La nuova indagine Beach litter 2023 di Legambiente – pubblicata l’11 maggio 2023 – conferma che il marine litter (i “rifiuti in mare” che si spiaggiano sulle coste) rimane una delle grandi minacce da fronteggiare per la salvaguardia degli ambienti costieri.
La media in Italia è di 9.61 rifiuti ogni metro di spiaggia. Vediamo nel dettaglio cosa ha scoperto Legambiente e quali soluzioni si potrebbero attuare.
L’indagine
Il Cigno Verde ha monitorato 38 spiagge in 15 regioni italiane, rilevando la presenza di 36.543 rifiuti su un totale di 232.800 mq di area campionata, corrispondenti a una media di 9.61 rifiuti ogni metro di spiaggia.
Il 72,5% dei rifiuti è composto da polimeri artificiali e plastica. Invece il 9,2% del totale è costituito da rifiuti di vetro e ceramica, principalmente materiale da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle, ecc.) smaltito irregolarmente sulle spiagge.
Il metallo rappresenta il 6,8% dei rifiuti raccolti, la carta e il cartone il 3,9%, mentre il resto del materiale è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, scarti del cibo e sostanze chimiche.
I principali rifiuti spiaggiati: la top 10
Circa il 52% dei rifiuti spiaggiati è rappresentato da sole 10 tipologie di oggetto rispetto alle quali emergono due elementi: il nuovo ingresso in top 10 al quarto posto, del materiale da costruzione con il 5,8%. E il calo della categoria stoviglie usa e getta, quest’anno al nono posto della classifica con il 3% del totale.
Al primo posto si confermano i frammenti di plastica (tra 2,5 cm e 50 cm) con il 72,5% del totale; seguono tappi e coperchi con l’8,6% sul totale. E al terzo posto i mozziconi di sigarette con il 6%. Al quinto posto ci sono i cotton fioc in plastica (4% del totale).
Con il 3,9 % del totale troviamo i frammenti di polistirolo (tra 2,5 cm e 50 cm) e le bottiglie e contenitori per bevande rispettivamente al sesto e settimo posto. Chiudono la classifica, all’ottavo e decimo posto, con il 3,1% e 3% rispettivamente altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (e pezzi di bottiglie di vetro), queste ultime new entry negativa della top ten dei rifiuti spiaggiati.
Le plastiche monouso, la normativa europea
Rispetto ai rifiuti di plastica raccolti, il 46% del totale è costituito dagli oggetti considerati nella SUP (Single Use Plastics). Si tratta della Direttiva europea che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso delle plastiche monouso, non biodegradabili e non compostabili, e che da gennaio 2022 è applicata in Italia.
Anche quest’anno le bottiglie in plastica, inclusi i tappi e gli anelli, rappresentano rispettivamente il 15% e il 39% del totale nei tratti di costa monitorati. Seguono poi gli stuzzicadenti, le cannucce, i cotton fioc in plastica, le posate e i piatti in plastica e infine i bastoncini per le orecchie.
La situazione delle spiagge italiane rispetto ai rifiuti è molto preoccupante, come confermato anche da Rossella Muroni, presidente di Legambiente. Muroni ha dichiarato: «Spiagge sempre più sporche, il mare sommerso di plastica, la biodiversità costiera che ne risente: sono i segnali della crisi ambientale che stiamo vivendo. Eppure tutto questo è evitabile. Bisogna adottare comportamenti virtuosi, ma anche rafforzare la normativa e controllare il rispetto delle leggi».
Cause e soluzioni
Le cause principali di questo problema sono legate all’utilizzo sconsiderato di oggetti monouso, alla scarsa attenzione delle persone nei confronti dell’ambiente e alla mancanza di adeguate politiche di gestione dei rifiuti. La dispersione di rifiuti nei mari e sulle spiagge è dovuta alle attività antropiche, che producono rifiuti non smaltibili, all’incuria degli stessi turisti e alla mancanza di una cultura del rifiuto e del recupero.
Il problema dei rifiuti in mare non riguarda solo le spiagge, ma anche le acque interne e profonde. Lo hanno dimostrato le recenti scoperte di microplastiche nel pesce e negli organismi marini. Il fenomeno del marine litter rappresenta una minaccia globale per l’ambiente e per la salute dell’uomo.
La risposta di Legambiente
Legambiente ha lanciato una serie di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema dei rifiuti in mare. Tra queste, la campagna «Mare plastic free», che prevede la distribuzione di kit per la raccolta differenziata dei rifiuti sulla spiaggia e l’organizzazione di eventi di pulizia del mare.
La situazione delle spiagge italiane in materia di rifiuti è critica. Essa richiede un impegno concreto e coordinato da parte di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, dai cittadini ai turisti.
Promuovere la cultura del rifiuto e del recupero e investire in soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti e la tutela dell’ambiente marino. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per le nostre spiagge e per il nostro mare.