All’inizio del 2024 il valore dei Bitcoin ha di nuovo raggiunto cifre da capogiro, ma qual è il prezzo da scontare per lo sviluppo del nuovo oro digitale? Nel 2023 l’economia dietro la produzione e il mantenimento del traffico mondiale di Bitcoin ha assorbito circa 140 Terawattora.
La stima di Digiconomist è impressionante. Per capire di quanta energia parliamo, serve un raffronto. Secondo Terna, operatore di reti per la trasmissione di energia elettrica, tutta l’Italia nel 2021 ha consumato circa 301 Terawatt di energia. In soldoni, i Bitcoin consumano in un anno tanta elettricità quanta quella necessaria a soddisfare il fabbisogno italiano per sei mesi.
Intanto l’11 gennaio 2024 la Consob statunitense ha approvato alle 11 proposte arrivate sul suo tavolo. Via libera agli scambi di ETF (Exchange-Traded Funds) basati su Bitcoin a Wall Street. Vediamo come queste due notizie sono interconnesse tra di loro.
Cos’è il l Mining di Bitcoin
Il processo per creare nuovi Bitcoin attraverso una blockchain si chiama mining. In una rete blockchain pubblica le transazioni sono verificate dalla potenza di calcolo di nodi gestiti da utenti privati. Il primo che dimostra la legittimità di una transazione e risolve il blocco precedente riceve un incentivo economico come ricompensa, sotto forma di Bitcoin.
Da questo processo nascono tutte le criptovalute come meccanismi di finanziamento delle blockchain pubbliche. Il meccanismo si chiama Proof of work (“prova del lavoro”) ed è caratteristico della blockchain di Bitcoin. Ma il tutto ha un costo in termini ambientali.
Consumi energetici
Sempre Digiconomist calcola che l’energia richiesta sia generata per il 60% da fonti fossili. Il mining nel 2023 ha generato circa 77 milioni di tonnellate di CO2. Numeri simili alle emissioni di circa 17 milioni di auto a benzina, o al fabbisogno dell’intero Oman.
E non è tutto. Sempre nel 2023, la creazione di Bitcoin ha richiesto 2.237 miliardi di litri d’acqua. L’equivalente dell’acqua che ogni giorno cade dalle cascate del Niagara. Un quantitativo che sarebbe sufficiente a riempire quasi 900.000 piscine olimpioniche. Questo consumo idrico pone una problematica concreta. In particolare in un contesto di crescente siccità globale e difficoltà di accesso all’acqua potabile. Secondo i dati della Banca Mondiale, circa 2 miliardi di persone .
Uno studio del 2022 su Nature ha calcolato che tra il 2016 e il 2021, il mining dei Bitcoin ha causato danni climatici per 12 miliardi di dollari. Numero pari al 35% del suo valore di mercato in quel periodo. L’UNU-INWEH (L’Istituto universitario delle Nazioni Unite per l’acqua, l’ambiente e la salute) ha confrontato l’impronta carbonica del Bitcoin nel 2020-21 con quella di 190 centrali a gas. L’istituto ha evidenziato la necessità di piantare 3,9 milioni di alberi per compensare le emissioni.
ETF e Bitcoin
Investire in ETF equivale a mettere i propri risparmi insieme a quelli di altri investitori. Il gestore del fondo acquisterà con questo denaro gli strumenti su cui si andrà a investire, nel nostro caso i Bitcoin. Si tratta di fondi che adottano strategie passive. In altre parole gli ETF hanno lo scopo di replicare l’andamento di un determinato indice o il prezzo di un certo asset.
Nonostante le preoccupazioni ambientali, gli ETF su Bitcoin sono stati accolti con grande entusiasmo a Wall Street, registrando scambi per un valore di 4,6 miliardi di dollari nel giorno del debutto. Secondo Larry Fink, CEO di BlackRock, questi strumenti non solo facilitano l’accesso alle criptovalute ma ne legittimano l’investimento a livello istituzionale, ampliando la base degli investitori.
La decisione rappresenta un momento cruciale non solo per il mondo degli investimenti ma anche per la lotta al cambiamento climatico. Questi nuovi prodotti finanziari, diversamente dai tradizionali ETF che replicano l’andamento dei futures, richiedono l’acquisto diretto di criptovalute, il cui processo di creazione implica un significativo impatto ambientale. La Standard Chartered Bank prevede flussi di investimento tra 50 e 100 miliardi di dollari nel 2024 e un possibile aumento del valore della criptovaluta.
Preoccupazioni per l’Energia e l’Ambiente
L’aumento della domanda di Bitcoin potrebbe intensificare i problemi ambientali e di sicurezza energetica. La situazione in Texas è particolarmente preoccupante, dove l’alta concentrazione di impianti di mining si scontra con reti elettriche inadeguate, aumentando il rischio di blackout.
L’espansione degli ETF su Bitcoin solleva questioni complesse sul nuovo oro digitale. Nella tematica si intrecciano finanza, tecnologia e sostenibilità ambientale. Mentre la tecnologia blockchain si evolve, con alcuni passaggi verso metodi meno energivori come il Proof-of-Stake adottato da Ethereum, Bitcoin persiste con il suo intensivo Proof-of-Work. Una scelta che il nostro pianeta potrebbe pagare a caro prezzo. Molto più caro del valore di una moneta virtuale.