Dubai, le alluvioni sono causate dal cloud seeding?

Gli Emirati Arabi Uniti sono stati colpiti negli ultimi giorni da intense piogge che hanno causato grosse inondazioni. Secondo il governo, si è trattato delle precipitazioni più abbondanti degli ultimi 75 anni. Un evento straordinario che ha sollevato molti interrogativi in merito a pratiche come il “cloud seeding”, ovvero l’inseminazione delle nuvole.

Le alluvioni

La pioggia negli Emirati Arabi Uniti è un evento piuttosto insolito. Nella notte tra lunedì e martedì, però, sono caduti 142 millimetri di pioggia, in un’area che mediamente ne riceve 95 in un anno. Le strade sono state inondate, le automobili sono state trascinate via dalle acque e molti residenti sono rimasti bloccati nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro. Inoltre, l’aeroporto internazionale di Dubai, il secondo più trafficato al mondo dopo quello di Atlanta, negli Stati Uniti, ha subito danni importanti che hanno portato alla cancellazione di circa 300 voli.

In Oman, invece, le piogge torrenziali erano cominciate già domenica 14 aprile. Diciannove persone hanno perso la vita. Una vittima si è registrata anche nell’emirato settentrionale di Ra’s al-Khayma. Si tratta di un uomo di 70 anni, trascinato via dalla corrente insieme all’auto sulla quale viaggiava.

Le piogge a Dubai sono collegate al cloud seeding?

Dopo le alluvioni degli ultimi giorni, sono circolate diverse teorie sui social media che suggerivano un legame con il cloud seeding. Gli esperti del Centro nazionale di meteorologia hanno, però, smentito queste idee, sottolineando che non erano state effettuate operazioni di cloud seeding prima o durante gli eventi del 16 aprile.

Numerosi esperti indipendenti, non coinvolti nelle attività di NCM, hanno inoltre supportato queste dichiarazioni, spiegando che l’inseminazione viene usata su nuvole che produrrebbero poca o nessuna pioggia, e non su sistemi nuvolosi già predisposti a forti precipitazioni.

Secondo Bloomberg, invece, fonti interne a NCM avrebbero dichiarato che il cloud seeding è stato effettuato il 14 e 15 aprile. Ma non il 16 aprile, giorno dell’alluvione.


Che cos’è l’inseminazione delle nuvole?

Il cloud seeding è una tecnica che prevede l’uso di aerei che disperdono particelle di sale o ioduro d’argento nelle nuvole, inducendo la formazione di cristalli di ghiaccio che poi si trasformano in pioggia o neve, in base all’altitudine. Le sostanze vengono, dunque, iniettate nelle nuvole già esistenti e una maggiore efficacia si riscontra con le nubi pluviali delle aree montuose.

Una ricerca dell’istituto no-profit Desert Research Institute, conferma che i progetti di semina a lungo termine possono portare a un ispessimento del manto nevoso nelle aree di montagne. Inoltre, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, in condizioni ideali, questa pratica può anche aumentare le precipitazioni di una nuvola fino al 20%. Non esistono, però, dati certi sulla sua efficacia in assenza di nubi predisposte alla pioggia, in aree pianeggianti o durante periodi di siccità.

Chi usa l’inseminazione delle nuvole?

Il cloud seeding ha trovato applicazione nei Paesi soggetti a periodi di siccità, come alcune regioni della Cina, o in aree desertiche come gli Emirati Arabi Uniti.

Il concetto di “inseminazione delle nuvole” ha preso piede verso la fine della Seconda guerra mondiale. Da allora le conoscenze sull’uso di questa pratica sono cresciute considerevolmente. Sviluppata negli anni ’40,  questa tecnica ha guadagnato grande popolarità negli USA, portando benefici ad agricoltori e impianti sciistici. I primi esperimenti furono condotti utilizzando ghiaccio secco (anidride carbonica nella sua forma solida) e poi ioduro d’argento. La sua struttura è infatti simile ai cristalli di ghiaccio presenti nelle nuvole.

Nei decenni successivi, il fenomeno è caduto in disuso a causa dell’esaurimento dei finanziamenti governativi. Si è scoperto, inoltre, che gli Stati Uniti avevano messo in atto un programma militare segreto di semina durante la guerra del Vietnam. Per questo motivo, Stati Uniti, Russia, India e alcune nazioni europee hanno firmato la Convenzione sulla modificazione ambientale che vieta l’uso di queste tecniche per scopi militari.

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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