Il recente caso di cronaca nera di Altavilla Milicia, nel palermitano, che ha coinvolto Giovanni Barreca, muratore 54enne, autore del delitto della moglie e dei due figli, sembra fare da eco ad altre due storie che hanno scosso l’America tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Si parla di omicidi macchiati dal fanatismo religioso con una contaminazione occultistica, in cui la parola d’ordine è «demonio».
L’esorcismo di Klingenberg
Una vicenda inquietante, che tutt’ora fa discutere Chiesa e scienza. È la storia di Anneliese Michel, giovane tedesca originaria di Leiblfing che tra il 1975 e il 1976 è stata sottoposta a 67 esorcismi. Cresciuta in una famiglia osservante, fin da bambina Anneliese ha sofferto di svariati problemi di salute. Nel 1968 subentra l’epilessia, poi il contagio da polmonite e tubercolosi. Il ricovero, due anni dopo, in un sanatorio della Germania del sud, dove soggiorna per sei mesi e dove inizia ad avere visioni di volti demoniaci e allucinazioni uditive. In seguito ad alcune sue dichiarazioni a riguardo, nel settembre 1973 uno specialista le diagnostica una psicosi paranoide. Sosteneva anche di aver udito delle voci provenienti dall’Inferno e un costante bussare provenire dall’armadio di camera sua.
Dal luglio 1975 inizia il suo travagliato percorso di esorcismi, su approvazione dei genitori, con padre Ernst Alt, parroco di Etzleben, e padre Arnold Renz. Dà il suo contributo anche Adolf Rodewyk, consulente in demonologia presso la conferenza episcopale tedesca. Durante i rituali, Anneliese incorre in gravi episodi di autolesionismo e convulsioni, ai quali si aggiungono comportamenti anomali quotidiani, come le genuflessioni che la ragazza eseguiva (fino a seicento al giorno). Nel marzo 1976 si abbandona al digiuno totale, arrivando ad essere convinta di essere posseduta da sei demoni: Lucifero, Giuda, Caino, Nerone, Hitler e Fleischman, un sacerdote scomunicato per violenza e omicidio nel XVI secolo. Trascorre le ultime settimane della sua vita legata a un letto, per evitare ulteriori autolesioni. Muore il giorno seguente l’ultimo esorcismo, datato 30 giugno 1976, per malnutrizione a 23 anni.
Il processo e la ripresa del caso nel cinema
Il giorno stesso della scomparsa di Anneliese, si apre l’inchiesta per causa di morte incerta presso il tribunale di Aschaffenburg. La polizia criminale estende l’indagine penale per omicidio colposo, su richiesta della procura, ai genitori della ragazza e ai sacerdoti Alt e Renz. In un secondo momento l’accusa a Rodewyk, che, tuttavia, decade nel 1977 per mancanza di contatto diretto con la vittima. Il 30 marzo 1978 inizia il processo contro i quattro imputati. Il perito del policlinico neurologico dell’Università di Würzburg testimonia spiegando che il deterioramento psicologico di Anneliese era dovuto all’autosuggestione a causa della perdita di controllo sulle sue azioni.
Secondo l’esperto, anche l’anoressia – non diagnosticata in tempo – avrebbe giocato un ruolo significativo nel quadro clinico. Nel mese successivo, l’accusa chiede la condanna per gli imputati per omicidio colposo per omissione. Per i sacerdoti una multa di 120 aliquote giornaliere, mentre per i genitori non è stata richiesta nessuna pena. La sentenza, il 21 aprile 1978: il giudice condanna tutti gli imputati per omicidio colposo a sei mesi di reclusione, per non aver fornito assistenza medica. Nella versione scritta del verdetto, il giudice non menziona la possessione di Anneliese Michel.
Il caso, ormai famoso in tutto il mondo, è stato oggetto di trasposizioni letterarie e cinematografiche. In quest’ultima categoria spicca L’esorcismo di Emily Rose (2005), scritto e diretto da Scott Derrickson, che fornisce una ricostruzione puntuale della vicenda. Presentato al Festival di Venezia il 1 settembre 2005, ha incassato 145 milioni di dollari a livello mondiale, di cui quasi 6 milioni in Italia. La critica si è soffermata soprattutto sulle capacità di contorsionismo di Jennifer Carpenter – interprete di Emily, la protagonista – che il regista stesso ha ripreso su X.
