A gennaio 2024 l’Europa è stata testimone di una serie di massicce proteste degli agricoltori, che hanno invaso le strade con i loro trattori. Il movimento, nato in Germania all’inizio dell’anno, si è diffuso in diverse nazioni, tra cui Italia, Francia, Polonia, Romania e Lituania.
Il 15 gennaio lunghe file di trattori hanno bloccato il centro di Berlino. Gli agricoltori sono accorsi a migliaia sui loro mezzi nella capitale tedesca per manifestare contro il taglio voluto dal governo di Olaf Scholz dei sussidi pubblici al settore. Proteste simili si erano già tenute in tutto il Paese anche la settimana prima. E la situazione non sembra ancora essersi rasserenata.
Anche in Italia si stanno formando i primi cortei di mezzi agricoli, tra disordini e disagi per la circolazione. Mercoledì 24 gennaio un centinaio di trattori sono partiti da San Cipirello, vicino Palermo, procedendo lungo la statale Palermo-Sciacca verso il capoluogo siciliano. Contemporaneamente più di 50 trattori stanno marciando verso Lucca per protestare contro il green deal e chiedere tutele per l’avvento del cibo sintetico.
La lista è lunga. Due giorni prima ci sono state proteste simili a Bologna, dove hanno sfilato oltre 200 agricoltori a bordo dei loro trattori. Vediamo cosa chiedono gli agricoltori all’Europa e perché il movimento potrebbe essere solo all’inizio.
I motivi della protesta
Le proteste degli agricoltori hanno preso di mira le politiche agricole dell’Unione Europea. Le loro richieste includono revisioni dei sussidi, prezzi all’ingrosso equi e opposizione alla carne sintetica. Ma anche il rifiuto di cibi a base di insetti e una critica verso l’uso dei terreni produttivi per impianti fotovoltaici.
Particolare rilievo per gli organizzatori delle proteste ha avuto l’obbligo di mantenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari. Legge che entra in vigore proprio dal 2024 e che ha sollevato non poche perplessità tra i coltivatori di grano e mais.
In Francia gli agricoltori hanno richiesto misure d’emergenza per sostenere la loro attività. Lamentano bassi redditi e oneri amministrativi eccessivi. Hanno minacciato di bloccare intere regioni, come l’Ile-de-France, se non ricevessero risposte soddisfacenti dal governo. Azioni collettive, nei prossimi giorni, sono previste in quasi 85 dipartimenti francesi.
Parallelamente, in Lituania, mille trattori si sono schierati nel centro di Vilnius, la capitale del Paese. Manifestazioni simili anche a Varsavia, in Polonia. Per gli agricoltori polacchi pesano l’aumento delle accise sul GPL e l’abolizione di aliquote ridotte per i camion agricoli.
La protesta italiana
Dalla Sicilia al Veneto, passando per l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna, gli agricoltori italiani sono saliti sui loro trattori, marciando in lunghe file verso i centri cittadini.
«La Sicilia alza la voce per denunciare lo stato di crisi del comparto agricolo e delle partite iva – dice Franco Calderone, uno dei leader italiani della protesta – per denunciare la mancanza di interesse della politica di fronte a questa immane crisi economica che ha portato all’ emigrazione di 800.000 giovani negli ultimi due anni».
In Italia, le proteste hanno visto l’adesione di agricoltori autonomi in diverse città, uniti sotto il Comitato degli Agricoltori Traditi (C.R.A.). Le mobilitazioni finora hanno toccato varie regioni, tra cui Lazio, Umbria, Sicilia, Puglia e Toscana tra le altre. Sui trattori sventolano bandiere italiane e cartelli provocatori come “Europa assassina”, “L’agricoltura sta morendo” e “Salviamo il nostro cibo”.
La risposta Ue
La risposta dell’Unione Europea alle proteste è ancora in fase di sviluppo. Il commissario Ue per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, il polacco Janusz Wojciechowski, ha assicurato che la voce degli agricoltori sarà ascoltata, soprattutto per quanto riguarda il futuro della politica agricola comune, con un focus sulla sicurezza alimentare.
Intanto i disordini non accennano a diminuire. «Questo può essere solo il primo passo. La nostra posizione rimane invariata», ha dichiarato Joachim Rukwied, presidente dell’Associazione degli agricoltori tedeschi. Un malcontento che non si placherà tanto facilmente.