il nostro Paese, alcuni elementi restano invariati. La legge elettorale con sistema proporzionale, con le 5 circoscrizioni territoriali e la soglia di sbarramento al 4%, e i 76 eurodeputati totali che spettano all’Italia.

Al Parlamento europeo potrebbero cambiare gli equilibri
Gli ultimi sondaggi

Gli ultimi sondaggi diffusi mostrano Fratelli d’Italia primo partito. Se si votasse oggi, il partito di Giorgia Meloni otterrebbe tra il 24,5% e il 29% delle preferenze. Seguono il Partito Democratico, con un intervallo che spazia tra il 18,5% e il 22,9%, e al terzo posto il Movimento 5 Stelle tra il 13,7% e il 17,8%. Battaglia per il quarto posto tra Forza Italia e la Lega, la prima tra il 7,4% e il 10,5%, la seconda tra 7,1% e il 10,1%.

Lotta anche tra i partiti ultimi nei sondaggi, che rischiano di non superare la soglia di sbarramento. La lista Stati Uniti d’Europa, che secondo i sondaggi spazia tra il 3,1% e il 5,6% si situa in leggero vantaggio rispetto all’Alleanza Verdi e Sinistra data tra il 3,2% e il 5,4%. Fanalino di coda per Siamo Europei, la lista di Azione, data tra il 3% e il 5,2%.

Il numero dei parlamentari europei

In Italia, come alle elezioni europee nel 2019, verranno eletti 76 europarlamentari. Ogni stato è rappresentato in base alla sua popolazione e ha diritto a un minimo di sei seggi. Tra questi risultano i Paesi meno popolosi come il Lussemburgo, Cipro e Malta con sei eurodeputati ciascuno. Invece, lo stato più popoloso e quindi con diritto a un più alto numero di seggi è la Germania (96). Seguono la Francia (79), l’Italia (76) e la Spagna (59).

La suddivisione in circoscrizioni e i seggi disponibili

Il territorio italiano, per le elezioni europee, è suddiviso in cinque circoscrizioni. In ogni circoscrizione i vari partiti presentano una lista di candidati e il numero di seggi disponibili è in proporzione alla somma del numero di abitanti di ciascuna circoscrizione.

Alla circoscrizione dell’Italia Nord-Occidentale spettano 20 seggi disponibili. È formata dalla Valle d’Aosta, dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Lombardia. Alla circoscrizione Nord-Orientale, che comprende Trentino-Alto Adige, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna, spettano 15 seggi. Quella Centrale, che comprende la Toscana, l’Umbria, le Marche e il Lazio, ha diritto anch’essa a 15 seggi. La circoscrizione Sud, seconda in termini di popolazione e che comprende l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata e la Calabria, ha diritto a 18 seggi. Infine la circoscrizione Isole, formata dalla Sicilia e dalla Sardegna, ha a disposizione 8 seggi.

Le cinque circoscrizioni e il numero di seggi disponibili ciascuna.

Quella di suddividere il territorio nazionale in circoscrizioni è una scelta fatta solo dal Belgio, dalla Polonia, dall’Irlanda e dall’Italia. Il resto dei Paesi europei ha deciso di costituire un’unica grande circoscrizione.

Il sistema elettorale

Secondo il principio comune fissato dall’Unione Europea, per le elezioni europee, in tutti gli Stati membri la legge elettorale deve essere di tipo proporzionale. Per semplificare, i partiti ottengono un numero di seggi in proporzione al numero di voti ricevuti: se un partito ottiene il 10% dei voti, ottiene il 10% dei seggi disponibili.

Inoltre, non sono consentite le coalizioni tra partiti ma è possibile presentarsi sotto un’unica lista. Questo il caso della lista Stati Uniti d’Europa, che raccoglie i partiti Italia Viva, +Europa, il PSI, i Radicali e altri partiti minori. In alcuni casi, le liste elettorali con più partiti possono apparire più un escamotage per superare il problema della soglia di sbarramento. In Italia la soglia è fissata al 4%, ciò significa che le liste che riceveranno meno del 4% dei voti a livello nazionale non avranno diritto ad alcun seggio in europarlamento.

Infine, è previsto il voto di preferenza. Oltre a barrare il simbolo della lista, l’elettore può esprimere fino a tre preferenze tra i candidati presenti nella lista. In caso di tre preferenze, queste devono essere distribuite tra due candidati uomini e una donna o due donne e un uomo. In assenza di preferenze, il voto viene suddiviso equamente tra i candidati in base all’ordine in cui sono presentati nella lista. A differenza delle elezioni amministrative, non è consentito il cosiddetto “voto disgiunto”, cioè non si può barrare il simbolo di una lista e dare la preferenza a un candidato di un’altra lista.

 

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