For this dorm room scene in The Exorcism of Emily Rose, we had built a puppet with these body contortions. When Jennifer Carpenter saw the puppet, she said “I think I can do that.” It took her maybe 15-20 minutes, but she did it. That is all her. pic.twitter.com/CjWa6Qwmw1
— N O S ⋊ Ɔ I ᴚ ᴚ Ǝ ᗡ ⊥ ⊥ O Ɔ S (@scottderrickson) April 19, 2021
Il caso Arne Johnson
Nella storia, molti crimini hanno avuto come movente una presunta possessione demoniaca. Qualche volta, però, una presenza maligna avrebbe addirittura commesso il delitto, con il diavolo come mandante. Diversi imputati hanno tentato di utilizzare questa linea difensiva. Il caso più celebre – passato alla storia come il Demon Murder Trial – è quello del processo di Arne Cheyenne Johnson. Il ragazzo, un diciannovenne di Brookfield, in Connecticut, ha ucciso a coltellate il suo padrone di casa, Alan Bono, nel 1981. I due stavano litigando: Bono era in evidente stato alterato e aveva afferrato la cuginetta di 9 anni di Debbie, la fidanzata di Johnson.
Il ragazzo, quindi, ringhiando come un animale, ha estratto un coltello e si è scagliato sul padrone di casa. Successivamente, Johnson è stato ritrovato mentre vagava in stato confusionale nei pressi del luogo del delitto. All’agente che lo ha arrestato avrebbe detto di non ricordarsi nulla e di non aver voluto fare del male a nessuno. Il suo avvocato difensore, Martin Minnella, ha seguito fin da subito questa linea, sostenendo che il suo assistito non fosse in controllo delle proprie azioni nel momento del delitto. Johnson non sarebbe stato, infatti, capace di intendere e di volere perché vittima di una possessione demoniaca.
La linea difensiva
A infestare il suo corpo sarebbe stato lo stesso demone che, pochi mesi prima, avrebbe già perseguitato David Glatzel, il fratello di Debbie. Quest’ultimo, a soli 8 anni, ha iniziato a mostrare comportamenti sempre più preoccupanti. La sua famiglia ha, quindi, chiamato i coniugi Loreine e Ed Warren, celebri investigatori del paranormale. Lei medium chiaroveggente e lui demonologo, l’unico non clericale riconosciuto dal Vaticano, furono presenti in alcuni dei casi paranormali più rilevanti del 20esimo secolo. I due hanno effettuato diversi esorcismi su David finché, alla fine, il demone avrebbe lasciato il corpo del bambino.
La tesi della difesa, supportata anche dagli stessi coniugi e dalla famiglia Glatzel, è stata che la presenza maligna avrebbe lasciato andare David per infestare Arne. Minella tenta la via della non colpevolezza a causa di possessione demoniaca per la prima volta nella storia americana. L’avvocato cita, a supporto, anche due casi britannici che avevano ammesso questo tipo di linea difensiva. Il giudice Robert Callahan non è, però, dello stesso parere e respinge la richiesta, affermando che la possessione non potesse essere provata oggettivamente. Johnson è stato ritenuto colpevole di omicidio colposo e condannato a una pena tra i 10 e i 20 anni. Alla fine, ne ha scontati solo cinque prima di tornare in libertà per buona condotta.
Tra cinema e controversie
Il caso ha fin da subito catturato l’attenzione mediatica e ha ispirato una serie televisiva, The Demon Murder e una serie Netflix, The Devil on Trial. Ma il prodotto più famoso basato sulla vicenda è, senza dubbio, il film The Conjuring: “The Devil made me do it, della nota saga horror sui casi dei Warren, The Conjuring. La pellicola ha ottenuto un incasso pari a 200.621.610 dollari a fronte di un budget di 39.000.000. La possessione di David è stata anche documentata nel libro di Gerald Brittle, Il diavolo nel Connecticut. La vicenda è fin da subito apparsa controversa e ha diviso, non solo il pubblico, ma la stessa famiglia Glatzel.
Dopo l’uscita dal carcere di Johnson e il suo matrimonio con Debbie, i due hanno continuato a sostenere la versione della possessione, così come viene raccontata nel film. Carl, l’altro figlio dei Glatzel, ha invece sempre negato tutto, sottolineando come David soffrisse di disturbi mentali. Nel 2006 lo stesso David, con Carl, fa causa a Brittle. Secondo Debbi, solo per ottenere dei soldi. L’autore del libro, dal canto suo, ha sempre difeso il suo lavoro, dicendo di avere più di 1000 ore di registrato con la famiglia Glatzel. Loreine Warren ha ribadito che i sei preti che hanno effettuato l’esorcismo su David ne hanno anche riconosciuto la possessione.